Zeth Castle – Zeta

ZethCastleZeta500Zeth Castle, Zethone, Giovanni Zaccaria; per chi avesse la memoria corta, onde evitare avventate associazioni con la categoria degli esordienti, faccio un breve ripassino: classe ’81, vicentino, varie crew in curriculum (Majestic 12 anzitutto), il primo album solista sei anni fa (“Cose dell’altro mondo”), quello degli Sweet Poison (“Iron fist”), l’ingresso nel collettivo The Villains e la co-ideazione di Moodmagazine. Capito? Bene, è la volta di “Zeta” e, fin dalla citazione starwarsiana dell’intro, l’impressione è quella di aver a che fare con un progetto molto personale; non nel senso più rigido del termine, perché nei quindici brani proposti è raro che l’introspezione tocchi corde eccessivamente intime, diciamo semmai che Giovanni ha tratto ispirazione da sé, dalle proprie passioni (musicali e non) e da un gusto che non scimmiotta alcuna similitudine troppo diretta. Se poi consideriamo che per riuscirci ha scomodato solo vecchi compagni d’avventura (Amon, Dj MS) e seri professionisti (Danno, Freshbeat), le potenzialità di “Zeta” appaiono chiare fin da principio.

Il disco si sviluppa attorno a una copiosa serie di riferimenti che coinvolgono principalmente cinema, fumetti, videogame e TV, scenari dai quali Zeth attinge per affrontare i temi più disparati ed esprimere (con il dovuto orgoglio) la propria attitudine geek: non a caso, il primo estratto video è “Nerd wars”, assimilabile al manifesto di un’intera sottocultura sbocciata attorno a cult movie, serie animate e personaggi di fantasia divenuti iconici, senza dimenticare i contributi centrali di Amon (gran bel beat di fiati), Dj MS ai piatti e il Danno. Attorno a ciò, l’mc riflette sullo scorrere del tempo (“Time warp”), suggerisce paralleli tra i difetti umani e lo stato di salute dell’Hip-Hop (“Ordinary man”), racconta sia i sogni (“I wonder”) che le battaglie interiori (“La danza degli spiriti”), alleggerisce i toni in episodi ironici ma mai sguaiati (“Ferragosto hell”, “Puito”); come si vede, “Zeta” tocca argomenti di diversa natura e il punto di vista adottato è quello di un uomo comune, vero, concreto. Pregio non da poco, tenendo a mente alcune traiettorie prese dall’Hip-Hop italiano, ma soprattutto indicativo di un percorso che ricorre all’immaginazione senza artefare la realtà, raccogliendo semmai spunti, metafore e analogie attraverso cui descrivere quest’ultima. Tecnicamente parlando, la prova di Zeth Castle è solida in tutti i suoi aspetti, flow, metrica, lessico e interpretazione: abbiamo di fronte un rapper che ha il pieno controllo di ciò che fa e di come lo fa, capace di chiudere ogni rima secondo schemi abbastanza asciutti, assennato nella scelta dei refrain, originale quanto necessario. Considerazioni applicabili anche al sound, classico però non emulativo né ripetitivo, e alle rimanenti partecipazioni al microfono.

Punti deboli? Nessuno; diciamo che “Zeta” è un’uscita maturata nell’underground e perciò indirizzata a un pubblico specifico, non farà breccia all’esterno e di certo non scompiglierà gli equilibri della scena. Ma siamo sicuri si tratti di potenziali difetti? <<La musica mi fa cagare forte quando le cambiano d’abito/Cristo, è drammatico/hanno tutti ‘sti esponenti/si va avanti ad espedienti e companatico/e dai, l’evoluzione che cos’è all’atto pratico?/Un mezzo per giustificare tutto ‘sto spettacolo!>>.

Tracklist

Zeth Castle – Zeta (La Grande v Records 2015)

  1. The Journey [Feat. Maurizio Merluzzo]
  2. Time warp (tempus fugit)
  3. Sayuri [Feat. Mo’Rox e K. De Bridge]
  4. Ordinary man [Feat. Katja Marun]
  5. I wonder
  6. Clint Eastwood
  7. Ferragosto hell [Feat. Ares Adami]
  8. Puito [Feat. Herman Medrano]
  9. Nerd wars [Feat. Danno]
  10. X (paper clip)
  11. Doomsday
  12. The winter song [Feat. Iain Marr]
  13. Ritorno su Gaia
  14. La danza degli spiriti
  15. Incoming transmission (ghost track)

Beatz

  • Amon: 2, 8, 9, 11, 12, 14
  • Mo’Rox: 3
  • Gonzo: 4
  • Freshbeat: 5, 6
  • Dj MS: 7, 10, 13

Scratch

Tutti gli scratch di Dj MS tranne la traccia #8 di Dj Tech e Dj Rumble