16 Barre/Watch The Dog – Li ho visti ancora

In questo disco, quasi ogni cosa è al posto giusto. I 16 Barre, statene certi, non sono i soliti tamarri di quartiere che, da un giorno all’altro, scoprendosi mc’s provetti, mollano l’House, la Techno o Dio sa cos’altro, per rovinare il sonno di chi ama l’Hip-Hop ben fatto con pedisseque imitazioni del best selling rapper di turno. No, questa volta il prodotto, al primo impatto, è valido. Valido e originale. Pensate alle peggiori sensazioni possibili e cacciatele nel perimetro di dieci tracce (una è strumentale) di voci distorte in rima: avrete una vaga idea di cosa sia il Rap dei 16 Barre. Deliri visionari che portano alla mente l’horror cosmico di Lovecraft si uniscono a perle di esistenzialismo improntate al più cupo pessimismo, sproloqui cospirazionisti sul Nuovo Ordine Mondiale (<<il marchio della loggia in mano richiama comitato per la vendita globale/la Terra in bacheca con i mondi da affittare>>) sono associate a vaneggiamenti dal gusto Cyberpunk, metriche incalzanti sorreggono cortocircuiti paranoici tra mitologia e astrologia (<<Shiva in equinozio alle porte di Giza, guarda un mondo migliore/la salma di un faraone proiettata da un cannone nel mezzo di Orione>>), aforismi di filosofia spicciola girano in coppia con oniriche suggestioni multidimensionali.

L’atmosfera creata è qualcosa di raramente efficace: da undici brani di tale portata ansiogena si esce permeati da un feeling oscuro quanto penetrante, pessimistico quanto immaginifico, nichilista quanto concreto. L’effettistica applicata alle voci rende il tutto ancora più dark, toccando vette di disperata sofferenza sonora che neanche il peggior/miglior black metal. Aggiungete che, seppure non sia così importante ai fini estetici del disco, l’eccellente grafica del booklet (il tutto è in download sul loro Space) fa la sua parte nel rendere l’intero progetto ancora più inquietante. Ad affiancare i 16 Barre troviamo poi un duo di beatmaker bolognesi, Watch The Dog, la cui musica acida e labirintica accompagna egregiamente il mood claustrofobico dei versi. Oscillanti tra programmazioni elettroniche e tastiere estranee a ogni forma di melodia, i beat modellano sui quattro quarti il mondo fantasmagorico in cui si aggirano le rime dei 16 Barre: rullanti secchi e bassi distorti la fanno da padrone in una struttura ritmica in cui l’assonanza è bandita e dove il suono, per riassumere, più è malato, più rende.

Niente da dire su questo versante; anzi, un elogio è doveroso: raramente l’atmosfera di un disco risulta così omogenea nella mescolanza di liriche e musica. Ciò che impedisce a “Li ho visti ancora” di essere un capolavoro è ben altro. Per quanto l’idea tematica di fondo sia peculiare e molto poco diffusa all’interno del genere (e anche al di fuori, a dirla tutta), le tracce finiscono per somigliarsi in maniera quasi ineludibile. Non c’è, se non a livello minimo, variazione di tema tra un pezzo e l’altro: per quanto affascinante e coinvolgente, per quanto pittoresco ed espressionistico, il continuo martellare di immagini dettate da un senso di gravosa tragedia cosmica risulta, alla lunga, tedioso. Non c’è la minima dinamica tra gli episodi: un grafico di monotona e piatta angoscia visionaria potrebbe descrivere l’evoluzione tematica che (non) si sviluppa per la durata del disco. Una qualsiasi traccia di “Li ho visti ancora” sarebbe il pezzo bomba di un qualunque disco Rap: dieci pezzi praticamente identici a livello tematico, invece, finiscono con l’oscurarsi l’un l’altro, rendendo il tutto, inevitabilmente, un po’ statico e monocorde.

Tracklist

16 Barre/Watch The Dog – Li ho visti ancora (No label 2009)

  1. Con i ganci nella schiena [Feat. Boulevard Pasteur]
  2. Prigioni mentali
  3. Dagli albori delle stelle [Feat. Tokio]
  4. Ordina i pensieri
  5. Nuovo disordine mondiale [Feat. Ago]
  6. Divided by 3 [Feat. Krin]
  7. Xono
  8. Megalopoli
  9. Labirinto – Logic
  10. Lascia tutto
  11. Sun-day

Beatz

  • Princekin: 1, 5
  • Watch The Dog: 2, 3, 4, 6, 7, 9, 10, 11
  • Manto: 8

Scratch

  • Dj Rockdrive: 6
  • Dj Tech: 11
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Riccardo Orlandi

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