Common – Be

Voto: 4,5

Common05500Parte un contrabbasso, l’accordo cambia e si fa più sostenuto, si aggiunge una tastiera, poi un piano, infine dei violini e una batteria, finalmente una voce sale ed esattamente in quella frazione di secondo la consapevolezza che Common sia tornato diventa concreta. Se “Like Water For Chocolate” andava alla ricerca delle origini della musica nera ed “Electric Circus” si proponeva quale ideale punto d’incontro tra Rap, Rock e Soul, al suo sesto disco l’mc mischia nuovamente le carte in tavola e torna al più classico Hip-Hop, quello fatto di rime e campionamenti, rullanti tagliati col rasoio e loop che scricchiolano sotto l’usura del vinile.

“Be” sigla la perfetta intesa (artistica e musicale) tra Common e Kanye West: abbandonati gli eccessi alla “New Wave”, abbiamo di fronte un disco intelligente, piacevole e accessibile tanto per l’appassionato quanto per la massa (termine col quale, ovviamente, qui non si intende l’ascoltatore medio italiano, bensì un qualsiasi potenziale fruitore di buona musica), equamente diviso tra pianoforti, voci pitchate, beat che picchiano e morbidi ritornelli cantati. L’abbinamento, sovvertito in due sole occasioni grazie ai contributi di J Dilla, James Poyser e Karriem Riggins, è di quelli che lasciano il segno; mettete da parte l’idea che vi siete fatti del Kanye versione solista, perché in “Be” la pasta ha un sapore completamente diverso: sarà che al microfono c’è un cavallo di razza, certo, ma bisogna ammettere che, quando il ragazzo si rimbocca le maniche e utilizza il campionatore come Cristo gli ha insegnato, le possibilità che ne venga fuori qualcosa di buono sono notevoli (“The Corner” valga da esempio per tutti).

Detto ciò, i riflettori vanno comunque puntati principalmente su Common, che riesce puntualmente a dar corpo a tutto ciò che l’arte dell’mcing dovrebbe rappresentare. Sorvolando sulle sue abilità liriche, giunte oramai da tempo a completa maturazione, abbiamo di fronte un artista in grado di utilizzare le proprie rime per raccontare storie, impartire lezioni e sottolineare passaggi importanti della nostra quotidianità, tutto ciò (e molto altro ancora) in dieci tracce e un intro, perché tre quarti d’ora scarsi sono più che sufficienti quando si possiedono le armi giuste e la consapevolezza dei propri mezzi. E allora se avete bisogno di tastare il livello tecnico di Common eccovi servita su un piatto d’argento “They Say”, che sotto la spinta di un bellissimo cantato firmato John Legend risponde alle accuse ricevute dopo la pubblicazione di “Electric Circus”. L’atmosfera si fa più serrata in “Real People” e, sul tappeto Jazz cotto a puntino da Kanye, ritroviamo un mc che ha fatto della concretezza un vero e proprio ideale: <<anointed hustlers in the fatherless region, through the pain, wish they knew that God was just teachin’, we want decent homes so dreams we say out loud like speaker phones, just to keep ‘em on>>.

The Corner” ci riporta in strada, sul nero asfalto di una qualsiasi metropoli americana di trent’anni fa, quando la rivoluzione prendeva piede e il mondo cambiava radicalmente il proprio aspetto; non a caso, a scaldare le mani dietro a un fuoco acceso in un vicoletto buio ritroviamo Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan, ossia i Last Poets (a detta di molti, i diretti predecessori del Rap), e il loro è un messaggio che non lascia spazio a dubbi: <<the corner was our magic, our music, our politics>>. Girato l’angolo, abbiamo poi ancora diverse cosette interessanti da scoprire; il racconto di una lady-gangster in “Testify”, la piacevole escursione nei caldi territori di “Go!” (il secondo singolo), “It’s Your World” e “Chi-City”.

Certo, spiace notare l’assenza di alcuni nomi che avevano segnato positivamente gli ultimi dischi di Common, vedi Jill Scott, The Roots o Erykah Badu, specie se consideriamo che i featuring di “Be” sono praticamente monopolizzati dalla famigliola West/Legend (nulla da ridire sul secondo, ma il primo al microfono non è sicuramente un gigante…); ad ogni modo abbiamo a che fare con un album che non tradisce le aspettative di chi, come me, in Common riconosce un artista che sta un gradino più su di molti suoi colleghi. Banalmente, lasciatevi convincere dal bel faccione sorridente stampato in copertina e acquistate “Be” a scatola chiusa.

Tracklist

Common – Be (Geffen Records 2005)

  1. Be (Intro)
  2. The Corner [Feat. The Last Poets]
  3. Go!
  4. Faithful
  5. Testify
  6. Love Is…
  7. Chi-City
  8. The Food (Live)
  9. Real People
  10. They Say [Feat. Kanye West and John Legend]
  11. It’s Your World (Part 1 & 2)/Hidden Track

Beatz

  • Kanye West: 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10
  • J Dilla: 6
  • J Dilla with the co-production by James Poyser and Karriem Riggins: 11

Scratch

  • Dj A-Trak: 3
  • Dj A-Trak and Dj Dummy: 7
  • Dj Dummy: 8