Large Professor – 1st Class

Voto: 4/4,5

Sarà… Sarà che se sento nominare Swizz Beats e tutti i suoi Ruff Ryders cambio canale… Sarà che Ja Rule non passa dalla porta del mio lettore CD e Nelly secondo me fa contento solo il suo fornitore di cerotti (magari pure il suo gioielliere)… Sarà che al solo utilizzare la parola R’n’B mi vengono crampi e nausea come quando sforo i due litri di Guinness, che per me Eminem avrebbe tranquillamente potuto fare il gelataio o il parrucchiere per signora o forse sarà che non mi sono ancora accorto di cosa sia davvero buona musica… Non so. Io alla fine chiedo cose semplici: una bella batteria marcia al punto giusto, uno di quei groove più sporchi dei miei calzini della settimana scorsa, stilettate di scratch al plesso solare e un genuino e sano acrobatismo lirico senza rete. Da qui parte il viaggio in “1st Class”, nel sole. E’ Hip-Hop, radioattivo, acceso, riguarda quei tempi. Tempi di batterie in loop da prima che insegnasse a un giovanotto di nome Chris Martin (il soprannome è superfluo) a usare l’SP1200, quella stessa batteria elettronica che vendette, causa cambio attrezzatura, a un altro promettente giovanotto di nome Jerry Tineo, che attualmente si fa chiamare JuJu, in forza alla scuderia Beatnuts. Altri fanciulli illustri diventati uomini platino e multiplatino grazie ai suoi consigli? Anthony Johnson e Nasir Ben Olu Dara Jones, noti nelle strade del Queens e del mondo come Prodigy e Nas. Ancora, vi dice qualcosa il nome Native Tongues Posse? Informatevi, magari potreste chiedere direttamente a lui, di sicuro c’era.

Se fosse tutto qui sarebbe (solo) il più grande talent scout dell’Universo conosciuto, il bello è che c’è molto di più all’interno del suo nuovo album. Il Professore ci ha abituati bene e capite quindi che viaggiare in prima classe con lui significhi servizio impeccabile e destinazione garantita: sonorità eighties senza cadere eccessivamente nell’autocelebrazione (evidenziate anche dalle foto del booklet in cui il nostro si trova scialato su un bel sedile d’aereo che sembra uscito diretto da un sequestro di “Miami Vice”), beat da scatenare headbanger anche a un tetraplegico e stile, tanto di quello stile che solo una leggenda vivente si può portare addosso. Responso della giuria? Sta proprio come la nutella sul pane. O come il brunello sulla fiorentina. O come la Hoegaarden sul mio tavolo (fate voi). Alla grande! Non ci credete? Ok, un minuto e mezzo di “Intro”. Fossi in voi ne approfitterei per familiarizzare col flow quadrato e semplice del Professore, oltre che per allacciare le cinture e non fumare.

Via, “‘Bout That Time” è pronta per colpirvi con tutto il peso del passato, come diceva Kaos (<<remember the Bronx ‘cause they fond it/cuttin’ them old joints up by James Brown kid>>); gli archi di “Ultimate” vi girano come in un barbecue e la prova vivente che il Rap si nutre delle sue radici vi attende nei suoni anni ’80 di “Brand New”. Nel 2002 Nas dimostra di saper ancora dare emozioni in “Stay Chisel” (<<let’s take 3 brothers and put ‘em in the bing or something/who’s gonna survive the wiseman, the fool or the warrior/well if all their mind are chiseled then all of them>>), ma subito dopo “Akinyele” aggredisce il beat come pochi fanno. Q-Tip, decontestualizzato sia dai Tribe che dal fighettismo post Tribe, scrive con intensità (“In The Sun”); e, se cercate la botta in testa, subito dopo c’è “Born To Ball”, pronta a stupirvi, soprattutto quando il Pro elenca un po’ di tracce in cui ha messo le mani nella sua carriera (ci sta un bel oh cazzo!).

Ritornate a farvi cullare dai suoni superscialati di “Kool” tenendo d’occhio J-Love, che ha prodotto un beat da mal di testa, viaggiate sul flauto che vi porta in alto, ma sappiate che non c’è traccia di trippa per gatti (<<that’s why XP’s been selected/on the jukebox all you hearin’ is fake Tupacs/acting like they brand new out the box>>), tornando così sulla strada col beat teso di “The Man”. E ce n’è ancora: l’incedere sincopato, regale e assolutamente irresistibile di “Large Pro”, il flow stranissimo di “Alive In Stereo” e quello epico di “Blaze Rhymez II”, con colpi di piatti tipo marcia che staccano i woofer dalle casse; in “On” il Professore cuce un beat che solo Busta Rhymes poteva inaugurare e sul quale lo stesso Bus-A-Bus dimostra che, nonostante le carnevalate e le stronzate varie & eventuali, è ancora un grande mc. Teste avvisate, Hip-Hop al 100%, per chiudere con “Radioactive”, classica che più classica non si può.

Ora guardate l’orologio: sono passati 56 minuti più spiccioli e voi avete viaggiato, con i complimenti della Matador Airlines (la stessa che gestisce viaggi da e per gli Arsonists) nel nuovo album di Large Professor. Grazie per aver scelto questa compagnia e buona permanenza a terra. Sempre che non vogliate farvi un altro giro…

Tracklist

Large Professor – 1st Class (Matador Records 2002)

  1. Intro
  2. ‘Bout That Time
  3. Ultimate
  4. Brand New
  5. Stay Chisel [Feat. Nas]
  6. Akinyele
  7. In The Sun [Feat. Q-Tip]
  8. Born To Ball
  9. Kool
  10. The Man
  11. Large Pro
  12. Alive In Stereo
  13. Blaze Rhymez II
  14. On [Feat. Busta Rhymes]
  15. Hip Hop
  16. Radioactive

Beatz

  • Large Professor: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 11, 13, 14, 15, 16
  • Xplicit: 7
  • J-Love: 9
  • Hill: 12
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