L’Orange & Jeremiah Jae – The Night Took Us In Like Family

Voto: 4/4,5

Quella di saper illustrare delle storie avvalendosi della musica, è una dote non certo comune. E’ necessario produrre emozioni toccando le note giuste, rappresentare con una strumentazione adeguata gli stati d’animo che si intende trasmettere, essere capaci di tessere una trama logica e coerente. Riflettendo su chi, effettivamente, possegga oggi queste qualità, il nome di L’Orange emerge in automatico: il produttore del North Carolina è difatti noto per aver firmato dischi di grande spessore narrativo ed emotivo, siano essi opere quasi interamente strumentali come il recente “The Orchid Days”, piuttosto che monumentali lavori a quattro mani del livello di “The City Under The City”, realizzato in compagnia di Stik Figa.

L’idea di concept album vale anche per “The Night Took Us In Like Family”: gli scenari sono rinnovati ma propongono la stessa tinta scura di sempre, il progetto racconta infatti le vicende in bianco e nero di un gangster interpretato da Jeremiah Jae (una collaborazione che nasce proprio da “The Orchid Days”), scelta dettata dalle comuni vedute di mc e produttore e ulteriormente ispirata dalla provenienza del rapper, quella Chicago che fu tappa fondamentale delle opere malavitose di un certo Al Capone. La storia è suddivisa in episodi, sono presenti – come da tradizione nei dischi di L’Orange – voci campionate che pronunciano frasi determinanti per capire il senso dei pezzi, laddove i testi fanno emergere il quadro d’insieme solo un po’ per volta, un ottimale espediente per donare longevità a un lavoro svolto in cinque atti, sempre introdotti da un pezzo strumentale che indica una variazione tematica nello svolgimento.

Diciotto scorrevoli pezzi si susseguono nella presentazione del protagonista e del mondo che lo circonda, ne descrivono le emozioni evocando immagini di azione e riflessione, sensazioni di pressione, contrasti tra audacia e paura, scenari ricavati da vicoli ciechi, fumosi, con la fredda e umida oscurità dell’ambientazione notturna che accentua la percezione di tetro che avvolge tutto l’album. L’Orange esegue il consueto lavoro certosino nella puntigliosa selezione di sample polverosi appartenenti a vecchi vinili che abbracciano Jazz, Lounge, Be-Bop e un pizzico di Soul, abbinandoli a batterie lavorate con lo scopo di far risaltare la potenza delle casse senza perdere il grasso dei rullanti, oscurando la pulizia del suono degli occasionali inserti di hi-hat. Non è certo la prima volta che l’ambito Hip-Hop offre un produttore in grado di far combaciare con successo questi elementi, ma questo è un metodo compositivo che vive di una genialità tutta sua, un’originalità che sprizza fuori dai diversi substrati dei campioni sovrapposti e da una sequenza di batterie che si può definire in ogni modo, eccetto che prevedibile.

Jeremiah Jae recita la parte calandosi nell’indole del suo personaggio, del quale rappresenta la fredda e inalterabile personalità attraverso un flow pacato, privo di artifici vocali, la cui sola variante ritmica è rappresentata dai featuring di Homeboys Sandman e Gift Of Gab, quest’ultimo autore di un assist memorabile in “All I Need”. E’ un’imperturbabilità che contraddistingue l’antitesi di “Ice Obsidian”, nella quale la medesima strofa viene ripetuta con un effetto di distacco, un gelo che viene messo alla prova nelle riflessioni di “The Underworld”, splendida atmosfera da piccolo club degli anni trenta; è invece una sicurezza di sé tangibile quella mostrata in “The Lineup”, che vede il personaggio allinearsi tra i sospettati al di là del classico vetro, ma poi scalfita nel gran finale, quando l’ansia della caccia all’uomo di “I Was Invisible Nothing” anticipa di un soffio il rientro in gioco della figura spietata di “Death Valley”.

A livello esecutivo, sono particolarmente apprezzabili episodi non convenzionali come “Do My Best To Carry On”, il cui beat accelera, rallenta, spezza improvvisamente i sample, “Kind Of Life Like”, che inserisce addirittura confusionari rumori giusto nel mezzo della strofa senza che il Rap perda la sua cadenza, quindi pezzi densamente emozionali e figurativi quali la tenebrosa “Death Valley” e la sontuosa “Starry Eyed Balcony Walkers” sovrappongono al tema principale ulteriori inserti di strumentazione tagliuzzata e filtrata, tutte qualità che esaltano pure i cinque ottimi brani strumentali.

Senza nulla togliere al buon lavoro lirico di Jeremiah, “The Night Took Us In Like Family” è un altro passo che L’Orange compie verso l’olimpo della produzione Hip-Hop contemporanea, della quale tinta noir è oramai il boss indiscusso. Seriamente candidato a disco dell’anno.

Tracklist

L’Orange & Jeremiah Jae – The Night Took Us In Like Family (Mello Music Group 2015)

  1. Part One: Introducing A Conspicuous Man
  2. Do My Best To Carry On
  3. Ice Obsidian
  4. The Underworld
  5. All I Need [Feat. Gift Of Gab]
  6. Part Two: God Complex
  7. The Concrete Some Call Home
  8. Ignore The Man To Your Right [Feat. Homeboy Sandman]
  9. Taken By The Night
  10. Part Three: The Damning
  11. The Lineup
  12. Kicking Glass
  13. Kind Of Like Life
  14. Part Four: Revenge & Escape
  15. I Was Invisible Nothing
  16. Death Valley
  17. Starry Eyed Balcony Walkers
  18. Part Five: Macabre

Beatz

All tracks produced by L’Orange

Scratch

All scratches by Dj Iron

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