Kool Keith – Feature Magnetic

Voto: 2,5

KoolKeithFeatureMagneticSe l’Hip-Hop, discograficamente parlando, ha circa quarant’anni, (Kool) Keith Thornton, classe sessantatré, è in piena attività da oltre trenta, ovvero da quando, con alcuni amici originari come lui del Bronx (Ced Gee, TR Love e Moe Love), formò gli Ultramagnetic MC’s; ciò che ne segue, oltre ai tre album del gruppo, è una tra le carriere più longeve e vivaci di sempre, un intreccio di titoli, alter ego e side-project che non è affatto semplice elencare a memoria e il cui valore assoluto, a onor del vero, ha registrato fluttuazioni talvolta vertiginose, affiancando gioiellini che hanno il dono dell’eterna giovinezza (“The Cenobites LP” con Godfather Don, “A Much Better Tomorrow” e “Dr. Octagon” con Dan The Automator, “First Come, First Served” nei panni di Dr. Dooom, “Masters Of Illusion” al servizio di Kutmasta Kurt) a progetti che rasentano l’amatorialità e abbiamo spesso rimosso senza particolari sensi di colpa (“Spankmaster”, “The Commi$$ioner”, la serie “Total Orgasm” e via dicendo). Proprio di recente, il Nostro sembra aver ritrovato la lena di un tempo e, a un solo anno da “Time? Astonishing!” con L’Orange (già nel catalogo Mello Music Group), seguono prima “The Preacher” e poi, appunto, “Feature Magnetic”.

Dove posizionare quest’ultimo in un percorso ricco di alti e bassi lo suggerisce un voto che sta al di sotto della sufficienza e dunque anticipa lo scarso entusiasmo provato durante l’ascolto, giudizio maturato a causa delle solite falle ravvisate nelle uscite – per utilizzare un eufemismo – meno interessanti dell’mc, in genere accomunate dalla presenza dello stesso Kool Keith alle macchine e polarizzate su tematiche sessuali/grottesche. Nel caso in esame, le premesse erano tuttavia intriganti, avendo di fronte una tracklist che, intro e bonus esclusi, propone un featuring differente per brano – e che featuring! Keith ospita in studio vecchi sodali (Godfather Don) e figure che, in quanto a schizofrenia, non hanno nulla da invidiargli (Doom), ingaggia collaborazioni dall’esito imprevedibile (Psycho Les, Necro, Slug) e richiama altri over 40 che non intendono appendere il microfono al chiodo (Edo. G, Bumpy Knuckles, Sadat X, Ras Kass); sarebbe logico aspettarsi una scaletta zeppa di oscillazioni e strutturata in accordo alle tante voci che si alternano a quella del protagonista, a farsi notare è però l’assoluta anonimità del beatmaking, affidato in gran parte a Keith (che qui si firma Number One Producer) tranne in tre strumentali a carico degli sconosciuti Ocean Ave Records, Ol Man 80zz, Futurewave e Giz.

Riferendoci al sound, la timbrica scura e il minimalismo di “Feature Magnetic” sembrano il risultato di una composizione basata sulla metodica riduzione ai minimi termini della dimensione melodica, operazione che si traduce nella rinuncia a ogni tipo di estrosità – sentore rafforzato dai troppi refrain che si limitano a ripetere meccanicamente il titolo della traccia. Fatta eccezione per il pianoforte sinistro di “Stratocaster”, i synth di basso di “Girl Grab” e la batteria robusta di “Cold Freezer”, elementi che pungono al punto giusto, a regnare è infatti l’assenza di sapori e di idee: “MC Voltron”, “Bragging Rights” e “Writers” adottano ad esempio la medesima logica, pigiando sul pattern un suono indefinibile che non varia mai all’interno del loop, “World Wide Lamper”, “Tired”, “Peer Pressure” e “Life” si affidano invece ad arrangiamenti privi di qualsivoglia attrattiva. Scelta stilistica o no, il problema è che ci si annoia prestissimo.

Le poche note positive vanno allora rintracciate all’interno di una dotazione lirica che, au contraire, non difetta certo di dinamicità – né potrebbe, considerando l’ampio numero di contributi esterni. Fumetti, cartoni animati, supereroi, cinema, basket e chi più ne ha, ne metta: Keith declina ogni spunto in orgogliose autocelebrazioni, schiaffoni da elargire agli scarsi ed ego trip di ogni sorta, spalleggiato con uguale efficacia da Godfather Don, Craig G (Juice Crew!) e il buon Dumile (registrazione della voce fiacca, o sbaglio?); non che i contenuti si allontanino molto dal binario principale, salvo nella porcellona “Girl Grab” con Necro (e chi altrimenti?), nelle piccole amarezze esternate in compagnia di Edo. G e nel flusso di coscienza di “Peer Pressure”. Abbinamenti in media riusciti, vivi (di segno opposto le prove soporifere di Psycho Les e Sadat X), ecco perché – senza nulla togliere all’artista Kool Keith, fonte d’ispirazione per tanti (anche più celebrati) colleghi – “Feature Magnetic” è in sostanza un’occasione mancata, una potenziale raccolta di hit underground appiattita da una verve musicale per nulla ispirata. E a me mancano un sacco Dan e Kut…

Tracklist

Kool Keith – Feature Magnetic (Mello Music Group 2016)

  1. Intro
  2. Stratocaster [Feat. Godfather Don]
  3. MC Voltron [Feat. Craig G]
  4. Super Hero [Feat. MF Doom]
  5. World Wide Lamper [Feat. B.A.R.S Murre and Dirt Nasty]
  6. Bragging Rights [Feat. Psycho Les]
  7. Girl Grab [Feat. Necro]
  8. Bonneville [Feat. Mac Mall]
  9. Tired [Feat. Edo. G]
  10. Cold Freezer [Feat. Bumpy Knuckles]
  11. Peer Pressure [Feat. Slug]
  12. Life [Feat. Sadat X]
  13. Writers [Feat. Ras Kass]
  14. Cheesecake (Bonus Track)

Beatz

  • Number One Producer: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 10, 11, 13, 14
  • Ocean Ave Records: 8
  • Ol Man 80zz and Futurewave: 9
  • Giz: 12