Intervista a Dj Rogo (26/03/2018)
Chi conosce RapManiacZ fin dalle sue prime recensioni, conosce di riflesso anche Dj Rogo. Salernitano, classe ’79, dj del collettivo Cafardo Energizer e poi produttore del trio Tropa d’Elite, Lino G***i è entrato a far parte della nostra famiglia nel lontano settembre del 2001, accompagnandoci coi suoi commenti fino alla metà del decennio. Più che dietro una tastiera, tuttavia, il suo profilo lo associamo a due piatti e un mixer; Rogo ha infatti partecipato a una fitta serie di jam e concerti, affiancando innumerevoli artisti della scena underground e promuovendo sempre lo spirito più genuino della Cultura Hip-Hop. Presupposti da cui nasce appunto “Boxcutter”…
Bra: per te l’esperienza solista – se così possiamo definirla, dato il numero di collaborazioni che hai riunito – arriva dopo una lunghissima gavetta; da quale spinta interiore sboccia “Boxcutter” e quanto tempo ti è occorso per realizzarlo?
Dj Rogo: “Boxcutter” non è nient’altro che il riassunto della mia ventennale esperienza nel mondo dell’Hip-Hop, quindi esprime la voglia di dire che ci sono e che ci sarò anche come produttore. Per realizzarlo mi sono occorsi circa tre anni d’intenso lavoro, tantissime telefonate e molta, molta pazienza; alla fine, però, ce l’abbiamo fatta.
B: basta dare una veloce lettura alla tracklist per rendersi conto che gli mc’s presenti in “Boxcutter” sono stati reclutati all’interno di una cerchia molto ampia, dai tuoi compagni di crew a diversi volti noti del Rap campano, passando per qualche mostro sacro della scena e degli emergenti di valore; quanto è stato complicato mettere assieme una squadra così varia e chi non sei riuscito a coinvolgere nonostante avresti voluto?
DjR: quando ho iniziato a lavorare a “Boxcutter” il mio intento era quello di non chiudermi solo agli amici campani, ma cercare di aprirmi verso l’intera scena italiana. E’ stato difficile mettere tutti assieme, davvero molto difficile, ma ne è valsa la pena perché credo che così il disco potrà piacere un po’ a chiunque. L’artista con cui avrei voluto collaborare senza riuscirci è sicuramente Noyz; però magari proverò a contattarlo per l’album nuovo, chi vivrà vedrà…
B: in sostanza, nel disco hai capitalizzato esperienze vissute in concreto condividendo il palco con altri artisti, coinvolgendoli in iniziative organizzate assieme a Dint Movement e confrontandoti con tanti nomi che provengono dalla vecchia scuola. Quanto ritieni importante – ancora oggi – vivere l’Hip-Hop sul campo, ovvero oltre lo schermo di un PC?
DjR: è fondamentale! L’Hip-Hop nasce per strada, nelle jam, ai concerti, alle battle; senza tutto ciò, secondo me, non puoi neppure utilizzare il termine Hip-Hop. Purtroppo internet sta un po’ distorcendo questa realtà, ma per fortuna c’è ancora chi ci crede e spinge forte le cose come si dovrebbe.
B: approdi al beatmaking dopo aver fatto il dj per più di una decina d’anni – la tua prima produzione di cui ho memoria è quella per “Rint a merd”, un pezzo del primo demo di Rocco Hunt (all’epoca Hunt MC) del 2010, “A’ music è speranz”. Come mai hai atteso così tanto prima di tentare questa seconda strada?
DjR: ho iniziato a fare il dj nel 1994 e dal 1997 mi sono dedicato all’Hip-Hop, quello underground in particolare. Ricercare è stata sempre la mia priorità, non accontentarmi mai; e dopo aver ascoltato tantissimo Hip-Hop, nel 2008 ho deciso che era il momento di provare a fare il produttore sfruttando il grande bagaglio acquisito. Prima, semplicemente, non credo avrebbe avuto alcun senso.
B: il tuo è un background principalmente basato sull’Hip-Hop proveniente dagli Stati Uniti; quali sono le figure che, nell’avvicinarti alla produzione, hai studiato di più?
DjR: RZA, Alchemist, Dj Premier, El-P, Apollo Brown… Li conosci. Sono tanti e tutti a loro modo utili allo studio di questa cosa e a farmi diventare quello che sono.
B: per “Boxcutter” ti sei affidato con decisione al sampling e quindi a macchine analogiche?
DjR: è tutto concentrato nel diggin’ spietato e sono sempre in giro a cercare dischi nuovi. Per produrre uso un set composto da Akai MPC1000, Microkorg e Cubase come sequencer.
B: quali sono i tre sample presenti nel disco di cui sei più fiero?
DjR: non te ne posso dire solo tre, perché se il beat sta sul disco significa che il campione utilizzato mi è piaciuto tanto e che l’ho lavorato a lungo. Dovrete scoprirli tutti voi…
B: l’amore per il vinile si è tradotto nella scelta di stampare “Boxcutter” – altrimenti disponibile nel solo formato digitale – in 250 copie dedicate appunto ai collezionisti più incalliti. Che effetto fa vedere il tuo disco accanto a quelli che ti hanno accompagnato per un’intera vita?
DjR: per un collezionista come me, il sogno più grande era far uscire il disco in vinile. E’ una sensazione bellissima, unica. E’ fantastico poggiare la puntina sul piatto e ascoltare la propria musica… E’ emozionante!
B: state valutando anche la realizzazione di una versione in CD?
DjR: niente CD, no. Doppio LP e versione digitale, che di fatto ha sostituito il supporto fisico: la gente vuole ascoltare la musica sul cellulare o al PC e noi dobbiamo adattarci. Concedendo ai collezionisti una possibilità in più, è chiaro.
B: promozionalmente, dopo aver presentato “Boxcutter” al Disclan di Salerno cos’avete in programma con Dint Recordz e Label XXXV?
DjR: inizieremo un tour in giro per l’Italia. Abbiamo già un po’ di date chiuse e ne arriveranno altre, basta seguire le mie pagine Facebook e Instagram per rimanere aggiornati, dato che ufficializzeremo quanto prima tutto.
B: il primo estratto video è “Come cani” con File Toy e Claver Gold. Ritieni si tratti del brano più rappresentativo del disco?
DjR: il singolo non è stato scelto perché più rappresentativo di altri, semplicemente nei vari ascolti che abbiamo fatto è piaciuto di più. E infatti sono contentissimo di aver lavorato con due pesi massimi come Claver e File, ne è venuto fuori un bel pezzo e non mi stupisce che il risultato abbia portato all’estratto con cui presentare l’album.
B: l’episodio che proprio non mi aspettavo è invece “Dying to live” con Karma, un brano cantato e molto melodico. Dobbiamo aspettarci altri esperimenti di questo tipo?
DjR: nessun cambiamento! Ho solo deciso di sfruttare al massimo le potenzialità di Karma, facendola sentire a suo agio con un pezzo (una cover) cucito addosso a lei. La ragazza merita e quindi dovevo creare qualcosa che la valorizzasse al 100%.
B: ma il tuo motto è ancora hardcore is (r)evolution?
DjR: sempre!
B: dato il tuo passato da rapmaniaco, non possiamo che congedarti con qualche suggerimento per i nostri lettori; “Boxcutter” a parte, cosa vale la pena ascoltare in un periodo così poco stimolante come quello in corso?
DjR: di recente sono rimasto stupito dall’album di Milano Constantine, “The Way We Were”; anche il ritorno di Showbiz & A.G., “Take It Back”, l’ho trovato bello potente. E poi vabbè, c’è Sean Price, sempre numero uno anche dall’aldilà.
B: in bocca al lupo per “Boxcutter” e per le date che ti aspettano.
DjR: un saluto a tutti i lettori di RapManiacZ e a chi spinge questa solida realtà oramai da tanti anni!
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