Ill Bill – La Bella Medusa

Voto: 3,5

Annunciato (e dunque atteso) da mesi, “La Bella Medusa” è il sigillo che Ill Bill appone a un biennio di notevole impegno, con un EP (“Pulp Phixion”, su produzioni del nostrano Sunday), due progetti ufficiali (“Cannibal Hulk” con Stu Bangas e “Gorilla Twins” con Nems) e la solita carrellata di featuring atti a confermare il maggiore dei fratelli Braunstein tra le colonne portanti dell’hardcore newyorkese, ambiente che bazzica oramai da circa un quarto di secolo, in solitaria come nelle diverse formazioni che l’hanno visto protagonista (Non Phixion, La Coka Nostra, Heavy Metal Kings). Cosa aspettarci, dunque, dal quinto album – escludiamo dal conto team-up, mixtape e affini – che il rapper pubblica per la sua Uncle Howie Records? E, soprattutto, siamo più nei pressi di “The Grimy Awards” o di “Septagram”?

Rispondo così: “La Bella Medusa” è, nel bene e nel male, esattamente ciò che avevamo pronosticato ascoltando i tre singoli che ne hanno preceduto l’uscita. Il primo è “Watch The City Burn”, reunion dei Non Phixion a sedici anni dall’ultimo incrocio di Bill con Lord Goat/Goretex e Sabac Red, ispirata e innescata dalla cronaca statunitense (<<they killed George Floyd, fuck the Police/strictly copkiller shells, no justice, no peace>>) e dotata di un adeguato contrappunto nella strumentale abbastanza classica a firma Dj Skizz – l’intesa tra i tre, di per sé, è un collante inesauribile. Segue, corredato dal relativo video, “What’s My Drug?”, sorta di storytelling che ribadisce temi già cari al Nostro, dalla corruzione delle forze dell’ordine al complottismo strisciante (<<listen, don’t make a fucking jerk out of me/I ain’t gettin’ fucked like Gribbs, they murked Prodigy/they killed Biggie Smalls and Jam Master Jay/what the fuck is really goin’ on? Somebody has to pay>>), con un beat scuro ma non entusiasmante di Stu Bangas. “Be Afraid!”, infine, sigla un terzetto d’eccezione assieme a Conway e Pharoahe Monch, tutti impegnati in gustose barre autocelebrative ben sostenute dalla tensione orchestrata da Furio – altra clip. Presi uno ad uno, ciascun brano ha la sua ragion d’essere; in assenza di un concept unitario, tuttavia, notiamo altresì un livello solo sufficiente del beatmaking, una modesta percentuale d’originalità e un ricorso troppo insistito alla partecipazione esterna.

Tratti, questi, che riscontriamo lungo l’intera tracklist. “Illest Killers”, ad esempio, spreca un Tech N9ne che non si risparmia (extrabeat, offbeat, rime interne, allitterazioni…) con una sciatta composizione di Ill Bill e Scott Stallone; ritornello irritante di Tony Yayo a parte, “Bora Bora Aura” è né più né meno di quanto sono soliti fare l’mc, Nems e Vinnie Paz, minacciosi come da copione; per “Call The Coroner”, invece, annotiamo una palese discordanza tra le strofe dal tono crudo, violento, e l’eleganza apportata da Dj Finn alle macchine. Il livello, comunque, non oscilla mai al di sotto del minimo sindacale; anzi, oltre alle tracce citate sopra occorre ancora ricordare l’energica “Dinner Plate”, che allarga le convocazioni ai più giovani Recognize Ali e Jay Royale, la tetra “Only Built 4 Gucci Drip” (nel frattempo Lord Goat si aggiudica la sua terza collaborazione) e “Chrissy Snow”, altro canovaccio tradizionale per l’artista di Brooklyn (si parla di droga), supportato da un Kool G Rap in deciso spolvero.

L’insieme è chiuso da “медуза” e “Superb Clientele”, interpretate dal solo padrone di casa: l’una esplicita il riferimento mitologico del bel titolo, metafora di un amore che svela presto il suo lato più pericoloso (<<my uncle Howie was a easy lover, love him and leave him/his true love was a white bitch, touched with the needle/…/she said she loved him but she lied/at their wedding she was the Grim Reaper dressed up like his bride>>), l’altra è un visionario flusso lirico che dà sfogo al Bill più autoreferenziale. Ecco, il punto sta proprio lì: l’mc gioca la mano di sempre, grosso modo con le medesime carte. Ne conosciamo in anticipo le riflessioni, il modo in cui attaccherà il microfono (che continua a piacerci!), la gamma di suoni selezionati e l’immaginario intriso di antipolitica, brutalità, citazionismo e senso di rivalsa. Di conseguenza, “La Bella Medusa” non può sorprenderci e non rasenta l’eccellenza, pur ribadendo i pregi di una carriera di primissimo piano nell’underground east coast.

Dovendo tirare delle somme, ci sentiamo di dire che l’ultima prova di Ill Bill ne mette in evidenza lo stato di forma e la grande caparbietà, combinazione che – con l’avvicinarsi delle cinquanta primavere – lo colloca tra i punti di riferimento di una scena che gli deve molto e gli tributa con affetto vero il suo profondo rispetto.

Tracklist

Ill Bill – La Bella Medusa (Uncle Howie Records 2020)

  1. What’s My Drug? [Feat. DV Alias Khrist]
  2. Be Afraid! [Feat. Conway The Machine and Pharoahe Monch]
  3. Illest Killers [Feat. Tech N9ne]
  4. медуза [Feat. Rite Hook]
  5. Justice To The People
  6. Dinner Plate [Feat. Lord Goat, Recognize Ali and Jay Royale]
  7. Chrissy Snow [Feat. Kool G Rap]
  8. Call The Coroner [Feat. Slaine and Little Vic]
  9. Only Built 4 Gucci Drip [Feat. Lord Goat and Crimeapple]
  10. Bora Bora Aura [Feat. Nems, Tony Yayo and Vinnie Paz]
  11. Watch The City Burn [Feat. Lord Goat and Sabac Red]
  12. Superb Clientele

Beatz

  • Stu Bangas: 1, 4, 7, 12
  • Furio: 2, 10
  • Ill Bill and Scott Stallone: 3
  • Ill Bill: 6
  • Dj Finn: 8
  • MoSS: 9
  • Dj Skizz: 11

Scratch

All scratches by Dj Eclipse

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