Boldy James and Real Bad Man – Killing Nothing

Voto: 4

In un’immaginaria Borsa Valori dell’Hip-Hop, nell’ultimo biennio le quotazioni di Boldy James avrebbero fatto registrare un eccesso di rialzo tale da condurre a una sospensione del titolo – il cosiddetto trading halt. In ordine di uscita, “The Price Of Tea In China”, “The Versace Tape”, “Bo Jackson” e “Super Tecmo Bo”, tre dei quali con la preziosissima assistenza di Alchemist, hanno riscritto la storia artistica dell’mc di Detroit, sul finire del decennio precedente scivolata in una rischiosa stasi. Conseguentemente, è ripartita altresì la trafila dei featuring; tra i quali si faceva notare quello nell’EP “On High Alert Volume 2” (serie pubblicata da Tuff Kong Records), inizio di una fortunata collaborazione tra il Nostro e Adam Weissman, fondatore del collettivo californiano Real Bad Man, che ha condotto prima a “Real Bad Boldy” e poi al qui presente “Killing Nothing”, fuori lo scorso maggio e – non che sia trascorso troppo tempo – ancora in cima alle nostre selezioni.

Facciamo subito chiarezza su un punto: raccogliere il testimone di Daniel Maman è di per sé un compito ingrato; Real Bad Man lo sa e scansa il rischio mimesi con una prova molto concreta, che all’estro spinto di ALC contrappone una composizione più lineare, certo, ma non priva di qualità e sostanza. Ce ne accorgiamo già con l’introduttiva “Water Under The Bridge” che, oltre a indirizzare in origine il racconto nell’ambito del più rigido verismo (<<all them guns in your name, make sure no felons around you/shit be all fun and games ‘til ATF come and surround you>>), riesce lì dove in tanti hanno fallito: tagliuzzare il tema principale di “Rosemary’s Baby”, a firma Krzysztof Komeda, e ricavarne un beat con capo e coda, minimale e violento al punto giusto. La cornice entro la quale il duo opererà non ha bisogno di ulteriori definizioni e aggiustamenti: la prosa gelida e atonale del rapper trova il più solido degli appaiamenti nelle robuste strumentali del produttore, equilibrio garantito da una formula che prevede l’assenza di ritornelli veri e propri, il costante ricorso ai sample e l’inserimento di poche partecipazioni esterne (tutte adeguate, però).

Come in una miriade di dischi Hip-Hop? Magari sì, dunque ci si attende siano gli interpreti a fare la differenza. Che è palese in una piccola posse quale “Open Door”, impeccabile nell’abbinamento tra l’ansiogena tensione cotta a puntino dal Bad Man e le barre di Boldy James, Rome Streetz e Stove God Cooks, autentici esperti della materia (come non citare <<stay jackin’ the prose, niggas stealin’, straight jackin’ my flows/I’m independent, eight racks for my shows>> del primo e <<I got ‘em kneelin’ to the yay, seven days/give thanks to my wrist, all praise/I might throw a cocaine parade/sittin’ on seventy-seven bricks while I weigh>> del terzo?), o nell’obliqua “Medellin” (<<I cook the work until it lock up like some gelatine/ain’t got nothing to hide, with a closet full of skeletons/could learn you something, introduce you to a better blend/I could take you to a couple places you ain’t ever been>>), con un altro protagonista dell’odierna scena underground quale Crimeapple.

Coke Rap, vite educate dalla durezza delle strade, ambizioni dettate da bisogni primari; “Killing Nothing” non altera il tracciato di un percorso che, in quasi tre lustri di attività, ha contribuito a fissare le coordinate di una wave oramai maggioritaria. Eppure abbiamo di nuovo l’impressione che, con la dovuta moderazione, BJ possa anche variare registro: lo fa bene nell’estratto video “5 Mississippi”, la cui spiccata eleganza (<<know these niggas wanna rob me, wanna stick me/mad at me ‘cause all their bitches wanna slop me, wanna lick me>>) incontra un inatteso riff di chitarra acustica, e nel timbro Blues di “Ain’t No Bon Jovi”. Fermo restando che, indipendentemente dagli accenti della componente musicale, alla retorica del riscatto sociale l’artista oppone sempre una cruda franchezza (esemplare il refrain di “Cash Transactions”: <<I’ll probably never love this Rap shit more than these cash transactions/I got a passion for sellin’ drugs/touched my first half a mil and I fell in love/thinking about where I was at before I met the plug>>) e i freddi toni della cronaca (da “All The Way Out” a “Seeing Visions”).

Real Bad Man non (in)segue il canone Griselda, non cassa i break dalla programmazione e non pesca i suoni all’incrocio tra il Jazz e il Soul più polverosi, accompagnando Boldy James in un album che, pur rientrando in quel medesimo genere, ha un carattere proprio. L’intesa, collaudata, regge per la seconda volta di seguito e certifica il ruolo centrale di una delle voci più espressive del momento. Riassumendo, “Killing Nothing” è quindi altamente consigliato.

Tracklist

Boldy James and Real Bad Man – Killing Nothing (Real Bad Man Records/The Orchard 2022)

  1. Water Under The Bridge
  2. All The Way Out
  3. Game Time
  4. Hundred Ninety Bands
  5. Medellin [Feat. Crimeapple]
  6. Cash Transactions [Feat. Knowledge The Pirate]
  7. Open Door [Feat. Rome Streetz and Stove God Cooks]
  8. Ain’t No Bon Jovi
  9. Bo Jack (Miller Light)
  10. Sig Sauer
  11. 5 Mississippi
  12. Seeing Visions
  13. Killing Nothing

Beatz

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