Sean Price # Monkey Barz

The brokest rapper you know. Se avete visto i video dei suoi dischi sapete che non è uno scherzo. Sean Price non ha molto, giusto un cuore ed il cemento di Brownsville su cui poggiare i piedi. Però sono infiniti i modi in cui, vuoi o non vuoi, tu Sean PPPPPP lo conosci già. Hai messo la testa fuori dalla finestra durante gli anni '90? L'hai sentito. Hai sentito uno straniero dire qualcosa tipo Leflaur Leflah Eskoshka? L'hai sentito. Fan dei Jedi Mind Tricks? L'hai sentito. Fan di El da Sensei? L'hai sentito. Fan di Agallah (ammesso che ne abbia)? L'hai sentito. Appassionato della stazione radio Rap di GTA 3? L'hai sentito. Tua sorella ha i remix delle sue mitiche Destiny's Child? Sì, l'hai sentito pure lì. Sei andato al tour di Ghostface in Francia? L'hai sentito. E vuoi sentire dell'altro? Semplice, ascolta "Monkey Barz". L'album è stato votato da The Source come miglior album indie del 2005. Lasciando perdere la credibilità del giornale è sicuramente un premio meritato. Ben passati i 30 anni di età, Ruck aka Sean Price ha deciso di dare un taglio al commercio di crack e cercare di risollevare la sua carriera di mc. Per farlo ha giocato in casa. Quando si tratta di suoni che riflettono la strada, Duck Down Records è quasi una garanzia, lo staff di produttori più o meno conosciuti ha invece dato quel senso di versatilità all'album, la voce ed il flow di Sean hanno fatto il resto. Sedici tracce per un album che è stato rimandato all'infinito (doveva uscire con "Total Eclipse" dei Black Moon). E' degno di essere sicuramente ascoltato dall'inizio alla fine ma ci sono delle tracce che mi sento di consigliare. Sicuramente partirei con un "Onionhead", poi con "Heartburn" e "Shakedown". Quindi il singolo, che non manca mai, "Boom Bye Yeah". Finirei con un bel "Spliff & Wessun" per passare infine a "Slapboxing". I temi rimangono molto terra terra, nel senso che non si distaccano molto dalla strada, la casa di Sean. Ci sono acuti di altruismo appunto su "Heartburn" e "I Love You (Bitch)", ma per il resto abbiamo la resa musicale dello slapboxing (una di quelle cose da ghetto come il giocare a baseball con un manico di scopa o fare canestri con le crucce di ferro) e un sacco di energia incanalata in liriche intelligenti/esilaranti miste ad un bel flow. Sean Price è un po' come Tupac (non venite a darmi fuoco adesso, eh!) in quanto svaria di palo in frasca all'interno di una stessa canzone. Nella prima strofa parla di schiaffeggiare gente, nella seconda fa riferimenti a personaggi come Malcom X o MLK e così via. La produzione del disco è ottima: Khrysis (la versione economica di 9th Wonder) fa anche meglio del suo più conosciuto amico su "Onionhead" e "Bye Bye". Tone Mason mette insieme una base esplosiva per il singolo "Boom Bye Yeah" (per gli amici Tone Mason è il GENIO che ha fatto la base di "Magic Hour" di AZ) e sinceramente mi chiedo perché questo talento non sia sulla bocca di tutti. Ayatollah, che tutti conosciamo, produce "Spliff & Wessun" e vince il premio di miglior base del disco. Il resto dei meno noti produttori se la cava niente male, Moss è però da scartare mentre Agallah deve posare il crack e continuare a produrre Dipset... Infine: i featuring. Si può affermare con tranquillità che se sai un minimo della Boot Camp Clik conosci tutti quelli che cantano con Price: Buckshot, Tek, Steele, Starang Wondah (sottotono), Rock, Loueville Sluggah e Rustee Juxx non ti sono sconosciuti. Degno di nota è sicuramente Rustee Juxx, che secondo me ha un futuro sotto la Duck Down; voto negativo invece a Starang, che è da sempre uno dei miei mc's preferiti della cricca di Bucktown ma stavolta arriva un po' troppo svampito a contribuire alle imprese di Ruck. Mettiamola così: oserei dire che quest'album di Sean Price quasi non ha prezzo, anche se può sembrare poco sensato...