Soul Position # 8 Million Stories

8 milioni, come gli aggettivi positivi che si potrebbero spendere nel descrivere quest'album, il primo ufficiale se consideriamo che "Unlimited EP" si sarebbe dovuto chiamare, appunto, "8 Million Stories". Infatti nell'intro Blueprint racconta di quanti fan, seppur entusiasti dell'EP, chiedessero a quando l'album vero: non ci hanno messo molto, lui e RJD2, a soddisfare la richiesta: a meno di un anno di distanza ecco fatto un ottimo lavoro. Dal titolo, ci si predisporrebbe all'ascolto di una sorta di concept album, cosa che in realtà non è: non che manchino le tematiche, spesso socialmente impegnate, introspettive ("Fuckajob", "Right Place, Wrong Time", "Run"), ma vedremo che non seguono un filo ben preciso. <<On a mission to move crowd with ease>>, "8 Million Stories" si apre con "Printmatic", potente presentazione dell'mc che non tarda a farsi assimilare dall'ascoltatore con "Inhale", da aspirare lentamente verso dopo verso. L'abilità nello scrivere di Print risalta immediatamente: con uno stile chiaro ma sempre incisivo, si trova a suo agio sia nei panni dell'ubriaco di "The Jerry Springer Episode" che nel drammatico storytelling di "No Excuse For Lovin'", nei divertenti interludi della serie "Candyland" come nella positività di "Share This". RJD2, reduce dalle fatiche per "Deadringer", album che niente ha a che fare con questo, adatta il proprio stile a quello di Blueprint rimanendo sempre riconoscibile ma, allo stesso tempo, con la flessibilità che richiede la presenza di un mc fisso. Nonostante il nome del produttore in molti ascoltatori di Hip-Hop suggerisca qualcosa di sperimentale, talvolta anche troppo, il sound di "8 Million Stories" ha qualcosa di classico ("Fuckajob", "Just Think", "1 Love"). Allo stesso tempo non è mai limitato al campione tagliato e messo in loop: il talento e la cura del produttore di Columbus è evidente anche in canzoni come queste, sebbene meno complesse rispetto a quelle contenute in "Deadringer". E' curioso come un mc che rima in modo così particolare (vedi "The Weightroom") e un produttore che in tutto si cimenta, addizionati riescano a partorire un album che in realtà non osa uscire più di tanto dal Rap. Grazie al background dei due artisti si ha un prodotto che risulta rimarchevole per quel che riguarda la sua concezione, più che sufficiente a collocarlo nella top 5 delle migliori uscite del 2003.