Pochi cazzi:
Scott Herren, tra alti e
bassi, ha segnato indelebilmente la musica elettronica degli ultimi dieci
anni. Il guaio è che se n'è reso conto anche lui. Diciamo
che il nostro Guillermo è diventato il più accanito
fan di se stesso, confidando un po' troppo nel suono che lo ha elevato al
rango di istituzione a partire dai bellissimi "Vocal
Studies + Uprock Narratives"
e "One World Extinguisher", presentandosi
un po' stanco da qualche anno a questa parte e proponendo lavori non proprio
alla sua altezza, se non, a volte, oltraggiosi. Lasciata da parte l'odiosa
tendenza ad auto-fellarsi, stop alle orge di autocompiacimento assieme ai suoi innumerevoli alter-ego, sorpassato il discontinuo "Surrounded By Silence" e il noioso "Security
Screenings", Scott
s'è rimboccato le maniche per recuperare un po' di quella classe che
sembrava aver perso per strada per rimetterla in musica e dimostrare di non
essere uno di quei talenti pompati troppo in fretta fino all'eccesso. Il
ritorno del produttore dal sangue ispanico è doppio; da una parte c'è il buon
vecchio Prefuse 73 con "Everything She Touched Turned
Ampexian" e il suo Hip-Hop
elettrico e frammentario (con tanto di copertina degna di Roger
Dean), dall'altra Savath + Savalas
ci riprova con "La Llama", che nonostante esca sotto
l'occhio sempre vigile di Peanut ButterWolf. lasceremo che venga
trattato in sedi opportune: mi limito a consigliarvene l'ascolto perché è un
bel disco. Non lasciatevi spaventare dalle 29 tracce di "Everything...", il disco in questione non è che un mosaico di frammenti della durata media di un
minuto e venti (con qualche eccezione), sulla falsariga dei "Beat Konducta" di Madlib
o di "Donuts" di Dilla. Ciò che viene da
pensare a un primo ascolto di "Everything..." è che, oltre
a essersi scrollato l'ostinata presunzione delle sue ultime apparizioni su
disco, Prefuse voglia ripartire da zero,
condensando in questi 29 frammenti musicali tutte le sue indiscusse capacità
al campionatore e ai sintetizzatori, senza peraltro
cadere nell'errore di passare lo smalto alla formula che ha fatto la sua
fortuna e che ora, in tempi di Flying Lotus e Dilla-amarcord, appare
un po' ossidata. Al contrario, Herren si
re-inventa, preferisce costruire più che decostruire, appare più attento, più
meticoloso, meno istintivo e nevrotico, più fluido e meno singhiozzante: il
suono che ne deriva ha musicalità, pienezza, groove.
Se proprio si vuole muovere un'accusa a Prefuse
è che "Everything She
Touched Turned Ampexian" possa essere un disco un po' ruffiano e
che questo rinnovamento sia un semplice tentativo di riaccattivarsi
un pubblico rivoltosi ormai verso nuovi stili e nuovi suoni (di
nuovo, Flying Lotus?). Ma dopotutto, che importa? Lasciamo che siano tracce
magistrali come "Parachute Panador",
"DEC. Machine Funk All ERA's", "Fountains Of Spring",
"Reagato", "Four
Reels Collide", "Violent
Bathroom Exchange", "Yuletide",
"Digan Lo" a parlare per il timido
produttore americano e gioiamo per il ritorno in grande
stile di un talento che sembrava essersi ormai arenato nella propria
convinzione di esserlo. Prefuse 73 c'è ancora, e merita un'altra possibilità. |