Kento con i ragazzi dell’I.P.M. di Bari e Torino in “Carta e penna” e “Dimenticati”

“Carta e penna” e “Dimenticati” sono i video di due canzoni scritte dai giovanissimi detenuti degli Istituti Penali per i Minorenni di Bari (IPM Fornelli) e Torino (IPM Ferrante Aporti). La musica e le clip sono il frutto di due laboratori organizzati dall’associazione Defence for Children Italia nell’ambito del progetto europeo “Favorire la partecipazione dei ragazzi privati della libertà – CRBB 2.0”, con il supporto di Kento. Attraverso una riflessione basata sui diritti umani sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, i ragazzi hanno ripensato alla propria esperienza di vita e le loro prospettive sono state raccolte all’interno dei due brani tradotti in immagini da Michele Imperio. Il tentativo del percorso condotto con i ragazzi – dice il direttore di Defence for Children Italia, Pippo Costella – è stato quello di uscire dalla classica narrazione carceraria, che tende spesso a stigmatizzare e rischia di richiudere le storie all’interno di percorsi circolari che non trovano possibilità di cambiamento. I diritti sono stati utilizzati come mezzo per dare senso all’esperienza penale dei singoli ragazzi perché, come cita una delle canzoni, di certo questa cella non racchiude la mia storia. I due testi descrivono quindi i messaggi e le prospettive dei ragazzi sul mondo. Sono duri quando affermano siamo dei ragazzi con i sogni bombardati, chiusi in gabbia, dallo Stato dimenticati, ma sono anche pieni di speranza, lungimiranza e consapevolezza sulle possibili alternative, perché quello che mi porta fuori dalla prigione sarà la cultura e l’educazione. Per Kento non si tratta della prima esperienza da docente dietro le sbarre, il quale chiosa: la scuola, la comunità di recupero, il carcere minorile sono delle realtà solo apparentemente molto lontane. L’esigenza dei ragazzi di esprimersi e la voglia di farlo attraverso il Rap sono due costanti che attraversano tutte le fasce sociali e culturali. Il nostro primo obiettivo era quello di aiutare questi giovanissimi detenuti a dire la loro. Adesso puntiamo all’obiettivo più ambizioso, che è quello di far sentire la loro voce e le loro giustissime richieste in tutta Italia. Le musiche su cui i ragazzi hanno scritto sono state composte da Gian “Knot” Flores e Mastafive; entro fine anno sarà anche prodotto un documentario che contiene voci, esperienze e prospettive dei ragazzi e degli operatori che hanno preso parte al progetto.

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