Float A Flow – Resuscita i morti

Vengo subito al nocciolo della questione: un disco come “Resuscita i morti” riesce a farci tirare un piccolo sospiro di sollievo. Non lo dico con intenti adulatori, cercando di arruffianarmi le simpatie del gruppo salentino attraverso una patetica sviolinata; mi riferisco invece alla situazione in cui versa l’Hip-Hop italiano, promosso a genere ibrido per eccellenza, mortificato da rapper che neppure rappano più e trascinato al guinzaglio sopra palcoscenici discutibili come quello dell’Ariston (stendiamo un velo pietoso su quanti giubilano per questo straordinario risultato?). Per assurdo, in mezzo a un mare di uscite che ambiscono – legittimamente, sia chiaro – a catturare il consenso di un pubblico quanto più eterogeno possibile, sposando un gusto che sia alla portata di molti, l’eccezione è data da quei pochi che ancora esplorano il Rap e il beatmaking con genuina curiosità, dando nuova freschezza a ciò che taluni vorrebbero anacronistico, pleistocenico, morto e sepolto (locuzione che qui calza a pennello).

E’ appunto il caso dei Float A Flow, realtà composta da Karlino Princip, Neos, Poseidone (i tre mc’s) e GSQ (il produttore) colpevolmente scoperta dal sottoscritto solo in seguito a una nostra recente intervista con FFiume; solleticato, ho quindi ascoltato in sequenza l’EP “Volumezero” (2015), “From another future” (2017) e – oggetto della recensione – “Resuscita i morti”, ritrovandovi contaminazioni accattivanti (dal Soul un po’ dilliano alla musica black tutta) e un approccio imprevedibile, incline alla sperimentazione e a scelte stilistiche coraggiose, non allineate ad alcun filone preciso. Proporre tredici brani introdotti da una delirante voce narrante che sembra uscire da un vecchio horror di serie b, intrisi di groove anni ‘70 e caratterizzati da una gestione piuttosto anarchica di strofe e ritornelli è di per sé sintomo di originalità; farlo con una solida dotazione tecnica e un orecchio non atrofizzato dal sound oggi associato all’Hip-Hop – batterie che richiamano la 808, synth, cromatiche Pop – rivela il concreto potenziale di un progetto che non teme di apparire ostico all’utenza meno esperta.

Spazio quindi al robusto Rock/Blues di “Più fresh” e al Prog di “Cremlino”, che lascia intatto il bellissimo campione di “Tarkus” – capolavoro imprescindibile di Emerson, Lake & Palmer; all’humour irriverente di “Carne cruda” (<<cane se è cane è normale che abbai/la tua tipa è vegana è normale che ingoi>>) e “Scompensi” (<<scopo ‘sta tipa come fosse mia/se pigliata bene con semplicità e poesia/…/la vita è una pornostar e Dio si sega/…/il tuo Rap è troppo pacco, guardo il featuring muto/dovresti fare altro, tipo un figlio o un mutuo>>); alla lucida negatività di “Funerale” (<<l’artista medio con l’arte non c’entra un cazzo/…/misero questo mondo, davvero tu vuoi viverci?/Io parto e non ritorno e non avrò tempo per scrivervi>>) e alla violenza liberatoria di “Eternal” (<<rapper educati, ossa fratturate/Giuda per denari, non ci fai suonare?/In culo il tuo concerto, comincia a sudare/capovolto, appeso, palle a penzoloni/come anni addietro ‘sti fasci coglioni>>).

Se ciò non bastasse, il bizzarro è giusto dietro l’angolo: “Resuscita i morti” si chiude infatti con “N.L.D.S.”, ottima cover che è al tempo stesso un atto d’amore verso un classico del Rap nostrano – “Nella luce delle 06:00” – e un possibile spunto di riflessione sul concetto di longevità applicato alla musica. In sostanza, senza spingerci troppo in là con le speculazioni, la visione artistica dei Float A Flow contempla una profonda libertà espressiva, una grande versatilità nella ricerca dei suoni (fase che non è subalterna al Rap) e un flusso lirico torrenziale, spontaneo; lungi da noi l’intenzione di ricondurre il tutto a un atteggiamento di pura nostalgia (faremmo un torto al quartetto, che ha i piedi ben piantati nel presente), ma in questi trentasei minuti vogliamo cogliere un segnale di vitalità da quella fetta di scena che, non abbagliata dai riflettori, si rende interprete della tradizione senza rimanerne vittima, facendo quel che s’ha da fare: sganciare rime a tempo su cassa e rullante.

Certo, sarebbe terribile se i morti rivivessero…

Tracklist

Float A Flow – Resuscita i morti (Quattro Bambole Music 2018)

  1. Anticamera
  2. Showman [Feat. Avatar]
  3. Funerale
  4. Carne cruda
  5. Più fresh
  6. Guarire i lebbrosi
  7. Scompensi [Feat. Bizzy Classico]
  8. Cremlino
  9. Padre vostro
  10. SOS [Feat. FFiume]
  11. Mortappeso
  12. Eternal
  13. N.L.D.S. (zombie track)

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