Intervista a Musteeno e Blo/B @ Leoncavallo – Milano (05/03/2016)

In occasione del Be There Or Be Square II (di cui non vi racconto, tanto dovevate esserci per capire l’energia) mi trovo a fare una chiacchierata con Mastino e Blo/B, freschi di uscita del progetto con Apoc a nome Drammachine. Il tutto si è svolto all’insegna della più assoluta spontaneità e informalità (con vette di notevole cazzeggio) e, col senno di poi, direi in modo molto sintonico col loro stare sul palco e al microfono. Infatti, il disco di cui chiacchieriamo è davvero d’impatto e coinvolgente, come sono loro dal vivo (e poco dopo l’avrebbero dimostrato accanto a Donald D). E nulla, che dire? Eccovi una mezz’oretta di piacevolezze tra il vostro Lord Rapmaniaco e 2/3 dei Drammachine (in realtà presenti ma silenti c’erano pure Dusty Fingers e Giuliorapitaliano)!

Lord 216: …allora, ‘spetta che devo trovare il microfono… Dovrebbe essere questo… Vai. Vabbe’, ma secondo te m’hanno dotato di registratore qua? (risate, ndLordallosbobinaggio) Mettiamoci qua… Vabbe’, è tutto bagnato…
Musteeno: voglio regalarti subito un aneddoto. Stasera a cena avevo mio figlio sulle gambe, comincio a sentire del caldino e dico miiinchia maledetto, si è cagato mentre era in braccio! Invece no, ho scoperto che si era allegramente pisciato fuori dal pannolino e mi ha inondato i pantaloni. E quindi io sono qua stasera coi jeans di mio papà, che è un energumeno di quasi due metri per cento chili, che però mi porteranno un sacco di fortuna!

L: ma a noi l’oversize piace, veniamo dall’epoca dell’oversize!
M: e infatti io ho cominciato a fare il Rap perché inculavo i pantaloni a mio padre!

L: bene! Abbiamo già lo scoop. Allora, ci tengo a sottolineare alcuni aspetti fondamentali. Primo è che non ho preparato alcuna domanda perché ho detto bon, ce la facciamo fuori a chiacchiera che mi piace di più; il secondo è che metto a disposizione vostra la mia lunga esperienza di intervistatore che consta esattamente di un’intervista, però sono partito bene. Intervista ai Gangrene; e, tra l’altro, ci tengo a ringraziare Blo che durante il live era davanti a me e mi ha appiattito tipo quattordici dita dei piedi! (risate, ndLord) Il mio podologo ti ringrazia!
Blo/B: sì, ero leggermente galvanizzato quella sera…
L: infatti una delle domande sarebbe stata chi sono i vostri gruppi americani, ma tu non rispondi, lo sappiamo già!
B: i tuoi piedi lo sanno benissimo!

L: dai, allora iniziamo. Come va? Come sta andando?
M: io sto imbiancando casa perché sta arrivando la cucina nuova! Da Dio, quindi. Significa nuovi manicaretti…
L: no, evitiamo l’argomento che sono in un regime di dieta piuttosto rigido…
M: anche io! E’ quella la figata, è quando c’hai i paletti che puoi esprimerti al meglio, alla fine! Perché se puoi fare tutto il cazzo che vuoi strafai, capito? Adesso, siccome devo togliere carne, affettati, stronzate…
L: sei stato dal mio stesso osteopata?
M: eh, t’ha detto che c’hai l’acido urico alto?!

Intervento salomonico di Blo: li lascio esaurire le minchiate, poi parlo io (oh, io risate non lo scrivo più, tanto avete capito il mood della faccenda) – segue una dissertazione sull’importanza del cibo giunti a una certa età… Comunque conclusa con Musteeno che dice vabbe’, poi ci giriamo le ricette, ora parliamo di Rap. Da qui in poi l’intervista rientra in binari maggiormente convenzionali, eh…

L: allora, di nuovo, come va? Come sta andando il disco? Siete carichi, suonate…
M: carichi… Io sono carico da 37 anni, stiamo cercando qualche modo per spegnermi un attimino perché non se ne può più!
B: carichi, sì, il disco sta andando bene, soprattutto dopo la release del vinile sta girando molto meglio, la presentazione è andata bene.
L: e tra l’altro mi pare che quello live sia anche un ambiente in cui vi trovate parecchio a vostro agio. Vi divertite sul palco.
B: be’, direi…
M: ma non la vedi la mia faccia da cazzo?!

L: ecco, domanda che non fa mai nessuno. Quanto cazzo vi divertite a fare il Rap?
M: be’, io comincio ad avere una certa età, non penso sarei arrivato fin qui se non mi divertissi. Al di là di tutte le robe quella è la cosa principale. Che non è così scontata, eh.
L: anzi, ne vedi parecchi che salgono sul palco e sembrano chiedersi ma io qui che cazzo ci sto a fare? Però, vabbe’… Questa la tagliamo (rivolto al microfono: BRA, LA TAGLIAMO, TRANQUILLO! Che poi mi cazzia… ndLord)

L: ok, quindi il disco sta andando bene. Siete soddisfatti di com’è venuto?
B: siamo soddisfatti, sì, siamo soddisfatti. L’unica cosa è che a saperlo avremmo fatto uscire il vinile prima degli MP3, perché ho imparato una roba: anche nell’era dell’MP3 la gente vuole qualcosa, un supporto fisico. Che sia CD, che sia vinile… La mossa è stata: facciamo gli MP3, facciamo il vinile perché tanto prendono il CD e lo rippano e invece un botto di gente c’ha chiesto il CD, il che mi ha aiutato a capire questa roba qui.
M: anche farli uscire contemporaneamente non sarebbe stata male, solo che per il vinile ci vuole una serie di accortezze, master diverso… Fai conto che l’uscita ufficiale è stata 5 mesi dopo quella su Bandcamp. Questo non posso dire che c’ha penalizzato perché comunque il vinile è andato strabene. Fai conto che metà delle copie autografate (100, ndLord) sono andate via prima dell’apertura della vendita ufficiale, quindi bene, ci siamo pagati le spese di stampa coi pre-order…

L: da quanto ho capito, è nato in maniera abbastanza istintiva, c’avete messo poco a passare dall’idea al realizzarlo…
M: quattro giorni! C’abbiamo messo quattro giorni, in quattro giorni abbiamo scritto, registrato le tracce… Quello che c’è voluto di più è stato il tempo di mixaggio, affinamento, arrangiamento, master e queste robe qua. Però il succo, la noce è stata fatta in quattro giorni.
L: eh, quando ho letto ‘sta cosa qui mi è venuto in mente un altro disco italiano scritto, prodotto e registrato al volo… Sempre da un trio… Vi viene in mente niente? (Lordtrivialpursuit)
(Attimo di perplessità…)
Giulio (top seller, compagno di ballotta da party): Melma e Merda.
M: hmmmm… Chapeau per il paragone! Bella!!! Sì, può darsi che l’energia che abbiamo messo sia proprio quella lì. La voglia di far uscire una roba che sia d’impatto, che non stia a tirarsi troppe pippe su argomenti, il più spontanea e naturale possibile.
B: quella, sì, immagino sia stata un punto di forza e un punto in comune.

intervistadrammachine2016

L: e immagino che la scelta dei featuring sia stata presa con le stesse modalità.
B: esatto. Be’, Francesco (Paura, ndLord) è praticamente il padrino del progetto (Musteeno in sottofondo, con invidiabile accento siculo: IL PADDDHRINO, ndLord).
L: be’, ha anche il phisique du role…
B: esatto, aveva anche il gessato quando ce l’ha detto…
L: …vi ha fatto un’offerta che non potevate rifiutare!
B: sì, nel senso che io stavo lavorando al mio disco con Apoc e Apoc mi ha detto facciamo una roba assieme
M: io mi sono trovato una testa di cavallo nel letto!
B: ci siamo beccati a un suo cypher e Paura ci prende da parte e ci fa voi due dovete fare un prodotto insieme, siete i miei preferiti in Lombardia, allora minchia, ho unito le cose e ho detto lo accontentiamo Francesco?
M: io, quando si tratta di fare il Rap con qualcuno che spacca, non mi tiro mai indietro e pronti via. Poi ho sentito i beat di Ale (Apoc, ndLord), cioè… Di solito se sento una roba che mi piace, prendo e vado. Le cose di Ale le avevo sentite un po’ di sfuggita, se devo essere onesto, e quando me l’ha proposto Luca (Blo/B, ndLord) ho detto sì, fammi sentire. Minchia, ho sentito i primi quattro e ho detto sì, è lui, vai! Ha tirato fuori dei cannoni e tutto è andato di conseguenza.

L: quindi adesso, oltre a portare in giro il disco, state producendo cose nuove – a parte la cucina imbiancata intendo?
B: io sono a tre quarti di mix del disco, poi in più ho appena iniziato un progetto che lo oserei chiamare whaddafuck e non voglio dire un cazzo… Però è una roba strana. E stiamo già iniziando a pensare ai beat per un progetto Maad Block ufficiale, dopo il tape.
M: io invece sto gestendo gli arretrati! Perché devo fare ancora tre dei quattro EP (una quadrilogia di EP monotematici sui quattro elementi; il primo, quello sul fuoco prodotto da Ffiume, è uscito per Strettoblaster nel 2014, (vedi qua, ndLord), quello sull’acqua è praticamente pronto, devo solo registrarlo, per gli altri due ho già i beat, sto cercando di tenere buoni i produttori per giustificare il mio ritardo… Ma ce la facciamo!
L: tra l’altro, un progetto ambizioso…
M: sì. E, tra l’altro, oltre a quello ovviamente io non è che cerco di fare una roba sola, mi infogno sempre in mille cose, ma va bene così, poi le porto a termine!

L: infatti poi volevo chiederti di Street Arts Academy, che mi pare di capire sia una cosa a cui tieni parecchio.
M: sì e adesso sto cercando di farlo diventare il mio lavoro, assieme alla musica ovviamente. Mi sto concentrando solo su quello e sto cercando di dotarmi di un team di persone bello determinato a fare la stessa roba, i progetti sono fighi, stiamo mettendo a punto delle cose potenti tra centri di aggregazione giovanile, scuole, poi ho avuto questa esperienza nuova questa settimana con Kiave che mi ha portato alla Circondariale di Monza… Prima volta… E ad entrare in un carcere si è aperto un universo. E’ sempre più la mia strada, sempre più convinto che sia la mia strada.
L: ma come ci sei arrivato? Da un lavoro come educatore?
M: no, in realtà dei ragazzi a Bologna mi avevano proposto un progetto dentro una scuola di obbligo formativo, cioè con ragazzi che vengono messi per forza dentro una scuola… E io non ero per un cazzo un educatore, facevo il Rap a Bologna in quel periodo lì e loro m’hanno chiesto di fare un laboratorio il cui obiettivo era quello di registrare il video di un mio pezzo. Mi avevano detto secondo noi vai bene per fare una roba così coi ragazzi e io ho detto boh, proviamo. Gli ho detto però non giriamo un video mio, perché non vengo a fare la star dentro le classi di obbligo formativo, giriamo un video loro. Gli spiego cosa faccio, se qualcuno vuole provare a scrivere delle rime, a stendere qualcosa sul beat, andiamo a registrare e alla fine abbiamo fatto il video dei ragazzi.

L: e magari qualcuno lì c’ha trovato la sua strada. E questo mi fa venire in mente una cosa: per voi quale è stato l’innesco? La canzone, il pezzo, il breaker visto ballare che v’ha fatto dire minchia devo fare questa cosa, ve lo ricordate?
B: per me è stato più che altro coi graffiti, vedendo le murate a Milano. Poi la mia famiglia è brindisina di origine ed ero giù in Puglia in vacanza, mia cugina era compagna di classe di Wany e mi ha fatto vedere le sue cose, i suoi disegni, quello è stato credo uno dei primi momenti di flash per l’Hip-Hop.
M: io invece ho visto dei ragazzi che ballavano in un campeggio in Sardegna. Ai tempi mi piaceva una cifra ballare, mi piaceva Michael Jackson a valanga, infatti andai al Brianteo a vedere il suo concerto del Dangerous Tour. Per me è ancora il concerto più bello che ho visto in vita mia. Ho visto ‘sti tipi che ballavano e la prima roba che mi son detto è stata cazzo, ma Michael Jackson ‘sta roba non la fa! e ho subito voluto farla anch’io. Mi sono scassato, ho capito che non era il mio…
L: quindi nasci come breaker?
M: be’, nasci come breaker è un po’ grossa. Diciamo che ho fatto dei tentativi per capire cosa fosse e, più che altro, mi sono appassionato di brutto alla disciplina del writing. Però fino a una certa età non sono mai salito sul treno. Ho prima sviluppato bene il Rap, mi dilettavo sul muro, anche in linea, però non posso dire di essere stato un writer vero. Poi ho capito che faceva tutto parte della stessa roba, perché prima per me erano tutte cose a sé stanti, e lì è nato l’ammore, diciamo.

L: e a questo punto la domanda sull’Hip-Hop bisogna farla. Come lo vedete? Come siamo messi?
B: mah, io non la vedo male sinceramente. Per l’mcing adesso la vedo bene, c’è un approccio diverso, sarebbe ipocrita non dirlo, che però può essere sbagliato come giusto. Perché, ad esempio, quanti breaker con cui giravo alla fine ascoltavano solo Funk ed Electro e del Rap non glie ne fregava un cazzo, quanti writer ascoltavano la musica magari senza legare… Io, ripeto, a livello di qualità, anche per la facilità con cui si hanno gli esempi, la vedo bene, vedo anche i suoi ragazzi della scuola – Musteeno: nonèunascuolaaaaaaaporcaput…, ndLord – sì, dell’associazione, e vedo già un livello più alto di quando abbiamo cominciato noi. Abbiamo imparato a tirare con l’arco senza sapere che cazzo fosse un arco, loro invece lo sanno già. Però questa cosa va anche bene, con tutta la quantità che genera i mostri che è anche normale che ci siano. Cioè, mi è capitato molte più volte adesso di vedere ragazzi di vent’anni dal vivo e dire ah, minchia! ed è una bella cosa, secondo me.
M: guarda, posso darti una risposta un po’ bastarda? Io ogni tanto mi faccio un po’ cagare per quanto possa sembrare ottimista, in realtà non lo sono per un cazzo, ma l’unica roba che è cambiata siamo noi. Dai tempi per me non è cambiato un cazzo, perché da pischello di provincia della minchia dovevo prendere e ricercarmi le robe dato che quel che arrivava a casa mia era merda, fondamentalmente. Quindi, mantenendo quest’attitudine, secondo me non è cambiato un cazzo, perché ho la possibilità di andarmi a cercare le situazioni che per me sono positive. Quelli che dicono non ci sono più le jam di una volta, oltre a farmi girare i coglioni secondo me dicono una stronzata, perché io ti posso citare almeno un fatto grosso all’anno dove mi piace andare, partecipare o comunque che io so che c’è, capito?
B: (indicando intorno, ndLord) questo è un esempio, la jam che c’è stata per Twice quest’estate. Le cose ci sono e quando ci sono, sono anche organizzate in maniera figa.
M: ci va la voglia e la costanza di sostenere certe situazioni. Un po’ come il discorso dei CD. Adesso si rippano tutti le cose… Insomma, è anche l’epoca in cui col crowdfunding esplodono dei dischi. E’ l’epoca in cui si riempiono serate che io non mi sarei nemmeno mai immaginato potessero esistere. Quindi dipende da come vedi il bicchiere, io necessariamente lo vedo mezzo pieno perché mi vado a cercare le cose che mi piacciono, ma è sempre stato così.

L: ok. Vi faccio una domanda che ho fatto anche prima durante la conferenza (con Marley Marl, Craig G e Donald D, ndLord), ma che credo di non aver espresso bene. Questa cosa che si sente dire, che si legge, che il fatto che ci sia tanto mainstream dia per proprietà transitiva maggiore visibilità all’underground, secondo voi è vera?
B: secondo me, sì. Non in senso assoluto, che chiunque si ascolta i Dogo e Marra arriva a scavare, però è un filtro. Io ho iniziato ascoltando gli Articolo 31; gli Articolo 31 che cos’erano? Ho fatto Articolo 31, Sottotono, Neffa, Cypress Hill. E’ stato un processo a scavare, c’è chi lo fa e chi non lo fa. Questa cosa più estesa, per il calcolo delle probabilità fa sì che ci siano più persone che vogliono scavare. E poi, parere impopolare: un ragazzo di vent’anni che si ascolta Marra che comunque, a livello di sound, può non essere quello che… Però hai una base tecnica. Insomma, tutto si può dire, ma non che Marra non sappia fare il Rap. Opinione mia, eh. Poi io sarò milanese, ma certe figure le ho viste dall’inizio e per me rimangono importanti. I Dogo li ho sempre visti da quando avevo sedici anni, prima come Sacre Scuole… Sarà la mia campana milanese.
L: hai sempre vissuto a Milano?
B: sì, sempre.
L: tu (rivolto a Musteeno, ndLord) invece hai avuto, dicevi, l’esperienza a Bologna e magari l’hai vista diversamente.
M: mah, non so cosa risponderti, nel senso che il gioco va di pari passo. Anche nei tempi in cui andavano forte gli Articolo, comunque c’erano Neffa in televisione, Kaos all’MTV Day e via dicendo… Il fatto che ci siano i Dogo è la controparte di Ensi che va in televisione. E non è neanche la controparte, magari, è un momento di attenzione particolare verso il genere… Non lo so, mi pare che ‘sta roba la vediamo succedere a cicli. Sul rapporto tra l’una e l’altra cosa non so dirti, perché comunque anche quando il genere non va, c’è tutto un fermento che va avanti lo stesso. Contro la statistica non puoi dire un cazzo, è logico che i grandi numeri portino cose.
B: e diciamo che il Rap, con queste ultime ondate, si è più affermato come genere. Un Nitro… Gente così non ha più bisogno, per fare i dischi in Universal, di metterci dentro il cantatino o di bagnare le ragazzine. E’ quasi il Pop che si sta piegando al Rap. Poi vabbè, siamo in Italia, ma questo è un altro discorso. Però secondo me in questi anni il Rap non è più quello del oh, fai il Rap, le corna e le cose
M: negli anni in cui si facevano i cypher si diceva il Rap lo devono ascoltare tutti. Beh, ora è successo. Ora realmente lo ascoltano tutti.
B: chissà che figata sarebbe se fosse come in America che anche i tabbozzi delle panche s’ascoltano il Rap… Eh, adesso c’è.

L: ok dai. Facciamo una passata veloce sui dischi. Ditemi quelli della vita.
M: Company Flow, “Funcrusher Plus”, Cannibal Ox, “The Cold Vein”, Blackalicious sono indeciso tra “NIA” e “Blazing Arrow”… Ma quanti?
L: mah, qualcuno… Tra un po’ dovete suonare, fate un po’ voi!
M: dai, basta. Vai tu. Ah, di italiano “Dalla sede”.
L: eh no, quella era la domanda dopo!
B: ok, allora… Americani: “Train Of Thought” di Talib e Hi-Tek, “Aquemini” degli Outkast, “When Disaster Strikes…” di Busta Rhymes; più nuovi “Watch The Throne” di Kanye e Jay-Z e, non è un disco della vita ma tra i più belli degli ultimi dieci anni, “My Name Is My Name” di Pusha T e poi altri che magari ora non mi ricordo…
L: e in Italia? Sarò clemente: dischi che vi hanno formato…
M: tutti!
L: è una risposta bellissima!
B: “La grande truffa del Rap” è la mia bibbia, per me è il disco più bello, poi “Messaggeri della Dopa” e anche Kaos fu molto formativo ai tempi… “Fastidio”…
L: da fan, poi, trovartici a suonare assieme è una delle cose fighe dell’Hip-Hop…
M: io ancora mi cago sotto, con alcuni!
L: no, adesso ti devo chiedere con chi!
B: il timore reverenziale?
M: no, è proprio il desiderio di fare una roba all’altezza. Ma anche con quelli più giovani, eh, te lo dico tranquillamente. Tipo se salgo sul palco con Don Diegoh mi devo bello concentrare, se salgo sul palco con Curci, uguale.

L: ci sta. Allora, io di solito a questo punto apro il momento marzulliano dell’intervista. Partiamo leggeri: una cosa che invidiate e una che non sopportate dell’altro.
B: allora… Una cosa che invidio di lui è la naturalezza con cui è sul palco. Vedere una persona con quella giocosità nel fare le cose che ha un Clementino, che ha un Don Diegoh, un Moddi… Cioè, che vedi che fanno Rap come respirano, come se ti parlano, quella naturalezza nel gesto. Che non sopporto è che c’ha una testa di legno rispetto alle nuove uscite – Musteeno: manonèveeeeeeroooo, ndLord – cioè non è tutto figo… Vabbè, dovevo trovare qualcosa.
M: quella degli ascolti tra noi è veramente pesa…
L: (a Blo, ndLord) vedo su internet che sei sul pezzissimo con le uscite nuove.
B: sì, sì…
M: beh, ma è anche il nostro bello. E’ stata la scintilla, il fatto di clashare, sempre buttata sulla stile. Io di lui, a parte la barba che giàssai, quello che gli invidio è di avere un modo di stendere le rime che è immediatamente riconoscibile in qualunque cosa gli si chieda di fare. E’ veramente versatile come mc, puoi chiedergli di cimentarsi in una gamma veramente ampia di robe – Blo: non me l’avevi mai detto questo, grazie!; Musteeno: eh, perché lo so che poi ti vengono i pensieri strani a te!, ndLord – e però lascia sempre la sua impronta, nonostante abbia un ottimo raggio d’azione. Una cosa che non sopporto di lui (silenzio, ndLord) – Blo: ci sta pensando. Brutto segno…, ndLord – no, no, ce l’ho. Ma voglio dirla senza che ti offendi! No, ok, a parte le cazzate: si lancia, a volte in maniera troppo irruenta. Cioè, io sono un po’ più freddo su certe robe, lui reagisce un po’ di scatto. Mi piacerebbe consigliargli di limare un po’ questo lato della sua personalità, però non sono un suo genitore – Blo: e non sei il primo che me lo dice, ndLord.

L: ok ragazzi, domanda Mostro Finale. Mi dispiace che non ci sia Apoc, comunque… Vorrei sapere che cosa avete pensato la prima volta che avete visto il video di Spitty Cash.
B: a me sinceramente ha fatto piegare in due dal ridere. Era appena esplosa la storia! E comunque è il capostipite assoluto del Lol Rap, alla fine lui ce l’ha spiegata come una cazzonata sfuggita di mano e ci sta benissimo.
L: l’ha fatto talmente bene che c’era rimasto il dubbio, lo fa davvero? No, no, è un troll
M: io invece la prima roba che ho detto è stata ma che cazzo è sta roba?! e mi ricordo che mi ha fatto esplodere un commento sotto il video che diceva guarda, c’è il centurione che sta rotolando dal ridere ed era quella statuina del cazzo in stop motion che rotolava. Quella roba mi è rimasta sottopelle e, ti giuro, solo pensando a quella roba lì rido.

L: bene, siamo giunti al termine. C’è qualcosa che vi sentite di dire utilizzando i potenti mezzi di rapmaniacz.com?
B: compratevi il disco!
M: anzi, compratevi i dischi, il nostro anche, ma in generale la mia impressione è che ultimamente sia tutto un po’ troppo dovuto. Vaffanculo. Comprate i dischi e supportate gli artisti!

Note a margine. Una mezz’oretta dopo Donald D li chiama sul palco per eseguire “Hades”. ‘Na mazzata che non vi racconto, ma andateveli a sentire dal vivo che ve la spiegano loro in diretta.

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Lord 216