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Quakers - Quakers
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Reviewed by
Cazza
VOTO (da 1 a 5)
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4
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Il primo album ufficiale del collettivo Quakers è qualcosa che va al di là della norma, di articolato e di non facile giudizio. L'album si presenta come il lavoro di un collettivo di circa 35 componenti (!) riuniti con un unico intento: produrre un disco epico, almeno per quel che riguarda il numero dei partecipanti. In verità, già ad un'occhiata un po' più approfondita si comprende che la somma di "Quakers" è il frutto della collaborazione tra tre produttori, di quelli che sanno il fatto loro e che indubbiamente non peccano di originalità. Sono: Fuzzface (aka Geoff Barrow dei Portishead), Katalyst e 7stu7 (ingegnere del suono sempre per i Portishead), in più, a benedire il tutto, si è scomodata l'etichetta di Peanut Butter Wolf, che ha messo in commercio un bel cartonato contenente due CD e corredato da una grafica perfetta. Detto ciò, "Quakers" è un'uscita che presenta infiniti spunti di analisi, passando dall'alternarsi tra i vari mc's coinvolti, alcuni davvero in stato di grazia e altri meno, sino al pezzo forte dell'album: le strumentali. Le tracce sono 41 e hanno una lunghezza media di neppure due minuti, ma, a prescindere dalla durata, ciascuna ha un senso compiuto e mai si ha l'impressione di ascoltare un abbozzo un po' buttato lì, vuoi per la gustosa selezione dei sample o per la scrupolosa cernita delle batterie. Il sound non è distante da quello tipico di casa Stones Throw, ricco di bassi grassi e pastosi e rullanti leggermente sordi, che creano un'atmosfera ruvida, misteriosa e tipica di un vicolo malsano di qualche periferia cittadina; naturalmente abbonda, nella stesura delle batterie, la sperimentazione e la ricercatezza. La capacità dei produttori e la simbiosi che li lega è ravvisabile nella capacità di spaziare tra suoni parecchio eterogenei, unendoli, piegandoli e sovrapponendoli per poi piazzarli sul beat più consono, dando vita a un blocco granitico. Si passa dal giro di pianoforte molto teso abbinato ai synth e al campione del ruggito di una tigre famelica (sì, il felino) in "Big Cat", spingendosi fino al clap messo in battuta sugli ottoni psichedelici di "Fitta Happier" e, dunque, arrivando alla raffica di effetti rimasticati nella coinvolgente "Russia With Love". Nella grandissima varietà di tagli e campioni, a farla da padrone sono senza dubbio i suoni più elettronici, portati in dote dalle stravaganti esperienze alle macchine del trio, che, questo è certo, possiedono uno stile proprio, coltivato e proposto con estremo successo. Solo in secondo piano, ma senza metterne in discussione l'ovvia importanza, abbiamo le rime dei numerosi ospiti riuniti nel progetto: alcuni sono cavalli di razza che confermano le rispettive qualità (Guilty Simpson, King Magnetic, Steele, Prince Po, Dead Prez), altri invece giungono solo ora alla ribalta e ciononostante mostrano carattere e soprattutto grandi capacita; tra questi meritano una menzione speciale Synato Watts (in "Big Cat") e Quite Nyce ("Jobless"). Nella sua complessità, "Quakers" risulta essere un ottimo lavoro e il nome scelto è quanto mai azzeccato: un terremoto, un fenomeno dirompente di distruzione e cambiamento, metafora che può benissimo essere accostata all'impatto del progetto, che pure necessita a mio avviso di qualche aggiustamento. Non è semplice, infatti, riunire tanto materiale e aspettarsi che si amalgami sempre a dovere, tant'è che qua e là si ravvisano episodi poco affini alla totalità del lavoro. Pur rimanendo su questo stile, una selezione più scrupolosa delle tracce era forse necessaria, ma per il momento va più che bene così. |
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TRACK LIST |
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Quakers - Quakers
(Stones Throw Records 2012) Rhymes
Instrumentals
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| BEATZ |
| All tracks produced by Quakers |
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