Lauryn Hill – The Miseducation Of Lauryn Hill

Voto: n.g.

Nei nostri programmi – nulla più che ipotetici – questa recensione doveva essere pubblicata lo scorso maggio, in occasione dei cinquant’anni di Lauryn Hill. Evidentemente, non siamo riusciti a rispettare quella scadenza; non dovendo però rendere conto a nessuno dei nostri ritardi, torniamo lo stesso a quell’agosto del 1998, quando “The Miseducation Of Lauryn Hill” veniva sganciato come un ordigno di precisione in un panorama musicale che ancora registrava le onde sismiche provocate dal successo planetario dei Fugees. Sul disco si è – giustamente, peraltro – detto, scritto e ricostruito tutto: dalle ingerenze della label al difficile rapporto venutosi a creare soprattutto con Wyclef Jean e qui confluito in diversi passaggi, dai numerosi record raggiunti e frantumati alle successive beghe legali col collettivo New Ark, dalla pregevole convergenza tra Nu Soul e Hip-Hop alla spiccata densità tematica dei settantasette minuti complessivi, non c’è il minimo aspetto che sia sfuggito a commentatori e appassionati. Svelare dettagli poco noti o proporre letture inconsuete ci sembra dunque un esercizio improbabile, meglio accontentarsi di (ri)ascoltare l’album indicandone i motivi di maggiore interesse.

Un approccio creativo che svela nuove possibilità allo scenario attuale della musica nera (e non solo) – citiamo Alberto Castelli da Aelle nr. 31; in effetti, sebbene un solo brano non potesse bastare per giungere a questa conclusione, ad anticipare “The Miseducation…” di un paio di settimane fu un singolo che chiariva già parte di quelle possibilità: sul sample di “Together Let’s Find Love” dei The 5th Dimension utilizzato in maniera molto intelligente, a velocità più sostenuta e con un’attitudine smaccatamente Pop, “Doo Wop (That Thing)” dava un primo assaggio della ricchezza espressiva di un’operazione capace di ricorrere a registri e generi differenti con assoluta naturalezza, ovvero rilevandosi accattivante, adatta a un pubblico trasversale, affrontando anche i temi più comuni – qui suggerendo a ragazze e ragazzi di essere guardinghi in fatto di relazioni – con un linguaggio di notevole originalità (<<talking out your neck, sayin’ you’re a Christian/a Muslim, sleeping with the jinn/now that was the sin that did Jezebel in/who you gon’ tell when the repercussions spin?>>). Questa, in maniera approssimativa, la struttura di un lavoro che si collocava a ragionevole distanza da formule troppo rigide e facili manierismi mainstream.

Lo diciamo a maggior ragione dopo una traccia introduttiva come “Lost Ones”, che nella dura amarezza indirizzata all’ex Wyclef, reo tra l’altro di aver esposto al pubblico questioni di carattere personale (<<it’s funny how money change a situation/miscommunication lead to complication/my emancipation don’t fit your equation/I was on the humble, you on every station>>), incarna solo una delle molteplici sfumature espresse con coraggio dalla Hill. La componente Hip-Hop è ancora preponderante nel tratto conclusivo di “Superstar”, monito contro l’illusorietà del successo (<<just as Christ was a superstar, you stupid, star/They’ll hail you then nail you, no matter who you are/they’ll make you now then take you down and make you face it/if you slit the bag open, put your pinky in it and taste it>>), e in “Final Hour”, che ribadisce sia il tenace riferimento religioso (<<make a slum lord be repentant, give his money to kids to spend it/and then amend it, every law that ever prevented/our survival since our arrival documented in the Bible/like Moses and Aaron, things gon’ change, it’s apparent>>) che l’intento alto, potremmo dire didattico, della dimensione lirica. Ciò vale a prescindere, indipendentemente dal tono introspettivo o meno delle riflessioni; e non potrebbe essere altrimenti, dato l’incremento di elementi provenienti dal Reggae e dal Gospel.

E’ il motivo che ci spinge a non assegnare un voto numerico: “The Miseducation Of Lauryn Hill” ha un’anima policroma, ibrida, e il suo valore risiede appunto nell’efficacia di ciascun abbinamento. I tormenti cantati nell’energico Soul di “Ex-Factor”, con quell’interpolazione irresistibile di “Can It Be All So Simple” del Wu-Tang Clan; la commovente “To Zion”, che in coda esplode in un mantra liberatorio grazie alla chitarra di Carlos Santana; il delizioso duetto con Mary J. Blige in “I Used To Love Him”, che di nuovo omaggia il Wu pescando “Ice Cream” di Raekwon; la magica intesa con D’Angelo in “Nothing Even Matters”, che finalmente fa filtrare un raggio di luce nell’ambito della sfera sentimentale premiando una soffice composizione di basso e tastiera; l’accorata “Everything Is Everything”, imbevuta di consapevolezza sociale e panafricanismo (<<I-philosophy, possibly speak tongues/beat drum, abyssinian, street baptist/Rap this in fine linen, from the beginning/my practice extending across the atlas, I begat this>>). Senza dilungarci oltre, si tratta di episodi entrati con merito negli impianti – oggi avremmo parlato di playlist – di chiunque, a ogni latitudine e longitudine.

Registrato in gran parte prima che compisse ventitré anni, il primo e unico progetto solista di Lauryn Hill ne ha imposto l’enorme talento e lo spirito autarchico, proiettando l’artista tra i nomi di rilievo della musica black. Che l’uscita chiuda una storia discografica durata non più di un lustro, al netto di un’esplicita difficoltà nel rapportarsi con l’Industria, è un fatto difficile da spiegare; non ci avventuriamo in ricostruzioni, quindi, e facciamo quanto ci compete, riportando in archivio un titolo semplicemente imprescindibile.

Tracklist

Lauryn Hill – The Miseducation Of Lauryn Hill (Ruffhouse Records/Columbia 1998)

  1. Intro
  2. Lost Ones
  3. Ex-Factor
  4. To Zion [Feat. Carlos Santana]
  5. Doo Wop (That Thing)
  6. Superstar
  7. Final Hour
  8. When It Hurts So Bad
  9. I Used To Love Him [Feat. Mary J. Blige]
  10. Forgive Them Father
  11. Every Ghetto, Every City
  12. Nothing Even Matters [Feat. D’Angelo]
  13. Everything Is Everything
  14. The Miseducation Of Lauryn Hill
  15. Can’t Take My Eyes Off Of You (Hidden Track)
  16. Tell Him (Hidden Track)

Beatz

  • Lauryn Hill: 1, 3, 5, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 15, 16
  • Lauryn Hill with additional production by Vada Nobles: 2
  • Lauryn Hill with the co-production by Che Guevara: 4
  • Lauryn Hill with additional musical contribution by Tejumold Newton: 6, 14