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ARTIFACTS - BETWEEN A ROCK AND A HARD PLACE
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Reviewed by
Bra
VOTO (da 1 a 5)
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4,5/5
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Senza mezzi termini: "Between A Rock And A Hard Place" è un classico. E basta davvero poco per rendersene conto. Il duo è composto da Tame One e El Da Sensai, liricisti completi e già abbastanza maturi (specie il primo), perfettamente sincronizzati tra di loro nello scambio del microfono. Viaggiano sulla stessa frequenza. Certo gli argomenti non spiccano per profondità e complessità, eppure è impossibile non accorgersi della naturale forza che i due imprimono ai propri testi, spaziando tra doverosi omaggi alla vecchia scuola ("Whayback"), al writing ("Wrong Side Of Da Tracks", uno dei primi singoli) nonché alla marijuana. Il tutto accompagnato da ottime produzioni costruite su pochi ma efficacissimi ingredienti: fiati in abbondanza e a piccole porzioni, batterie consistenti e bassi molto profondi. Quello degli Artifacts è il tipico suono East Coast underground della prima metà degli anni '90. O meglio, ne rappresenta sicuramente uno dei punti più alti (ode in particolare a T-Ray e Buckwild). Date un veloce ascolto alla splendida "C'mon Wit Da Git Down", oppure a "Lower Da Boom" (che gira su uno di quei campioni oramai passato di diritto nella storia): basteranno due tracce per comprendere lo spessore di un gruppo che a mio avviso ha contribuito in maniera sostanziale a definire alcuni tra i tratti fondamentali della costa che affaccia sull'Oceano Atlantico. Gli Artifacts, nel loro piccolo, hanno lasciato il segno. "Wrong Side Of Da Tracks", "Attack On New Jeruzalem", "Flexi With Da Tech(nique)", "Whassup Now Mthaf-ka?": l'Hip-Hop è cambiato, ha conosciuto altre strade, ha assunto una forma diversa, ma lo stile resta. Quello, se c'è, non va mai via. |
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TRACK LIST |
Artifacts - Between A Rock And A Hard
Place (Big Beat 1994)
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| BEATZ |
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| SCRATCH |
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