Fritz Da Cat – Novecinquanta

Dopo l’ottima accoglienza del suo primo, omonimo disco, da Fritz Da Cat ci si attendeva un bis che confermasse la rotta. Le attese vennero ripagate da “Novecinquanta”, che a poco più di un anno da “Fritzdacat” rinnovava la formula già collaudata del disco corale convocando alcuni tra i nomi più forti del periodo, scelta che non si ripeterà per il successivo “Basley click the album”, appannaggio dei soli Fibra e Fede. In dettaglio: lo zio DeeMo e i Lordz of Vetra curano le grafiche, Double S, Vigor, Inesha, Turi e Bassi sono dietro ai piatti, diversi pesi massimi dell’Hip-Hop italiano come Kaos, Lugi, Deda, Bean e via dicendo sfilano al microfono. Il colpo, insomma, non poteva assolutamente cascare nel vuoto, tant’è che in molti ricordano il disco come uno dei migliori di quel periodo.

Il fatto che Fritz citi fin dal titolo il suo amato Akai S950 è un indizio abbastanza chiaro sul tipo di sonorità che il produttore intende proporre e, tolta la sola “Omega” (un po’ fiacca), abbiamo tredici piccole gemme. Le programmazioni sono molto curate e le batterie si incastrano perfettamente ai sample selezionati, nel complesso l’atmosfera è abbastanza lineare, con toni che variano tra il cupo (“Cose preziose”, “L’incognita”, “Giorno e notte”, “Dopo noi la quiete”, “Una minima”) e delle gustose screziature Funk (“Non c’è limite allo show”, “Garanti del talento sul 950”, “Schiaffetto correttivo”, “Microphone check”), oltre alle marcate inversioni di rotta di “Se non fumassi”, con la geniale partenza a velocità dimezzata, e la potentissima “Street opera”, sul clavicembalo di Roy Ayers per la colonna sonora di “Coffy”.

A dispetto dell’ottimo lavoro svolto da Fritz Da Cat, la sezione lirica di “Novecinquanta” non è invece sempre altrettanto impeccabile (ma si tratta di andare a cercare il pelo nell’uovo, sia chiaro), dovendo contare un gruppetto ristretto di episodi non del tutto riusciti. Prima, però, è opportuno citare le buone prove di Lugi, la coppia formata da Inoki e Joe Cassano, Deda/Chico MD in una veste molto malinconica, Yoshi in un simpatico elogio del cannone e il signor Tarducci (da notare che qui, come in “Sindrome di fine millennio”, Fabri è scritto ancora con due b). Ascriviamo invece direttamente alla voce classici “L’incognita”, con Neffa in una delle sue ultime performance Rap, “Street opera”, autentica bomba di Lord Bean in una sentita presa di posizione per i <<veri kings>>, e “Cose preziose”, un testo magnifico di Kaos, sul quale preferisco tralasciare qualsiasi commento perché do per scontato che ognuno ne conosca a memoria ogni strofa, il ritornello e perfino le pause in cui Marco Fiorito tira su il fiato per incamerare aria. Non fanno altrettanto bene, come dicevo sopra, Turi e Piotta, Bassi e CDB, impegnati più a gridare che altro, e i Lyricalz.

Mettendo tutto assieme, otteniamo un disco che si è imposto meritatamente all’attenzione degli appassionati di Rap nostrano, nonostante una piccola percentuale di sbavature che, il più delle volte, ci si dimentica di annotare. Non che il succo cambi di molto: imprescindibile.

Tracklist

Fritz Da Cat – Novecinquanta (Basiglio Flagellante Prod./CD Club 1999)

  1. Non c’è limite allo show (Dj Lugi)
  2. Garanti del talento (Piotta)
  3. Cose preziose (Kaos)
  4. L’incognita (Neffa)
  5. Giorno e notte (Inoki e Joe Cassano)
  6. Schiaffetto correttivo (Turi)
  7. Microphone check 1, 2 what is this (Bassi Maestro e Cricca dei Balordi)
  8. Dopo noi la quiete (Chico MD)
  9. Se non fumassi (Yoshi Torenaga)
  10. Una minima (Fabri Fibra)
  11. Me stesso (Lyricalz)
  12. Io sono procton (Sean e Polare)
  13. Street opera (Lord Bean)
  14. Omega

Beatz

Tutte le produzioni di Fritz Da Cat

Scratch

  • Dj Double S: 5
  • Turi: 6
  • Bassi Maestro: 7
  • Dj Vigor: 9
  • Dj Inesha: 10, 13