Freshbeat – Storytellers

La narrazione, nel Rap italiano odierno, è a dir poco ignorata. Incapaci di vedere al di là del proprio naso, la maggior parte degli mc’s sopravvive rimanendo ancorata a un modo di fare Rap che, in un senso o nell’altro, finisce sempre col parlare di se stesso. Lo storytelling, invece, viene messo al centro del progetto di Freshbeat, beatmaker di Trento al suo primo disco ufficiale ma già conosciuto per le sue produzioni sui dischi di Brain, Emergenza, Micha Soul e Blackjeekous. Trovarsi tra le mani un disco del genere, in cui ogni rapper si cimenta nel raccontare invece che nel propinarci il solito pezzo megalomane fatto di immagini concatenate in maniera solo lontanamente logica, significa che, nella scena italiana, qualcuno si sta rendendo conto che le direzioni in cui il Rap può muoversi sono molte più di quelle sperimentate dalla tradizione.

La lungimiranza nella scelta del tema comune da sottoporre agli mc’s è pari soltanto alla maestria nelle produzioni: il gusto Soul nella scelta dei campioni è sopraffino, gli arrangiamenti sono morbidi e avvolgenti, le atmosfere omogenee e adattissime a sostenere il clima delle liriche, mai spaccone o roboante ma sempre moderato e intelligente. Non che nelle performance liriche non ci sia sentimento, sia chiaro: il disco si apre con quella che è, con tutta probabilità, la perla dell’album: FatFat – che resta uno dei migliori in assoluto in quanto a credibilità, tecnica e sentimento – sforna un pezzo denso di emozione, toccante e solido come soltanto lui sa fare (per dirne una, il dettaglio sul <<cono da due euro cioccolato e menta>> è un tocco di classe davvero invidiabile). La prelibatezza del pezzo d’apertura non oscura il proseguire di “Storytellers”.

Il livello lirico è incredibilmente alto: praticamente tutte le tracce, se fossero finite in mezzo alla tracklist del disco d’esordio del rapper medio, ne sarebbero state la punta di diamante. Incontriamo storie legate a doppio filo alla cultura Hip-Hop (Amir, ad esempio, sebbene non brilli per preparazione tecnica, mette tutta la sua passione per raccontare l’iniziazione al writing di quello che potrebbe essere un qualunque adolescente che si avvicina all’Hip-Hop), autobiografie più o meno libere (la palma per la migliore storia personale va a Maxi B ma, in ogni caso, tutti sanno essere estremamente raffinati e originali, senza scadere in egocentrismi gratuiti e alternando trasporto emotivo – Shezan – con morbidezza introspettiva – i Blackjeekous), vere e proprie storie con tanto di sviluppo narrativo tra una strofa e l’altra (il rilassato viaggio senza meta di FreezeFred o Pest che, se non mette assieme il testo più pregiato tecnicamente, certamente confeziona il più originale). In aggiunta a tutto ciò, le performance di qualche nome di peso dell’underground portano il tutto a un livello raramente raggiunto in una compilation: il maledettismo scherzoso di Lord Madness (tecnicamente ineccepibile, non c’è niente da fare), la drammaticità letteraria del Lato Oscuro (una delle realtà più interessanti della scena, profondità narrativa e interpretazione di gran classe) e il colpo di genio metaletterario di Brain, che scrive un pezzo sul non riuscire a scrivere il suddetto pezzo.

Una gran varietà di voci, insomma, ospitati da una grande mente del beatmaking: un disco da non lasciarsi scappare, completo, raffinato ed estremamente emozionante.

Tracklist

Freshbeat – Storytellers (No label 2011)

  1. I got a story to tell (intro)
  2. Tra i blocchi il sole (FatFat Corfunk)
  3. La storia di Marco (Amir)
  4. Il matrimonio perfetto (Pest e Efeizee)
  5. Randagio sapiens pt. 2 (Shezan Il Ragio)
  6. Day by day (Flesha)
  7. Sabato sera (Il Lato Oscuro della Costa)
  8. Thè all’oppio (Lord Madness)
  9. Chillin (Brain e Micha Soul)
  10. Entropè (Blackjeekous)
  11. Destinazione X (FreezeFred)
  12. Gli occhi della tigre (Rade)
  13. Lacrime (Maxi B)
  14. Tutta la vita (Pensie)
  15. Beautiful shymphony (outro)

Beatz

Tutte le produzioni di Freshbeat

Scratch

  • Dj MS: 1, 4, 11, 15
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Riccardo Orlandi

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