Jangy Leeon – Full moon confusion

Quel che non s’intuiva né in “Symphony’s backline” (con Prinz) e “Lionel collection”, né nelle traiettorie di due realtà come 20100 Records e Mad Soul Legacy, cominciava a delinearsi in “L’era della bestia” e ancora più nell’ottimo “Eldorado”, rapido uno/due che ha spalancato le porte al biennio necessario per ideare e realizzare “Full moon confusion”. Diciassette brani per quasi cinquanta minuti di durata, collaborazioni non circoscritte alla propria crew, tredici produttori per un’eterogeneità stilistica che non appare mai dispersiva, gestita in prima persona dallo stesso Jangy Leeon (sono suoi mix e master); l’ultima prova del rapper milanese classe ‘87 è all’insegna di una contemporaneità raggiunta per gradi, espressione di una dimensione artistica che nel tempo ha imparato a muoversi con grande libertà, sperimentando soluzioni che prescindono dalla dicotomia underground/mainstream e non si allineano meccanicamente alle principali correnti in atto nella scena italiana.

A partire dallo Swing di “Buscaglione”, storytelling sopra le righe firmato con Axos e Lanz Khan, Jangy rompe infatti la rigidità di uno schema che tende a polarizzarsi ai due vertici (da un lato la ruvidezza estrema, dall’altro un’artefatta melodrammaticità) e attinge dalla tradizione musicale degli anni ‘50 per raccontare una notte in cui accade letteralmente di tutto. Ma anche il ritorno alle atmosfere di “Eldorado”, pregne di suoni latini, è il segnale di un approccio che si è fatto via via più personale e pertanto padroneggiato con assoluta sicurezza: “Caballero” – produce l’immancabile Weirdo – è puro intrattenimento condito da immagini esplicite e ironia (<<sono un altro che non smette, campo in contumacia/è ‘sta vitaccia troia che m’annoia se non si sculaccia/…/premio Pulitzer per ‘ste puledre, porto bene/per le cronache notturne sembra Porto Alegre>>), “Savana club” e “Bulldozer”, entrambe con Garelli alle macchine, ne seguono la scia e vanno a comporre uno dei tasselli centrali dell’album.

L’altro, volendo ragionare per insiemi, gravita attorno a un velato misticismo da intendere in chiave onirica, subliminale, senza pretendere una seriosità che a “Full moon confusion” non si addice molto. Ed è qui che l’mc si diverte a giocare coi generi, assecondando umori differenti e ammantando tutto di un profondo blu che richiama la Luna piena del titolo: dal primo estratto video “Black magic”, ipnotico, orientaleggiante e scalmanato (<<cerco il nirvana tra deliri ma non miraggi/sulla brace coi fachiri, mahatma Jangy>>), fino all’obliqua “Lost in space”, astratta (<<sai trovare pace quando tutto tace o è un’ipnosi cullata da oppiacei/sai che mi dispiace, ‘ste lettere marce so solo curarle ad antrace>>) anche grazie a un Fritz Da Cat che mancava all’appello da circa tre anni. Nel mezzo si parla di Milano in “Fatima”, si mischiano autocelebrazione e drum machine martellanti in “Armor king” e “Fuck that” (<<sarò ricco quando la tua squadra cola a picco/piña colada ed occhialata in playa a Salonicco/meglio arrogante a un finto umile/tu tra le pussy umide fai musica per l’U.N.I.C.E.F.>>), si sfiora l’introspezione in “Screwdriver”, il cui senso di rivalsa sembra mirare a un destinatario preciso.

Temi a parte (sovente avvolti in un’acre e densa coltre di fumo…), è interessante notare come alla numerosità di sfumature presenti nel sound Gianluca abbini una scrittura altrettanto fluente, istintiva, dando un peso non secondario ai refrain e marcando con forza sia voce che interpretazione. Più della contrapposizione tra sample e synth, più delle casse potenti e gli snare della 808, il carattere peculiare di “Full moon confusion” è dato appunto dalla non ortodossia di una componente lirica che, pur non rinunciando al ricamo tecnico (rime nel mezzo del verso e allitterazioni non mancano), a conti fatti si rivela alla portata di un’utenza variegata, invece che delimitata all’interno della solita calca di esperti. Lungi dal volersi misurare col Pop, la performance del protagonista è il fulcro di un’operazione che non avremmo saputo immaginare a scatola chiusa, equilibrata (e non è semplice) nel dosare estro, esperienza e passione.

Ritenendo fosse questa l’ambizione iniziale di Jangy Leeon, l’obiettivo è da considerarsi raggiunto.

Tracklist

Jangy Leeon – Full moon confusion (No label 2020)

  1. Black magic
  2. Di troppo
  3. Buscaglione [Feat. Axos e Lanz Khan]
  4. Fatima
  5. Voglia di vincere [Feat. Vacca, L’Elfo e Lexotan]
  6. Caballero
  7. Olimpo [Feat. Warez]
  8. Armor king
  9. Savana club [Feat. Shade]
  10. San Miguel
  11. Fuck that
  12. Notte da leoni [Feat. Jack The Smoker e Ensi]
  13. Bulldozer
  14. Lost in space
  15. Screwdriver

Beatz

  • St. Luca Spenish: 1
  • Strage: 2
  • Weirdo: 3, 6
  • Big Joe: 4
  • Yazee: 5
  • Jack The Smoker: 7
  • Vago XVII: 8
  • Garelli: 9, 13
  • Mack Beats: 10, 15
  • 2P e Adma: 11
  • Kanesh: 12
  • Fritz Da Cat: 14

Scratch

  • Dj Lil Cut: 1
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