AA.VV. - WU-TANG LEGENDARY WEAPONS

Reviewed by Mistadave
VOTO
(da 1 a 5)
: 3,5

Sono passati esattamente due anni dalla pubblicazione di "Chamber Music", un disco di concezione e realizzazione distanti dai classici canoni del Wu-Tang Clan, reso singolare per la minima presenza del nucleo originario e la generosa partecipazione di ospiti illustri, che metteva in campo una produzione parzialmente riprodotta dal vivo dalla band The Revelations, miscelandola a basi dal vecchio sapore Wu, sporche, essenziali e costellate di riferimenti al Kung Fu forniti attraverso i noti passaggi campionati. "Legendary Weapons", pur non essendone forzatamente la seconda parte, ne riprende diversi concetti, a partire dalla band che riproduce live le atmosfere cupe che hanno sempre fatto parte delle produzioni di RZA e fornendo una lista di rappers più che soddisfacente, pur dovendo denotare l'assenza, o una presenza molto limitata, di qualche elemento di spicco del Clan (di contro, c'è un contributo massiccio di Ghost, e non è poco...). Particolarità, questa, che ha indotto tanti a stroncare il disco magari senza neppure ascoltarlo troppo, solo per il semplice fatto di non trovare GZA o Masta Killa in nessuna delle tracce, o per l'inutile quanto ingiusto paragone con i lavori più gloriosi del Clan, confronto che non vale neppure la pena di iniziare se non altro per la diversità evidente insita nella natura degli album veri e propri rispetto a progetti differenti come quello in esame. Lasciando quindi perdere i desaparecidos e concentrandosi sull'ascolto senza pregiudizio, da "Legendary Weapons" emerge più di qualche positività. Anzitutto il mantenimento della promessa riguardante il ritorno ai suoni essenziali degli anni novanta, rappresentata con tanta dignità da "Laced Cheeba", nella quale la combinazione Ghost/Price tiene fede alle premesse manifestate sulla carta, come pure dagli oscuri filtri applicati all'interazione tra i tre giri di piano che compongono la validissima "The Black Diamonds", illuminata da un Killa Sin in grande forma e da un Roc Marciano più che idoneo, che già bene aveva suonato su "Marcberg", che conteneva produzioni dal retrogusto Wu. L'immancabile sapore orientale esce allo scoperto grazie all'atmosfera della titletrack, quasi meditativa, supportata dagli M.O.P. al completo e da un AZ che, nel senso più positivo del termine, sembra tornato indietro di una quindicina d'anni. I ritmi vengono opportunamente rallentati per "Never Feel This Pain", occasione nella quale viene riproposta una coppia vincente del passato, Deck e U-God, la cui chimica è evidente in special modo lavorando sopra suoni ispirati al Soul dei vecchi tempi che ben si sposano con un testo che parla di strada, sopravvivenza e difficoltà interminabili, puntellando il tutto con il cantato di un bravo Tre Williams. Killa Sin ruba ancora la scena nella solista "Drunk Tongue", uno dei migliori episodi di un disco che finisce in crescendo, piazzando bombe consecutive come "225 Rounds", marchiata a fuoco da trombe possenti e da un Cappadonna finalmente motivato, che risulta efficace in tutte le sue partecipazioni, nonché "Meteor Hammer", una bordata di basso costruita in maniera essenziale che accoppia Ghost al suo alter ego bianco Action Bronson (i timbri sono davvero simili) e il cui incedere si riempie di punchlines, lasciando il finale all'ottimo Termanology. "Legendary Weapons" soffre anche di qualche caduta, come nel solo di RZA in "Only The Rugged Survive", una personale partenza per la tangente che non s'inquadra con quanto espresso nel resto del disco, ma pure nell'apertura musicalmente anonima di "Start The Show" e del suo coretto ingenuo, mortificando il disquisire di RZA e Rae su attualità come la guerra per il petrolio e i veri significati dell'Islam. "Diesel Fluid", unica apparizione di Method Man, è pigra e non riesce a catturare, assestandosi sulla mera sufficienza anche a causa di un beat abbastanza scontato. Giudicandolo per ciò che effettivamente è, "Legendary Weapons" è un disco che lascia diverse sensazioni, a volte contrastanti, dopo ogni passata nello stereo: ci sono episodi memorabili, fortemente vicini a quanto si vorrebbe sempre sentire dal Clan, altri dove il livello è tenuto alto dai numerosi featuring, altri ancora che fanno cadere le braccia. Queste ultime sortiscono le stesse domande che da più di un decennio ci assillano, cercando un perché al fatto che da tempo al marchio della fenice non si possa abbinare un qualcosa che sia completamente alla sua altezza. Ciò non toglie che "Legendary Weapons" sia un lavoro soddisfacente e pur non essendo un disco ufficiale del Wu-Tang Clan, sarà apprezzato dai fan del collettivo e dell'Hip-Hop sotterraneo.


TRACK LIST

AA.VV. - Wu-Tang Legendary Weapons (eOne Music 2011)
  1. Start The Show [Feat. Raekwon and RZA]
  2. Laced Cheeba [Feat. Ghostface Killah, Sean Price and Trife Diesel]
  3. Diesel Fluid [Feat. Method Man, Trife Diesel and Cappadonna]
  4. The Black Diamonds [Feat. Ghostface Killah, Roc Marciano and Killa Sin]
  5. Played By The Game (Interlude)
  6. Legendary Weapons [Feat. Ghostface Killah, AZ and M.O.P.]
  7. Never Feel This Pain [Feat. Inspectah Deck, U-God and Tre Williams]
  8. Drunk Tongue [Feat. Killa Sin]
  9. The Business (Interlude)
  10. 225 Rounds [Feat. U-God, Cappadonna, Bronze Nazareth and RZA]
  11. Meteor Hammer [Feat. Ghostface Killah, Action Bronson and Termanology]
  12. Live Through Death (Interlude)
  13. Only The Rugged Survive [Feat. RZA]
  14. Outro
BEATZ
  • Street Radio: 1
  • Noah Rubin, Fizzy Womack and Andrew Kelley: 2, 3, 6, 7, 8, 10, 11
  • Fizzy Womack, Andrew Kelley and J. Werner: 4
  • Andrew Kelley and Noah Rubin: 5
  • Gintas Janusonis, Andrew Kelley and Noah Rubin: 9, 12
  • Noah Rubin: 13