Quasimoto # The Further Adventures Of Lord Quas

...ci si potrebbe scrivere un bel romanzo di ambientazione vittoriana: "Lo strano caso del Dr. Madlib e Mr. Quasimoto". La trama: un intraprendente produttore di musica Hip-Hop sviluppa una miscela segreta a base di purissima marijuana e si trasforma in un bizzarro alter-ego xenomorfo che se ne va a zonzo per le strade di Los Angeles. Abbiamo già (ampiamente) parlato delle diverse mimetizzazioni del signor Otis Jackson Jr., abbiamo detto che probabilmente ha bisogno di uno psicanalista di una certa bravura e abbiamo anche chiarito che tutto ciò che tocca sembra benedetto da Dio in persona. Questa è la volta di "The Further Adventures Of Lord Quas", ovvero il capitolo due dell'mc con la voce più improbabile della storia del Rap e un nuovo tassellino per l'inarrestabile scuderia di Peanut Butter Wolf. Mettendo da parte qualsiasi giudizio sulla struttura confusionaria del disco, che a suo modo ha comunque una propria logica, credo sia naturale notare anzitutto il lavoro svolto da Madlib per la produzione di tutte e ventisei le tracce: in un frenetico incrociarsi di campioni, la punta di diamante della Stones Throw Records dispensa lezioncine di beatmaking con una scioltezza che è propria solo dei numeri uno (cominciate l'ascolto da "Civilization Day" e capirete ciò che voglio dire). Mentre per "The Unseen" la parola d'ordine era Jazz, qui sembra di poter parlare in maniera molto più generica di sperimentazione. In un genere come l'Hip-Hop è raro trovare tanti spunti in un solo disco, vuoi perché troppo spesso i produttori si adagiano su un certo tipo di sonorità e proseguono lungo quella direzione, vuoi perché è difficile avventurarsi in qualcosa di molto lontano dagli standard più in voga; estraneo a qualsiasi etichettatura, l'unico intento di Madlib sembra essere invece quello di raccogliere quanti più suoni possibili e riadattare tutto secondo il proprio stile: brevi frammenti come la veloce chiusura di "Greenery", loop raffinati ("The Exclusive"), tagli incomprensibili alla "Strange Piano", autentiche prelibatezze ("Closer"), campioni che girano al contrario ("Maingirl"), c'è spazio per tutto ciò che, potenzialmente, può essere tramutato in Hip-Hop. Ne segue un prodotto composto da tanti piccoli pezzi l'uno ricucito a quello successivo, l'ascoltatore abituato a qualcosa di decisamente più equilibrato potrebbe facilmente sentirsi disorientato nella sua sconclusionata vastità ma è proprio questo forse il fine ultimo di Quasimoto, allontanarsi quanto più possibile dalla media dei dischi Hip-Hop (mainstream o underground che siano) mantenendone inalterati i principali tratti somatici. Le collaborazioni sono ristrette essenzialmente a M.E.D. (ottima incursione) ed M.F. Doom nei panni di Madvillain, oltre a loro ritorna (dato che appariva già in "The Unseen") Melvin Van Peebles, indimenticabile regista e interprete di "Sweet Sweetback's Baadasssss Song": la partecipazione di quest'ultimo in ben otto tracce la dice lunga sulla evidente vena citazionista di Quasimoto, che probabilmente a Van Peebles vuole rendere molto più che un semplice omaggio. Ma il vero ospite d'eccezione resta ovviamente lo stesso Madlib, che scambia rime col proprio clone senza alcuna interruzione: gli incastri hanno un'importanza relativa, ciò che conta è l'effetto surreale che ne deriva. La parodia è grottesca, delirante, forse un po' troppo compiacente di sé, ma riesce a scansare uno ad uno tutti i luoghi comuni dell'Hip-Hop offrendone una visione estremamente personale. "The Further Adventures Of Lord Quas" è dunque il disco di un artista eclettico e fuori dal comune, l'immediatezza non è il suo forte, questo è vero, ma può vantare pregi che la maggior parte dei progetti odierni non riesce neppure a immaginare nei suoi migliori sogni ad occhi aperti. <<I run around town scalping old folks with butter knifes/no regards for nothing, we all up on the gutter life>>.