DJ SHADOW - THE PRIVATE PRESS

Reviewed by Bra
VOTO
(da 1 a 5) : 5

Fatemi il nome di un produttore: uno qualsiasi, il vostro preferito. Io ne conosco uno migliore. Dj Shadow è un manipolatore di suoni di rara maestria, un artista nel senso più puro del termine. Da quanto aspettavamo il seguito di "Endtroducing....."? Tanto. Ma l'attesa è stata doverosamente ripagata. "The Private Press" è la nuova strepitosa fatica di Mr. Josh Davis, classe 1973, sopraffino produttore di Hayward (California) da sempre scrupolosamente impegnato a unire nella maniera più appropriata possibile l'Hip-Hop (quello viscerale, ruvido, che odora di vinile) ai più recenti orizzonti dell'Elettronica proveniente per buona parte, guarda un po', dai febbrili territori britannici (non per niente il disco è stato registrato al Metropolis di Londra). Da una lettera scritta nel lontano 9 settembre 1951 ("Letter From Home"), la quale fa da filo conduttore all'intero disco, si dipana una meticcia varietà di suoni al cui interno è possibile scorgere innumerevoli tendenze musicali. Ma, a differenza dell'impareggiabile "Endtroducing.....", il nuovo disco di Dj Shadow sembra più lineare e composto, mantenendo in comune col suo predecessore una precisa e ineguagliabile complessità tecnica: mettere in loop una batteria e un paio di campioni, specie al giorno d'oggi, è cosa semplice, quasi elementare, farlo contemporaneamente con talento, gusto e stile è tutta un'altra storia. Questo è ciò che il nostro Shadow sa fare benissimo; questo (e non mi stancherò mai di ripeterlo) è ciò che molti dei sedicenti produttori sparsi attorno al globo non saranno mai in grado di mettere in pratica. Con "The Private Press", il buon Josh ha nuovamente dato alla luce qualcosa di unico, di prezioso: senza inventarsi nulla di così innovativo, Shadow ha semplicemente portato all'estremo la cura con cui un produttore può selezionare, tagliare, filtrare, mischiare e ricucire un dato insieme di porzioni musicali. Proprio come il più noto Paganini (mi si conceda l'ardito paragone), Josh non si ripete mai, ogni traccia ha una sua storia e suona alla propria maniera: "Mashin' On The Motorway", col featuring di Lateef The Truth Speaker (metà Latyrx, scuderia Quannum proprio come il protagonista), contrappone veloci sonorità anni '50 e folli corse tra automobili agli oltre nove minuti di "Blood On The Motorway", meditativa riflessione sulla morte accompagnata da un pianoforte di chiara ispirazione anni '80; "Right Thing/GDMFSOB" nell'incipit ricorda vagamente i Daft Punk di "Homework", per poi trasfigurare in una prelibata sessione di batterie (altro che il boom-tcha che si sente per radio); "Six Days" riprende "Six Day War" di Colonel Bagshot ed "I Cry In The Morning" di Dennis Olivieri posizionandosi a metà strada tra Soul e Reggae, un esperimento splendido, particolare, altamente evocativo (<<tomorrow never comes until it's too late>>). Il singolo che, anche se raramente, ha fatto capolino perfino nei nostri canali satellitari è "You Can't Go Home Again": proprio come nel video (spero di non essere stato l'unico fortunato ad averlo visto), in cui una stessa sequenza viene ripetuta all'infinito con la continua entrata in scena di nuovi personaggi, al tappeto iniziale, un lentissimo mandolino, si aggiungono ordinatamente uno dietro l'altro una serie interminabile di strati (percussioni, effetti, chitarre...). La citazione è d'obbligo anche per "Giving Up The Ghost", presente in due versioni molto simili, e "Mongrel Meets His Maker", divisa tra la traccia sette e la otto. Personalmente, non nutro alcuna incertezza sul valore, eccellente, di "The Private Press"; tuttavia per alcuni il dubbio (lecito) resterà su quanto di Hip-Hop ci sia poi realmente nella musica di Dj Shadow. Non sta a me rispondere a una domanda tanto complessa, legata forse alla soggettività delle singole preferenze, non credo tuttavia sia davvero questa la questione più importante: "The Private Press" è un disco meraviglioso, punto, questo a me sembra molto più che sufficiente...


TRACK LIST
Dj Shadow - The Private Press (Universal Island Records/Mo' Wax 2002)
  1. (Letter From Home)
  2. Fixed Income
  3. Un Autre Introduction
  4. Walkie Talkie
  5. Giving Up The Ghost
  6. Six Days
  7. Mongrel...
  8. ...Meets His Maker
  9. Right Thing/GDMFSOB (Clean Instrumental Version)
  10. Monosylabik
  11. Mashin' On The Motorway [Feat. Lateef The Truth Speaker]
  12. Blood On The Motorway
  13. You Can't Go Home Again
  14. (Letter From Home)
  15. Giving Up The Ghost (Original Version - Bonus Track For UK Only)
BEATZ
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