Dome Flame & The Departed – Modus operandi

Nel vivace fiorire di quel ramo dell’underground italiano che, principalmente per esigenze classificatorie e al netto di tutte le inevitabili approssimazioni del caso, si è soliti far risalire all’affermazione del collettivo Griselda, la presenza di Dome Flame era già una – piccola – costante: l’mc casoriano dei Kimicon Twinz, un tempo noto come O’ Gemell, ha pubblicato con Dj Rogo l’EP “Hallelujah” per Stoned Saints Records, ha affiancato Silla DDR in un brano di “Camouflage shadows”, era con Dj Yodha, Oyoshe e Ape nella posse “Codice” e ha preso parte a “Newport” di Blo/B e The Departed. Combinazione, quest’ultima, che si è consolidata proprio in “Modus operandi”, prodotto dal duo e tradotto in grafica dall’artista di Bresso (citazione dalla locandina del classico meroliano “Zappatore”), a sua volta ospite nella tracklist: dieci brani, una durata complessiva che si arresta al di sotto dei venticinque minuti, tre featuring e un’indole inequivocabile fin dalle prime, ruvide barre in rigorosissimo dialetto partenopeo.

<<M’ guardo n’giro, o’ Rap o’ vero fra’ non ce sta chiù/’stu scemo fotte che scarzuni, mica cu ‘sta crew/aggia essere chiù ‘nfame quindi tutt’al più/metto a capa ‘ro compagno int’a ‘na busta blu>>“Let’s go”. Domenico comincia da qui, da una sonora bastonata alla scena che, considerata la sua esperienza al microfono, non ha nulla di gratuito: vent’anni di rime in freestyle o assieme agli altri membri di U.F.O. Rap Team e 365 Muv, affinando uno stile e una tecnica che non tardano a imporsi tra i pregi di un album appagante anzitutto per la robusta espressività delle liriche. Così le immagini di “Jorit” (<<ce sta ‘na uerra loc’ fore pure stammatina/perde sempe chi nun tene niente, è garantito/lascia o segno e perde o’ sang’ chesta palazzina/j lascio o’ messaggio comm’ a Jorit che graffiti>>), che sfrutta nel migliore dei modi la scarna strumentale di Fano e Gerry – un sample anni ‘80 senza tagli né batteria – per condurre il racconto in una dimensione più concreta, prossima alla realtà circostante e alle sue numerose battaglie quotidiane. Approccio affine a quello dell’ottima “La grande guerra”, sorta di critica ai cosiddetti tempi moderni che però schiva le rischiose menate nostalgiche in agguato dietro l’angolo.

E dunque, come s’intuisce, “Modus operandi” non è un progetto monolitico e rigidamente inquadrato nello sfoggio autocelebrativo – che pure c’è e ci piace; il percorso è conciso, sì, ma la componente lirica alterna brag Rap e riferimenti alla sfera sociale con pari efficacia, trovando un eccellente alleato nel sound asciutto dei The Departed. La somma delle parti, complice l’utilizzo di espressioni che non tutti comprenderanno al volo, si colloca nel filone interessato con la necessaria originalità, spingendo lo stesso Gionni Gioielli a rappare in veneto nella spigolosa “Fiori” (<<e’ fiori, dammill’ mo’, no quand’ moro/’st’ammore è tropp ruoss, c’aggia fa dui matrimoni/…/tu nun si’ nu rapper, si’ na pussy senza tett/foss’ pe’ me, stissi sott’ e ponte, senzatett>>), collaborazione che fa il paio con quella dell’altro greater, Blo/B, come di consueto devastante in “True blood” (<<soci nei bar, dribblano guai peggio di Neymar/voglio il cash di Messi e la moglie di Pepe Reina/’sti qua vogliono il beef ma dentro al frigo c’hanno il seitan>>).

Ancora, per completezza potremmo dire che le orgogliose rivendicazioni di “Via Crucis” (<<‘sta cultura n’tapparten/si semp’ stat chius int’a n’appartament/vuo’ parla’ e ‘sta merda cu mme?/Pierd’ tiempo o’bbe’>>) e i toni affilati della titletrack (<<chiù rime ca scugnizze ‘rint a’ Sanità/droga ‘rint e’ cazettini, aspiett/o’ rapper tuojo preferito/a’ casa mia è nu cazz’ allert>>) siano la ciliegina sulla torta di un disco che collochiamo subito in scia all’elenco di titoli che stanno riportando l’Hip-Hop – quello che opera al di fuori di determinati circuiti – a una gradita spontaneità. E’ vero, certo, tuttavia non vorremmo togliere centralità alle prove dei tre protagonisti, di qualità a prescindere da qualsivoglia considerazione aggiuntiva: il fulcro di “Modus operandi” risiede appunto nella felice sintonia innescata da composizioni algide, che spesso brutalizzano l’elemento melodico, e incastri altrettanto sostanziosi, un connubio che in Dome Flame e The Departed trova degli interpreti all’altezza, dai quali ha senso aspettarsi altri passaggi degni di nota – magari in un bis, chissà.

Intanto, fate play a questo link e ricordate che <<quand’ torn’ o’ Rap o’ vero po’ so cazz>>!

Tracklist

Dome Flame & The Departed – Modus operandi (AR.MS. Empire 2023)

  1. Let’s go
  2. Jorit
  3. Fiori [Feat. Gionni Gioielli]
  4. Vittime
  5. La grande guerra
  6. True blood [Feat. Blo/B]
  7. Destino
  8. Via Crucis [Feat. Silla DDR]
  9. I got it
  10. Modus operandi

Beatz

Tutte le produzioni di The Departed