FFiume – The Irhu experience

Non faremmo male, di tanto in tanto, a chiederci che significato abbia assunto il termine gavetta nella scena Hip-Hop italiana, crocevia di tre generazioni artistiche le cui rispettive esperienze in ambito musicale presentano divergenze fin troppo ovvie e in primis legate alle implicazioni – sia positive che negative – dovute all’avvento di internet. A prescindere, appunto, da qualsiasi tipo di considerazione personale, dal demo su nastro (o addirittura in CD) si è passati all’aggiornamento periodico del profilo Bandcamp, dalla faticosa raccolta di strumentali di buona qualità al download di intere cartelle già pronte all’uso, dai cinque minuti a disposizione in una jam coi microfoni aperti alla virtualizzazione di contest e battle – e via a seguire; ciò che persiste, oggi come ieri, è però il valore intrinseco di un percorso che all’incremento numerico di uscite e collaborazioni abbina una crescita, una maturazione, un allargamento di orizzonti e abilità. Ed è proprio il caso di FFiume.

L’mc e beatmaker di origini calabresi ha infatti esordito sul finire degli anni novanta intrecciando alleanze che non potevano passare inosservate (Gente Guasta, Gopher, Dj Lugi, L-Mare), alzando quindi l’asticella delle ambizioni prima nel progetto Rasklatt Cinque, poi nei lavori in coppia con Folto Caruso (“The Folto Caruso ensamble”) e Musteeno (“Il capitolo dei 4 elementi: fuoco”); “The Irhu experience” prosegue nella formula del duo (magari allargato) ma è al tempo stesso un’operazione unitaria, omogenea, equilibrata, un lungo EP di nove brani (più intro, interludio strumentale e due skit) frutto di un’intesa che percepiamo su molteplici livelli. Ovvero se, prese singolarmente, le prove di Irhu e FFiume mettono in campo una cifra tecnica e stilistica di oggettivo pregio, la loro combinazione ha aderenze ancor più significative, trovando un baricentro che amplifica la semplice somma delle parti e spinge molto in alto il carattere identitario dell’“…experience”.

Non che manchino ascendenze importanti, mi vengono in mente Neffa e Dj Gruff per i tanti trick fonetici e il Dilla più spaziale per alcune sinuosità della produzione (non esagero in ambo i casi), “The Irhu experience” non difetta tuttavia né in originalità, né in personalità, proponendo un’alternativa validissima a tutte le principali traiettorie cui tende – volente o nolente – la nostra musica preferita. Di conseguenza, ritengo giusto non accostare l’album a categorie e paralleli troppo stringenti, convinto che i due protagonisti si siano mossi al di fuori di qualsiasi schema; solo rime ricercatissime, vibrazioni fragranti e ispirazioni vere. In una parola? Hip-Hop (che in realtà sono due, vabbè…).

Rimane da chiedersi come ci siano riusciti, ragion per cui torno a quanto accennato sopra: FFiume è un mc straordinario, ha un flow sontuoso e, tra assonanze, allitterazioni, figure di suono articolate e rime posizionate dove gli pare, gioca con incastri e parole, soluzioni adottate senza alcuna forzatura, con la leggerezza di chi padroneggia il microfono e non ha bisogno di calcare la mano in sterili esibizioni ginniche (quella voce lì, invece, è un dono e punto); di Irhu, produttore di Otranto con numerose pubblicazioni in curriculum sotto HHabitat Records, tocca altresì dire un gran bene, perché il mood caldo di “The Irhu experience”, le delicate rotondità delle ritmiche e i tagli sempre un po’ sghembi dei sample sono (in gran parte) farina del suo sacco.

Il resto varrebbe la pena scoprirlo da sé, tentando la lettura di un disco che oppone di continuo astratto e concreto, istanti e tempi assoluti; dal canto mio, mi limito a registrare le suggestioni di una tracklist che si snoda attraverso irresistibili manie del vocabolo (“Esponente fonico”, “La effe”), visioni quotidiane (“Nelle case”, <<con le luci sempre accese>>), wormhole (“1994”), viaggi descritti come un flusso di coscienza (“FF.SS.” – da notare l’andatura circolare del beat che a tratti richiama lo sferragliare del treno), concatenazioni d’immagini (“Sciamano”, per la quale devo dire due volte bravo al nostro Irhu: una a causa del ritornello, l’altra grazie all’utilizzo esemplare di “A Ballad For Joe”, saldata a un giro di basso e batteria semplicemente delizioso), amori che in apparenza non quadrano (“Opposti”: <<siamo anime incomplete/conviene perdersi di vista/dirsi ciao, lasciarsi bene/sebbene questo è un imprevisto, sa di miele/potrei telefonarti come dicono alla tele>>) e vite in bilico tra pieni e vuoti (“Dopo la tempesta”).

Ecco, arrivi a quell’ultima manciata di secondi, il breakbeat cambia, al campione Jazz si aggiungono gli scratch e speri davvero che ci sia ancora qualcosa, che “The Irhu experience” prosegua. Non è così e allora tocca ricominciare da capo, cercando di carpire quel che ancora non è chiaro; risultato non da poco, visti i tempi che corrono…

Tracklist

FFiume – The Irhu experience (Strettoblaster 2017)

  1. Il ragazzo e la natura
  2. Esponente fonico
  3. …cioè…volevo dire… (skit)
  4. La effe
  5. Nelle case
  6. Jean Reno [Feat. O.P. e GSQ]
  7. 1994
  8. …ed è wrestling… (skit)
  9. FF.SS.
  10. Mr. Eros
  11. Sciamano [Feat. Irhu]
  12. Opposti
  13. Dopo la tempesta

Beatz

  • Irhu: 1, 2, 4, 6, 10, 11, 12, 13
  • Folto Caruso: 5
  • Nico P: 7
  • Herrera: 9

Scratch

  • Dj Spass: 13