Cor Veleno – Buona pace
Cor Veleno, impossibile non conoscerli. Anni di hardcore incazzoso e militante (chi non si ricorda di “Potente in culo” come uno degli anthem più riusciti di sempre?) hanno fatto del trio romano una delle punte di diamante della scena capitolina; queste le premesse e, data la storia discografica di tutto rispetto che i CorVe si portano sulle spalle, ci si aspetta – pare ovvio – la bomba.
Ma permettetemi di cominciare dalla musica, in senso stretto. Alle macchine, Squarta è semplicemente eccezionale. Scova campioni magnifici e li rigira in tutti i modi, dal Reggae di “Dentro te” alla furia elettronica di “Sto Cor Veleno”, mischiando chitarre, fiati, archi, batterie acustiche ed elettroniche. Evento più unico che raro, ogni strumentale vive di vita propria e possiede una personalità spiccata, unica e originale rispetto alle altre. Squarta, (ri)confermatosi uno dei migliori della penisola, non è un semplice beatmaker comprimario, come spesso accade nelle band Rap: la sua presenza è importante – fondamentale – e vuole farsi sentire, come succede nell’outro di “Pensami forte” e di “Dentro te”, dove in sedici battute (lo stesso spazio normalmente dedicato a una strofa) ci regala momenti musicali di grande impatto emotivo.
Insomma, Squarta, dei tre, è quello che certamente ha saputo dare il meglio di sé, mettendo in piedi un’impalcatura di suono nuovo, vario e maniacalmente curato in ogni arrangiamento. Il versante lirico – e mi duole dirlo – non è invece così ispirato. Lo stile c’è; e da vendere, intendiamoci: Primo può ancora fare vanto di una delle voci più belle e calde del panorama Rap, Grandi sa modellare la metrica sui ritmi più disparati; la grinta di entrambi è fuori discussione. Semmai, lasciano qualche dubbio certe soluzioni tecniche (rime in -are, assenza pressoché totale di figure di suono), ma la scelta di orientarsi verso un Rap diretto e, stilisticamente parlando, grezzo, era già chiara da tempo, oltre a essere pienamente condivisibile. Il problema è che – e questo difetto affligge per lo più Grandi Numeri – le strofe, magari con un paio di immagini efficaci in apertura, finiscono col perdere il filo logico e si ritrovano ad arrovellarsi su chiusure più o meno improbabili.
I pezzi mantengono, in ogni caso, un livello alto e una buona varietà tematica: le barre di Primo, in particolar modo, sono tanto sincere e sofferenti negli episodi più introspettivi (“Anche più facile”, “Spezzami l’anima”), quanto grondanti ferocia e cattiveria nei passaggi più battaglieri (“La pelle è la mia”, “Buona pace”). L’unica pecca evidente è, forse, “L’odore del mare”, brano dal sapore caraibico ma liricamente povero e sconclusionato. Degne di nota sarebbero, invece, quasi tutte le tracce rimanenti: “Falso”, trascinante e Rock come non mai, “Bam bam”, bizzarra critica a uno dei vizi più in voga nel panorama artistico (e non), “Sto Cor Veleno”, furente rivendicazione d’indipendenza (Primo vince, qui, la palma per la migliore strofa dell’album: <<se vuoi la musica mi ha salvato/se vuoi mi ha scelto per il compito più ingrato>>), “La pelle è la mia”, critica sanguigna su una base minimalista e spietatamente originale, “Pensami forte”, solito amore tormentato ma maledettamente sentito, in pieno stile Cor veleno.
In definitiva, sappiate che chi cerca Rap ricercato e intellettualoide è meglio che stia alla larga. Qui si respira hardcore, rabbia e anticonformismo: in una parola, veleno.
Tracklist
Cor Veleno – Buona pace (Sony Music 2010)
- Dentro te
- Buona pace
- L’odore del mare
- Pensami forte
- Falso
- La pelle è la mia
- Anche più facile
- Spezzami l’anima [Feat. Martina May]
- Sto Cor Veleno
- Quello che verrà domani
- Bam bam
- Nessuna bandiera bianca
Beatz
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Riccardo Orlandi
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