Lucci, Ford78 e Hube – Unabomber
Quelli che stiamo vivendo sono tempi strani e per certi versi inquietanti, con tanto, troppo usa & getta e pochissima sostanza, pressoché in tutti gli ambiti – musica ovviamente compresa. Per restare ancorati alla realtà, occorre pertanto trovare dei riferimenti veri e stabili; in ambito Rap italiano, il tridente composto da Lucci e Hube alle rime, più Ford78 alle macchine, ossia il 100% degli Unabombers e il 50% dei Brokenspeakers, pare davvero fare al caso nostro.
“Unabomber” è un EP con pochi ma semplici – e nutrienti – ingredienti, un lavoro che punta tutto su schiettezza e impatto comunicativo, con produzioni volutamente ancorate alla tradizione. Il ricettario è dunque piuttosto scarno e prevede come primo elemento un background fatto rigorosamente di strada e periferia, più che un habitat una sorta di vero e proprio “Bunker” (<<obbedisci, prega, annega in questa merda senza un futuro/scrivo non è vero sopra al tuo muro/…/viaggio in alta marea, senza nessuno/nello spazio, odissea 2001/sottosuolo, su un vagone pacchi di tritolo/sopra al bus contro il celerino e maschere anti gas/…/da queste parti non esistono rioni/in mezzo ai palazzoni ho fatto nocche dure su questi gradoni>> – Hube; e <<adesso che per fare brutto basta avere amici brutti/pure se sei un po’ coglione, preso a schiaffi un po’ da tutti/…/quando tutto casca risorse infinite nella tasca/la merda fino al collo, tranquillo, faccio un’altra vasca/…/antifascista e popolare, curva del St. Pauli>> – Lucci).
Il secondo ingrediente, dosato senza mezze misure in “U.n.a.b.o.m.b.e.r.”, non può che essere la passione per l’Hip-Hop (<<solo il Rap nelle casse/aspettative basse/…/ancora in fissa per il Rap, il boom bap e i throw up/…/in classifica sai non ce sto/ma ‘sti cazzi, questa roba è potente/il microfono martello di Thor, dopo che rappo se lo tocchi è rovente>> – Hube; e <<questa merda ancora puzza d’asfalto/se vede un muro bianco poi lo spacca di tag/mi sono dato un nome per portarlo più in alto ed essere diverso, diverso da te>> – Lucci), strumento attraverso il quale esprimersi mettendoci faccia e attributi, come in “Coin up” (<<vieni in zona mia/soltanto odio per lo Stato e per la Polizia/…/fanculo a nazi, fasci, preti e Salvini/corvi intorno ai piedi, appesi a testa in giù come Mussolini/io giro sulle strade, mica in FIMI/il mio nome è sul tuo cornicione, inciso su ‘sti sanpietrini>> – Hube; e <<soldato senza bandiera né confini e Stato/pronto a difende ogni centimetro che ho conquistato/armato delle parole che ho imparato/dai libri sopra ai banchi e dalle strade dove ho camminato>> – Lucci).
Il terzo, fondamentale elemento, è la coerenza, talmente rara al giorno d’oggi che quando ci s’imbatte in portatori sani pare di essere di fronte a dei veri e propri “Survivors” (<<ancora sotto i palazzoni con i segni addosso/ancora il mondo spinge forte, io non mi sposto/…/ancora e sempre dalla parte di chi c’ha di meno/che i soldi me li sbatto al cazzo se non sto sereno>> – Hube; e <<ho spinto forte, ho spinto tanto/ho spinto così forte che il sudore si è mischiato con il pianto/toccato il fondo per andare in alto/e c’è toccato questo mondo e non ce ne sta un altro/nessun rimpianto, no, nessun rimpianto/e porteremo addosso i nostri errori e le sconfitte come un vanto/intanto resto in piedi e canto/e punto tutto su me stesso, mica aspetto che lo faccia qualcun altro/metto i soldi sopra al piatto/perché il giorno che mi fermo è il giorno che avrò il cardiogramma piatto/…/col sangue sull’asfalto c’ho dipinto il mio ritratto/urlando a squarciagola la mia storia nell’impianto>> – Lucci).
Come contorno, lo Stato in cui viviamo/sopravviviamo, un paese pieno di misteri e intriso di violenza, da raccontare/combattere rigorosamente in “Prima linea”, estratto video dal ritornello perfetto (<<non spegni il sole se gli spari addosso/vivo la vita in prima linea ad ogni costo>>), che si apre con Hube a ricordare le tante stragi di Stato e detona poi con Lucci al micro (<<siamo un Paese senza più memoria, senza più vergogna/consente la parola a merde nere e infami uscite da una fogna/difendo la mia storia, la vostra è solo menzogna/…/in questo posto chi non c’ha niente odia chi ha di meno/in questo posto, dove la gente ti odia se sei nero/in questo posto, qua non c’è posto per quelli come noi/che spargono l’amore al posto del veleno/e noi combatteremo finché avremo il fiato/con i rimpianti ma nessun rimorso in ogni caso/in ogni caso dentro al cuore chi se n’è già andato/col pugno alzato per Valerio, Carlo, Dax, Federico e per Renato>>).
Nei suoi diciotto minuti di durata, “Unabomber” è quindi un progetto dall’importante peso specifico, che non vuol stupire con chissà quali novità e/o effetti speciali: il suo unico fine è quello di arrivare frontale e diretto, puntando tutto sul sociale – a discapito del social – e sulla resistenza in luogo della resilienza. A prescindere da convinzioni e gusti personali, il solo fatto di schierarsi è, per quanto mi riguarda, sempre e comunque cosa buona e giusta.
Tracklist
Lucci, Ford78 e Hube – Unabomber (La Grande Onda 2019)
- Bunker
- Prima linea
- U.n.a.b.o.m.b.e.r.
- Coin up
- Survivors
- Skyline
Beatz
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Gabriele Bacchilega
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