Eddie Kaine and Rim – Welcome To StuyVille

Voto: 3,5

Quello di Eddie Kaine è un nome che già dall’anno passato avevamo annotato nel taccuino delle figure da seguire, in particolare dato l’interesse generato da “Last Exit To Crooklyn“, episodio più incisivo di altri, se non altro perché realizzato con la preziosa collaborazione di Big Ghost Ltd alle macchine. Ed, alla stregua del qui presente compagno d’avventura Rim, è uno di quei personaggi che muovono i primi passi nei bassifondi del Rap, cercano la connessione giusta, mostrano una lodevole etica lavorativa, abbinandola a risultati magari inizialmente misti ma promettenti, atti a dimostrare come il percorso di crescita non sia uguale per tutti, disegnando una parabola che, col primo esempio che ci viene in mente, pare vicina a quella di colleghi quali Rome Streetz, citato non a caso viste le numerose comparazioni attitudinali spendibili.

Non è infatti inconsueto imbattersi oggi in rapper ufficialmente attivi da qualche anno, ma già in possesso di un numero sufficiente di pubblicazioni da pareggiare, quando non addirittura superare, l’intera carriera dei veterani di un tempo. Il duo ha deciso infatti di inserirsi in un contesto eufemisticamente sovraffollato, dove spiccare dipende esclusivamente dalla spinta sulla quantità, unita all’offerta di un prodotto originale; d’altro canto, le discografie oggigiorno non paiono più tali, sono più che altro dei biglietti da visita per cercare collaborazioni di maggior spicco, come dei talent show dove imprimere impressioni positive e alzare la posta in gioco. Laddove Kaine, figlio di musicisti con ambizione di calcare i parquet professionistici, vista la grande passione per la palla a spicchi, ha all’attivo lavori col già menzionato Big Ghost, spaziando poi fuori dai confini statunitensi al fianco di Finn (Canada) e Machacha (Danimarca), Rim vede la sua estrazione da un contesto diverso, quello affiliato alla Duck Down, nel quale era stato preso sotto l’ala protettrice del leggendario Sean P, sia come solista che come dolce metà dei Da Villins.

Welcome To StuyVille“, oltre che fondere i nomi delle rispettive sezioni newyorkesi d’origine, racconta diversi argomenti già solcati da tanti altri interpreti, proponendo una nuove dose di reality Rap, revisionando il proprio passato difficoltoso, analizzando gli ostacoli quotidiani e prospettando un futuro migliore. E’ un disco che illustra molto di Brooklyn tessendone un quadro assai solido e diretto, trasuda affezione per il luogo, però fatica a staccarsi dalla sua realtà, esprimendo potenzialità senz’altro rilevanti ma concretezze che non conducono a una netta distinzione da simili offerte. L’album funziona, chiariamolo, a tratti anche in modo significativo, alternando pezzi di certificata validità a momenti che si perdono un po’ nella media di tanto Rap; non si sostiene che i due non sappiano eseguire un lavoro lirico di spessore: mestieranti non sono e si nota una sicura padronanza delle proprie abilità, la chimica è molto buona, per quanto i due si riservino i propri spazi nei limiti delle rispettive strofe, una caratteristica che, giunti al terzo progetto congiunto, poteva magari essere affrontata con una maggiore interattività di coppia.

A ogni buon conto, l’obiettivo cui si mira ci sembra essere nitido: il fatto di aver attirato l’attenzione di 38 Spesh e Camoflauge Monk fornisce un biglietto da visita interessante per le future ambizioni di entrambi, se non altro per l’affinità dei due produttori alla realtà Griselda (che, per le tematiche espresse, sarebbe senza dubbio loro attinente); più in generale, il tutto è veicolo per un’esposizione decisamente maggiore. Le credenziali qui contenute per affrontare un salto di qualità sono presentate con massima serietà, un balzo che, a nostra sindacabile valutazione, penseremmo più probabile per Kaine, la cui personalità lirica tende a impattare maggiormente rispetto a Rim, il quale pare più che altro rappresentare l’essenza del rapper di quartiere destinato a rimanere noto in determinate circoscrizioni, nonostante dimostri con una certa costanza di potersela più che ampiamente cavare.

La polpa più sostanziosa da disossare sembra risiedere nell’impressionante prima parte della tracklist, la quale propone una buonissima sequenza introduttiva. “What’s This” dà il via con la sua massiccia carica di tensione, gli intrecci di Kaine convincono da subito, offrendo una personalità incisiva nel creare un sintetico sunto di cosa significhi frequentare il suo quartiere, affrontando l’argomento con stile diretto, efficace negli allacci in rima, mentre Rim completa l’opera con un alto tasso di street slang locale. “Ice Cold”, brano di punta, offre una produzione assai reminiscente dell’antica fenice, con giro d’organo e pezzetti di tromba a puntellare la struttura, Eddie alletta arricchendo con piacevole melodia il ritornello (un suo personale punto di forza), ambedue le strofe si esprimono in maniera figurativa trattando un argomento assai comune come la freddezza necessaria per poter sopravvivere alla dura legge della strada, esibendo congrua abilità metrica. “Never Stop” mischia bene gli elementi del loop, posizionando il taglio di chitarra a seguito del piano elettrico che detta i tempi al classico breakbeat, Che Noir spicca per carisma con retorica e conoscenza delle dinamiche suburbane, Kaine fila via liscio con la dialettica, Rim dà l’idea di essere un rapper che ha affrontato il giusto allenamento prima di proporsi a un pubblico esterno. “Check Check” gira altresì bene nel suo articolare i ritmi tra piano, basso e batteria, gettando il tappeto sonoro ideale per una scorrevole esibizione di entrambi i flow.

Meno incisiva risulta la seconda porzione del lavoro, sia perché i concetti tendono a subire ripetizioni, sia per l’impressione stantia lasciata da qualche beat, accentuata dal fatto che Spesh abbia avuto la pessima intuizione di riciclarne un paio da un precedente progetto. “Breakfast” – altro non è che la “Straight Shooter” di Grafh – è lenta e ripetitiva, metaforica ma non troppo interessante a livello lirico; “Reminisce” non è male grazie al sample vincente di tromba, peccato sia l’esatta copia di “Language”, altro brano di “God’s Timing”, senonché l’atmosfera è qui più vivace, Kurupt fornisce una partecipazione decente a secoli di distanza dall’ultima e Kaine ci dà dentro come si deve (<<ghetto blues, these niggas want you to lose/and you better pick a side, niggas force you to choose/never snooze, they catch you lackin’ off the booze/and the streets it’s only one rule: no rules>>).

“Salute” ricade nel cliché spoglio di sezione ritmica con sample lasciato andare all’infinito, un oldie abbastanza tediante e comune, però timbra una collaborazione importante come quella del Macellaio in persona, il quale esibisce la solita metrica impeccabile attingendo da un glossario non certo rinnovato, ma che offre momenti da riavvolgimento istantaneo, Rim fa del suo meglio per impressionare il boss (<<do a rhyme at a Rap show/left the stage when I hit the floor/when our only merch was a gram of coke>>), Ed segue l’andazzo del flow offrendo una buonissima impressione nell’inquadrare traversie passate e prospettive più rosee. Stesso discorso per “Chop House”, flauto da film anni settanta, ottimi flow, beat carino ma di efficacia limitata a qualche ascolto, senza nessuna particolare elaborazione del campione; “Da Whispers” è buona, non particolarmente distintiva con rime su spacciatori e consumatori, una solida prova linguistica con poco da aggiungere su tematiche sovente abusate, la partecipazione di Hus Kingpin è sensata, ma non incrementa il valore complessivo del pezzo.

Finestra aperta sulla realtà quotidiana vissuta dai suoi co-protagonisti, “Welcome To StuyVille” non sembra essere un passo decisivo per le sorti di Eddie Kaine e Rim, ma di certo potrà aiutare entrambi a realizzare qualcosa di più ambizioso. I documenti, una volta esaminato il tutto, sono in piena regola: non resta che scegliere la corsia preferenziale, possibilmente creandosi un’identità meno debitrice da usi e consuetudini, visto che il materiale di base, di per sé, è molto buono.

Tracklist

Eddie Kaine and Rim – Welcome To StuyVille (Cream Records 2025)

  1. What’s This
  2. Ice Cold
  3. Never Stops [Feat. Che Noir]
  4. Check Check
  5. Da Whispers [Feat. Hus Kingpin]
  6. Stay Focused
  7. Salute [Feat. Benny The Butcher]
  8. Breakfast
  9. Reminisce [Feat. Kurupt]
  10. Chop House
  11. Made Men [Feat. Fred The Godson]

Beatz

  • Camoflauge Monk: 1, 4, 5, 6, 7, 10
  • 38 Spesh: 2, 3, 8, 9, 11
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