Action Bronson – Only For Dolphins

Voto: 4

Conquistate le meritate attenzioni in seguito alla pubblicazione di “Dr. Lecter”, “Well-Done” (con Statik Selektah) e il tape “Rare Chandeliers”, la carriera artistica di Action Bronson ha avuto un’impennata forse imprevista, conducendo il Nostro prima in tour con Eminem tra Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa, poi nel roster della Atlantic, quindi nei palinsesti Viceland con ben due titoli a vago sfondo culinario (“Fuck, That’s Delicious” e “The Untitled Action Bronson Show”), infine dietro la macchina da presa di Martin Scorsese (!) per “The Irishman”. L’esperienza ai fornelli, la corporatura imponente, il linguaggio sboccato e una personalità che non può certo passare inosservata (senza dimenticarne le indiscusse abilità al microfono) hanno solleticato stakeholder che, per nostra fortuna, non sono riusciti a intaccare l’attitudine sopra le righe del rapper del Queens, il quale nel frattempo metteva in padella tre portate a elevato contenuto lipidico: “Mr. Wonderful”, “Blue Chips 7000” e “White Bronco”.

Chi temeva che Mr. Arslani (il papà è un emigrante albanese) avesse in programma di ingentilire i propri modi, ha tirato un bel sospiro di sollievo; “Only For Dolphins” conferma dunque un’andatura che non si è conformata ai palati più garbati, asciugando ricettario e menù in funzione delle già rinomate specialità della casa: gli inamovibili Harry Fraud e Daringer coordinano un team che vede rientrare Alchemist e Tommy Mas, l’indipendenza da label potenzialmente invadenti garantisce ampia libertà di movimento, Meyhem Lauren è al suo posto e lo chef – che per l’artwork spennella un’altra tela – non lesina in condimenti e spezie. Chi ha apprezzato il sostanzioso percorso discografico di Bronsolino (invidiabile la media realizzativa: tra ufficiali e non, siamo a dodici uscite in dieci anni), non faticherà a entrare in sintonia con un progetto che, pur tenendosi in scia ai precedenti, offre spunti più che interessanti, a cominciare da una cartella di strumentali che lascia soddisfatti anche a distanza di numerosi ascolti.

E’ proprio da lì che tocca partire, perché il carattere deciso di “Only For Dolphins” è dovuto in misura cospicua alla definizione di un sound intrigante, che spazia tra sample latini, sax suonati dal vivo, psichedelia, ritmi Reggae e pianoforti Jazz, ma non difetta di coerenza e, al contrario, condensa i quasi trentasei minuti di durata in un amalgama che non concede soste: un sapore forte dietro l’altro e la pancia è satolla. Più delicato, magari, nel caso di “C12H16N2”, che alle due strofe autocelebrative abbina un delizioso mood lounge, meno nella piccola posse “Mongolia”, il cui gusto intenso (<<this ain’t your language, that I seen wrapped up my hands in ice/me and my brother go together just like lamb and rice>>) fa il paio con le melodie etniche evocate da qualche cordofono della tradizione asiatica; poi c’è “Splash” che sembra la pubblicità anni ottanta di un profumo – e, vai a capire come mai, è una figata.

Stravaganze comunque compensate da episodi più canonici. Come l’ottima “Capoeira”, prodotta dallo stesso Action Bronson (alle macchine, però, sembra di vedere il profilo di MF Doom!), e l’esplicita “Latin Grammys” (<<I might not be able to touch my toes/but I will still fuck these hoes/…/don’t make me hit you with the Diddy dance/I carved a hundred skulls into the handle of the mini-Mac>>). E se sale in cattedra Dj Muggs, dai coltellacci da cucina si passa alle lame chirurgiche per un’allucinatoria composizione rinforzata dal protagonista con potenti dosi oppiacee (<<my hash got me spinnin’ like a hula hoop/couple noodles lose from the chicken noodle soup>>); sempre in favore dell’intrattenimento più insolente, che regna altresì sovrano in “Sergio” (<<I’m high and twisted, some would say divine and mystic/cause I can eat a bag of mushrooms and still drive the stick shift>>), “Cliff Hanger” (<<I’m in the shower with my latin maid/that ass is hot, you could crack an egg and cook it>>) e nella conclusiva “Hard Target”, munita di un beat stellare (o stellato?) a firma Harry Fraud.

La formula non subisce variazioni, è vero – sebbene il flow si sia fatto via via meno serrato, smorzando il solito parallelo con Ghostface Killah; d’altro canto, “Only For Dolphins” è un disco che non intende presentarci un Ariyan inedito né adulto: cibo, sesso e fumo, la triade è nota e chi si aspetta qualcosa di diverso, ha semplicemente sbagliato ingresso. Provate al ristorante di fianco, quello con l’insegna elegante e il maître tutto impomatato…

Tracklist

Action Bronson – Only For Dolphins (Loma Vista Recordings 2020)

  1. Capoeira [Feat. Yung Mehico]
  2. C12H16N2
  3. Latin Grammys
  4. Golden Eye
  5. Mongolia [Feat. Hologram and Meyhem Lauren]
  6. Vega
  7. Splash
  8. Sergio
  9. Shredder
  10. Cliff Hanger
  11. Marcus Aurelius
  12. Hard Target

Beatz

  • Action Bronson: 1, 5
  • Harry Fraud: 2, 12
  • Tommy Mas: 3
  • Budgie: 4, 10
  • Dj Muggs: 6
  • Samiyam: 7
  • The Alchemist: 8
  • Daringer: 9, 11