Posted 13 September 2009 by Mistadave in USA

Low Profile – We’re In This Together

Voto: 3,5

Da cosa nasce cosa, vale per tutto, anche per i Low Profile: se vi state spaccando la testa per tentare di ricordare chi siano, fate così, andate a ovest, più precisamente a Los Angeles, e focalizzate due figure a dir poco fondamentali per la west coast, ovvero Dj Aladdin, compagno di numerose avventure sonore di Ice-T, e WC, il fondatore della crew Maad Circle e membro della Westside Connection (ecco cosa nacque da cosa). Fatto? Bene, ora posizionate la macchina del tempo nell’anno astrale millenovecentottantanove, vestite i personaggi in questione con braghe dal cavallo bassissimo, t-shirt e sneaker obbligatoriamente bianche, un cappellino nero di una qualche squadra sportiva professionistica di L.A. e attaccate “Funky Song”, la prima traccia, introdotta con cristallina dimestichezza dai piatti di Aladdin e capofila di una bella manciata di produzioni concrete, tutte a base di Funk del tipo più massiccio, sopra le quali WC propone argomentazioni assortite che passano dall’autocelebrazione pura al leale ringraziamento verso chi ha aperto loro la strada (N.W.A.), fino, come sarebbe lecito aspettarsi, a qualche momento di riflessione sulle conseguenze della vita di strada, la quale viene più ragionata che non esaltata, al contrario dei maestri di Compton.

In “How Ya Livin'”, addolcita da squisiti fiati, tende a mettere la realtà davanti alla faccia di chi si perde all’interno della criminalità; “That’s Y They Do It” tratta di spaccio e delle sue conseguenze; mentre l’attitudine vera e propria emerge in “Pay Ya Dues”, con la quale ogni rapper che non ha sofferto per arrivare in alto deve fare i conti. Per una lezione di pura tecnica ai giradischi, basta invece andare direttamente fino ad “Aladdin’s On A Rampage”, quattro minuti e quarantatre secondi di pura goduria, con evoluzioni e scratch a volontà. E se proprio un difetto bisogna trovarlo, diciamo che la monotonia colpisce un paio di tracce in cui il Funk di James Brown viene sostituito da qualche beat ripetitivo e il timbro monocorde di WC viene evidenziato più del necessario; per il resto si tratta di un articolo pionieristico da ascoltare e possibilmente da acquistare (se lo si trova, impresa ardua temo…), in particolar modo, è chiaro, se siete degli appassionati della West Coast. Quella di una volta.