Likwit Junkies (Defari and Babu) – The L.J.’s

Voto: 4

Defari è sinonimo di Likwit Crew, come personaggio non è certo uno di quei megalomani che inforna due dischi l’anno, ma se vi siete persi “Focused Daily”, il meno conosciuto “Odd And Evens” e la miriade di collaborazioni sparse un po’ su tutto il territorio losangelino con Dilated Peoples, Alkaholiks, Xzibit e chi più ne ha ne metta, allora è il caso di fare marcia indietro e recuperare diverse cosette. Babu invece l’abbiamo conosciuto (apprezzato e amato) sia come dj e producer dei Dilated Peoples che per l’esperienza targata Beat Junkies. La somma dei due naturalmente porta all’acronimo L.J. (Likwit Junkies), che però, come vedremo, non vuol essere il prosieguo né dell’una né dell’altra cricca, ma un episodio con caratteristiche proprie.

A parte qualche comparsata qua e là (Phil Da Agony, Planet Asia, Krondon e i dilatati Evidence e Iriscience), Defari se la cava egregiamente senza nemmeno sporcarsi troppo le mani, rimare gli viene facile come sbucciare una mela, tanto più che dalla sua si ritrova una voce particolarmente accattivante e una tecnica affinata dall’esperienza. Peccato sentirlo così di rado, perché l’Hip-Hop avrebbe bisogno di più mc’s come lui, in grado di ritrovarsi a proprio agio sia nei pezzi più tirati (“Change”, “Dark Ends”) che in quelli rilassati (“Salute”, “Keep Doin’ It”). Dal canto suo, Babu campiona Soul e Funk in quantità industriali, concedendosi qualche incursione prima nel Reggae (“6 In The Morning”) e poi nel morbido Jazz da piano bar di “Ghetto”. L’influenza dei Dilated Peoples ha un ruolo solo marginale nella musica di “The L.J.’s” (per affinità di suono potremmo chiamare in causa “Strength In Numbers”, “S.C.A.N.S.” e “Brother”), le produzioni sono fresche e a loro modo anche piuttosto accessibili; a conti fatti, Babu sembra voler cogliere l’occasione per offrire una visione più ampia del proprio stile, occupandosi in prima persona di tutte e diciotto le tracce del disco.

All’inizio incerto di “L.J.’s Anthem” (colpa di una pessima scelta del ritornello) segue un gradevole crescendo del quale bisogna assolutamente segnalare “One Day Away”, “Salute” (immaginate di trovarvi nella calda e assolata California…), “Change”, “The Good Green”, traccia spettacolare che obbliga un ascolto a ripetizione, “Keep Doin’ It”, “6 In The Morning”, “Dark Ends”, un ping pong di riflessioni su problematiche attuali quali droga e violenza urbana, e “Brother”; a intervallare negativamente “The L.J.’s” troviamo invece “One Time”, affossata dal campione iperabusato di “Tubular Bells”, e “Dreamgirl”, col brutto cantato in falsetto di Dodee Westbeach. Forse il disco, nel complesso, dura un po’ troppo (settanta minuti), forse non aggiunge sfumature particolarmente nuove su Babu e Defari, forse qualche taglio qua e là avrebbe sortito effetti positivi… Forse; di sicuro l’intesa tra i due protagonisti è solida tanto quanto basta per rendere “The L.J.’s” un album appetibile per qualsiasi appassionato di Hip-Hop.

Tracklist

Likwit Junkies (Defari and Babu) – The L.J.’s (ABB Records 2005)

  1. Intro
  2. L.J.’s Anthem [Feat. Noelle]
  3. One Day Away
  4. The Hop
  5. Salute
  6. Change
  7. Strength In Numbers [Feat. Phil Da Agony and Evidence]
  8. The Good Green [Feat. Dodee Westbeach]
  9. Keep Doin’ It
  10. One Time [Feat. Planet Asia and Krondon]
  11. D.G. Skit
  12. 6 In The Morning
  13. Ghetto [Feat. Noelle]
  14. S.C.A.N.S.
  15. Dark Ends [Feat. Rakaa-Iriscience]
  16. Dreamgirl [Feat. Dodee Westbeach]
  17. Brother
  18. The Interview

Beatz

All tracks produced by Babu except tracks #11 and #12 co-produced by Defari