Gravediggaz – The Pick, The Sickle And The Shovel

Voto: 4

Tre anni dopo aver sganciato la bomba “6 Feet Deep/Niggamortis”, i Gravediggaz sono tornati per sganciarne una seconda. Non immuni al trascorrere del tempo, anche gli scavatori di fosse hanno subito dei cambiamenti. In primo luogo i nomi: Too Poetic è diventato semplicemente Poetic (Grym Reaper), Fruitkwan ha perso un paio di lettere per ritrovarsi Frukwan (Da Gatekeeper), Prince Paul ha cambiato identità passando da The Undertaker a Dr. Strange e RZA ha imparato a scrivere correttamente il suo nome, sostituendo la a finale con un più grammaticalmente corretto or, diventando definitivamente The Rzarector. Ma la novità sostanziale tra il primo e il secondo album del gruppo è la clamorosa assenza di Prince Paul in quest’ultimo: di fatto, l’artefice principale del capolavoro “6 Feet Deep” ha abbandonato il team, producendo qui una sola traccia (tra l’altro un outro di poco più di un minuto…) e non comparendo neppure una volta al microfono.

Come potrebbe una così grave defezione essere indolore? Non può, infatti sebbene “The Pick, The Sickle And The Shovel” sia prodotto in larga parte da o con l’aiuto di RZA, supportato dai migliori beatmaker affiliati al Clan, la differenza di marcia è notevole. Tutte le tracce, prese nella loro singolarità, sono di ottima fattura, tuttavia manca quel senso di unità che legava la tracklist di “6 Feet Deep”; qui è assente, appunto, quell’atmosfera fantastica che solo Prince Paul avrebbe potuto ricreare. Detto ciò, siamo comunque di fronte a un gran bel progetto, ricco di spunti originali e ottimi beat dal forte aroma Wu-Tang. Nè potrebbe essere altrimenti, dato che RZA è spalleggiato dai fidi 4th Disciple, True Master e Goldfinghaz; ma anche Frukwan e Poetic si misurano al campionatore producendo rispettivamente una e tre tracce con risultati più che positivi, soprattutto nel caso di “Unexplained” e “Deadliest Biz”.

E sempre loro due si spartiscono la maggior parte del lavoro al microfono, sebbene The Rzarector non lesini lezioni di stile cimentandosi anche in una traccia solista (“Twelve Jewelz”). In più, ritroviamo gli ospiti fissi del gruppo, Killah Priest – superbo – in “Repentance Day” e Shabazz The Disciple in “Elimination Process”. Le tracce migliori, a mio avviso, sono quelle in cui più si respira l’atmosfera surreale e cupa che predominava nel primo episodio; cioè: su tutte “Pit Of Snakes”, poi, in ordine casuale, “Dangerous Mindz”, “Unexplained” e “Fairytalez”. In conclusione, se già con “The Pick, The Sickle And The Shovel” la dipartita di Prince Paul è un fatto, sembra delinearsi all’orizzonte, per un eventuale terzo capitolo, l’illustre assenza di RZA, lasciando tutto nelle mani dei soli Poetic e Frukwan. Sarà così? Oppure registreremo un ritorno in grande stile al passato? O, ancora, non ci sarà alcun seguito? Non ci resta che aspettare – pazientemente – che la cripta si riapra…

Tracklist

Gravediggaz – The Pick, The Sickle And The Shovel (Gee Street Records 1997)

  1. Intro
  2. Dangerous Mindz
  3. Da Bomb
  4. Unexplained
  5. Twelve Jewelz (RZA Solo)
  6. Fairytalez [Feat. Kelis Rogers]
  7. Never Gonna Come Back
  8. Pit Of Snakes
  9. The Night The Earth Cried
  10. Elimination Process [Feat. Shabazz The Disciple]
  11. Repentance Day [Feat. Killah Priest and Hell Razor]
  12. Hidden Emotions [Feat. Truemaster]
  13. What’s Goin’ On [Feat. 9th Prince and Blue Rasberry]
  14. Deadliest Biz
  15. Outro

Beatz

  • The RZA: 1, 13
  • Fourth Disciple with the co-production by The RZA: 2, 9
  • Truemaster: 3, 12
  • Poetic: 4, 10, 11
  • Darkim: 5
  • Goldfinghaz: 6, 7
  • Truemaster with the co-production by The RZA: 8
  • Frukwan: 14
  • Prince Paul: 15
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