Flesha & Jap – Longevity

A farci dimenticare il nulla o quasi di meritorio uscito nell’ultimo bimestre, ecco “Longevity” di Flesha e Jap, un lavoro che fin da subito convince per quel suo riuscire a suonare classico, tanto come sonorità e liriche quanto come approccio e mission, ma al contempo fresco, attuale, non identificativo di una storia artistica che ha radici belle profonde. Il duo non calca mai la mano e ciò non solo per quel che riguarda la proposta musicale in sé, ma anche sul lato comunicazione/marketing, praticamente a impatto zero, decidendo di puntare tutto sulla musica (<<ti battezzi, pecchi e poi ti penti/l’eucarestia, alla Messa tutti assenti/c’è carestia e non c’è pane per i denti/per me le sette note sono i veri sacramenti>> – Jap in “Il numero sette”) e smarcandosi in tal modo da quanto ci viene offerto quotidianamente (<<aggiro le vostre storie di droghe e troie/sul microfono un giudice senza toghe/le traiettorie sono impresse nella mente già da tempo/pulisciti le orecchie quando dico rappresento>> – Flesha in “Pull up reloaded”).

Quattordici inediti più un remix che scorrono fluidi e piacevoli da cima a fondo, grazie a produzioni – che vedono alle macchine, oltre a Flesha medesimo, Kidd Peko, Big House e Dok The Beatmaker tra gli altri – dalle fondamenta solide, tradizionali, ma con interessanti e ben dosate rifiniture contemporanee che riescono ad assecondare con stile e soprattutto equilibrio le rime dei due veneti e dei numerosi, eterogenei featuring – Drimer, Ape, Lanz Khan e Ares Adami, giusto per citarne alcuni. Le tematiche trattate sono le più disparate e vanno dall’oggi, ovvero l’inevitabile sguardo puntato sulla scena attuale (<<tutti tatuati ma senza un cuore in petto/hanno le pistole e poi mi parlano di rispetto/ma siete solo fumo e più distorti di un fisheye/vendete solo fumo per avere un copyright>> – Jap in “Easy come, easy go”; e <<questi G vogliono il cash, farsi una corvette/fanno i divi e sognano la TV come le soubrette/tutti patinati, fanno i nuovi Platinette/sparano cazzate sopra il web per ‘sta roba hi-tech>> – Flesha in “Follia”), al passato fatto di coerenza, sudore (<<‘sta vita è un mix di guerre puniche e di crociate/le facce incrociate, le testate date/i colpi presi e i pacchi stesi, voi non c’eravate>> – Flesha in “L’ultimo a sinistra”) e vissuto, mettendoci sempre – nel bene come nel male – la faccia (<<ho scelto male? Be’ pazienza, pagherò il fio/se ho scelto bene ancora meglio, perché ho scelto io>> e <<vivo in compagnia dei miei sbagli/le buste e i fatti vostri qua interessano solo a Magalli/e di consigli, sai, ne ho solo uno/non fidarsi mai di nessuno/se il cuore è trasparente come il vetro/dopo ogni caduta non puoi certo tornare indietro>> – prima Jap e poi Zampa in “Flashover”).

Ma in “Longevity” c’è spazio anche per questioni decisamente più impegnat(iv)e e complesse. Come l’immigrazione clandestina (<<l’italiano medio che mi guarda e fissa/non lo realizza, non sono qui per fare il terrorista/io sogno un lavoro onesto proprio come te/ho una famiglia e tutto il resto proprio come te/cosa faresti se tu vivessi come me/straniero nella tua nazione senza più un perché?>> – Flesha in “Al di là del mare”), vera e propria emergenza ancora più valutandone con cinica obiettività la meta del viaggio (<<il futuro non c’è, o meglio non aspetta/il lavoro non c’è, tranqui, non c’è fretta/…/c’è un trono di spade da riconquistare/ma di Draghi ce n’è uno e vola solo per rubare/mentre si avvicina la guerra mondiale/noi contiamo i morti sui barconi da affondare>> e <<siamo un popolo in affanno, in attesa di un altro capodanno/non c’è amore, solo odio pieno come il Colle e il Danno/…/tra i fasci bigotti ai ferri corti, Salvini che chiude i porti/tra i No Tav e i comunisti col Rolex/e mezza Italia guarda crollare i ponti e poi si commuove>> – Jap e Flesha in “L’inganno”). Prima di chiudere, però, una menzione particolare la meritano “No label”, gran pezzo incentrato su integrità e indipendenza artistica con doppio beat da paura e sample da pelle d’oca nel refrain (è “Dipset Anthem” dei Diplomats), e l’antitetico ma assolutamente irresistibile Reggaeton di “No matter what they say”, con Ares Adami al micro.

In conclusione, di carne al fuoco in “Longevity” ce n’è davvero parecchia. Che è già una peculiarità non indifferente rispetto allo standard attuale; a maggior ragione se, oltre alla quantità, ci sono anche – come in questo caso – tanta qualità, stile e sostanza. Bel disco davvero.

Tracklist

Flesha & Jap – Longevity (Dreki Agency 2021)

  1. Easy come, easy go
  2. Follia
  3. City sightseeing Verona
  4. L’ultimo a sinistra [Feat. Emme]
  5. Flashover [Feat. Zampa]
  6. Al di là del mare [Feat. Alessandra Ferrari]
  7. Il numero sette
  8. Da zero a cento [Feat. Drimer e Tripla B]
  9. No label
  10. Sashimi & sangue di Giuda [Feat. Lanz Khan e Ape]
  11. No matter what they say [Feat. Ares Adami]
  12. L’inganno
  13. Pull up reloaded
  14. Correre [Feat. Daniele Prof. Pasquali]
  15. Sashimi & sangue di giuda RMX (bonus track) [Feat. Casco aka Helmett e Sarcasmo]

Beatz

  • Flesha: 1, 2, 4, 7, 10, 11, 13, 15
  • Dok The Beatmaker: 3, 6, 14
  • Bassi Maestro: 5
  • Kidd Peko: 8
  • Big House e Flesha: 9
  • Paggio: 12

Scratch

  • Dj Berthony: 1
  • Flesha: 2, 7, 13
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Gabriele Bacchilega

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