AESOP ROCK - APPLESEED

Reviewed by Moro
VOTO
(da 1 a 5)
: 4 +

Siamo nel 1999 ed "Appleseed" rappresenta il secondo lavoro per Aesop Rock, al tempo un giovane artista ma già con le idee ben chiare in testa. Come per "Music For The Earthworms", il suo primo album autoprodotto risalente solo all'anno prima, anche per "Appleseed" non c'è vita facile, entrambi restano in un mercato underground e tutt'oggi sono difficili da scovare. Come i vecchi cercatori d'oro sognavano di trovare l'Eldorado, anche un moderno cercatore di suoni spera sempre di trovare l'illuminazione in qualche disco dimenticato da Dio; in questo caso le ricerche vengono premiate. Per quanto mi riguarda non è esattamente una sorpresa, da quando ascolto Aesop Rock sono sempre stato affascinato dal suo modo di interpretare l'Hip-Hop, dalla sua tecnica sopraffina ma allo stesso tempo disordinata, dai suoi incastri arditi e dal suo travolgente flusso vocale, dalla sua intelligenza e allo stesso tempo dalla sua infantile maturità. Quando si parla di Aesop non bisogna considerare solo il suo lato da mc, poiché si tratta anche di un grande producer. Visionario e tecnicamente preparato, produce sei delle otto canzoni di questo disco. Dopo un intro che preannuncia l'andazzo dell'intero EP la prima canzone è "Dryspell", una ballata Jazz che chiunque si aspetterebbe di sentire in un club sotterraneo di un sobborgo di New Orleans, la rappata ossessiva di Aesop su un campione di contrabbasso e sassofono è semplicemente geniale. Le atmosfere cambiano completamente in "Same Space", canzone rilassata ma allo stesso tempo riflessiva e coinvolgente, che richiama le sonorità della casa Anticon (che ne dici Tera?). Anticon che si materializza realmente nell'ottava traccia, "Odessa", grazie alla presenza di Dose One, uno degli esponenti più titolati della famosa etichetta underground. Come già detto l'EP è quasi interamente prodotto dallo stesso Aesop, tranne per la presenza del solito socio Blockhead e di Omega One in "Sick Friend" per un ennesimo cambiamento di sonorità. Bellissime anche "Hold The Cup" per il violino malato, "1,000 Deaths" per i bongo jazzati e "Blue In The Face" per i suoni onirici e inusuali che come lame taglienti riescono ad entrarti nel cervello. Chi conosce il modo di rappare di Aesop sa bene che non è certo facile capire quello che dice, il suo slang e il suo flow sono difficilissimi da comprendere e in "Appleseed", se possibile, il tutto è ancora più contorto, quindi consiglio vivamente di trovare i testi per affrontare al meglio questo disco poiché sono sicuro che anche con un ottimo inglese la traduzione non sarà facilissima. Che dire di più? Siamo di fronte ad un prodotto non certo facile ma se affrontato col piede giusto gli Stargate si apriranno senza difficoltà... <<Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più>>.


TRACK LIST

Aesop Rock - Appleseed (Autoproduzione/Hungry Tired 1999)
  1. Appleseed Intro
  2. Dryspell
  3. Same Space (The Tugboat Complex Part 2)
  4. Sick Friend
  5. Hold The Cup
  6. 1,000 Deaths
  7. Blue In The Face
  8. Odessa [Feat. Dose One]
BEATZ
  • Aesop Rock: 1, 2, 3, 5, 7, 8
  • Omega One: 4
  • Blockhead: 6
SCRATCH
  • Omega One: 4