Don Joe e Shablo – Thori & rocce

Ho seri problemi a recensire questo disco, che rappresenta più o meno ciò che ritengo al mio esatto opposto, un album in cui non mi ritrovo neppure un po’ e che probabilmente non avrei mai ascoltato se non avessi dovuto commentarlo. Introduco “Thori & rocce” così per spiegare il motivo dei toni sommessi di quanto sto per scrivere; il fine non è sputtanare nessuno, ma essere il più sinceri possibili, per rispetto verso gli artisti impegnati e gli stessi lettori. Ok, procediamo, o almeno proviamoci.

Shablo e Don Joe sono due produttori molto stimati dai cultori dell’Hip-Hop di un certo tipo e in passato hanno fatto indubbiamente grandi cose. Il primo ha acquisito un gusto musicale europeo e il secondo se la fa con gli americani, il che non è affatto poco; musicalmente, hanno notevole esperienza, per quanto ogni tanto suonino decisamente sintetici, ma per gli appassionati del genere vanno considerati senza dubbio tra i pesi massimi e in quest’album, complessivamente, non hanno particolari cadute di stile. Il problema, dato che un problema c’è, è da ricercarsi in due punti: il Rap e, di conseguenza, i brani veri e propri nel loro insieme. E non è una questione di essere mainstream o meno, la maggior parte delle cose più morbide mi convincono spesso più della stragrande maggioranza della produzione underground, è proprio che in certi casi, per questioni di esperienza e/o talento (lascio a voi gli eventuali accoppiamenti tra mc e problematica), le tracce sono noiose o addirittura involontariamente caricaturali, risentendo, più o meno tutte, di una notevole svogliatezza nello svolgimento dei brani.

Essendo un disco di due produttori, era lecito aspettarsi pezzi con costruzioni molto complesse e non la fiera della quantità fine a se stessa, ma dato che non mi sembra giusto soffermarmi a insultare qualcuno (oltretutto in forma scritta è fin troppo facile essere fraintesi), cercherò solo di riassumere i tre potenziali filoni che qui vengono radunati: quelli dei bravi e famosi (sulla carta), quelli in voga ma scarsi e, infine, la categoria più terribile, gli amici. Queste tre categorie sono tristemente distribuite in tutta la durata di “T&r” senza un particolare criterio, a volte anche nello stesso pezzo, creando delle combinazioni impossibili da ascoltare, laddove affidare la traccia a un solo mc sarebbe stata probabilmente una scelta più che azzeccata (ad esempio avrei preferito un’intera traccia di Amir, che nella sua strofa si comporta con inaspettati gusto ed eleganza tecnica, per quanto i più non lo noteranno, traditi dal timbro o dall’apparente monotonia del flow). Non so chi abbia deciso gli abbinamenti e se gli mc’s abbiano avuto a loro disposizione varie alternative, ma il disco risulta assolutamente privo di una buona direzione artistica (o meglio, di un direttore artistico; la direzione cui il disco propende è invece chiarissima…), ciò si evince dalla totale assenza di un solo brano che funzioni completamente, a eccezione della titletrack, ammesso che sopportiate il cantato di Francesco Sarcina (altro personaggio sulla cresta dell’onda, eh?).

Il lavoro non offre una bella immagine del livello cui è giunto l’Hip-Hop in Italia e non è una questione di saper fare o meno il Rap (a parte CaneSecco e Aban, non ho trovato nessuno particolarmente irritante, fermo restando che si tratta di una questione di mero gusto), bensì di una grande mediocrità artistica, drammatica tendenza che consiste nello scrivere strofe che già sai dove vanno a parare nei contenuti come nella sostanza. Non solo, è anche un pericoloso indizio dello scarso acume con cui il signor Universal (o chi per lui) ha seguito l’intera operazione, soprattutto perché si tratta di un progetto impegnativo anche a livello economico (date un’occhiata al primo video estratto per farvi un’idea sul budget). Decisamente da bocciare, dunque, il lavoro degli mc’s e dei boss, che avrebbero potuto proporre un taglio meno scontato per questo lavoro sì ambizioso, ma al tempo stesso privo di guizzi da ricordare; promuovo invece a pieni voti Don Joe e Shablo, che ci consegnano alcuni veri colpi di genio, rarissime scivolate e soprattutto un respiro decisamente internazionale (bellissimo il pezzo con Emiliano Pepe, a proposito, sempre a patto che si escludano le altre due strofe).

In fondo, senza bisogno di scendere nel dettaglio (davvero non occorre), piuttosto che accontentarsi ciecamente dei loro nomi, sarebbe stato sufficiente far dire qualcosa di sensato o di realmente divertente agli mc’s.

Tracklist

Don Joe e Shablo – Thori & rocce (Universal Music Italia 2011)

  1. Le leggende non muoiono mai (Thori & rocce anthem) (Fabri Fibra, Jake La Furia, Noyz Narcos, Marracash, Guè Pequeno, J-Ax e Francesco Sarcina)
  2. La guerra dei poveri (Jake La Furia e Nex Cassel)
  3. Dai dai dai (J-Ax)
  4. L’ultimo giorno che ho (Marracash e Del)
  5. Perché posso (Co’ Sang)
  6. Primo Carnera (Amir, Duellz e Montenero)
  7. Sono ancora qui (Caneda, Entics e Nto’)
  8. Grand prix (Ted Bee, Royah Mehdi, Rischio e Vincenzo da Via Anfossi)
  9. Senza un domani (Guè Pequeno, Luchè e Emiliano Pepe)
  10. Vinci o perdi (Fabri Fibra)
  11. Guarda bene (Reverendo, Chief, Mixup e Dargen D’Amico)
  12. Fuori luogo (Fedez, CaneSecco e Gemitaiz)
  13. Non mi fido di questo sistema (Johnny Marsiglia, Aban e Vacca)
  14. Il resto del mondo (Ensi e Emis Killa)
  15. Sopranos (Bassi Maestro e Egreen)
  16. So hard (Tormento e Caprice)

Beatz

Tutte le produzioni di Don Joe e Shablo

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