Pacewon & Mr. Green # The Only Number That Matters Is Won

Vorrei iniziare la recensione con un giudizio sommario: "The Only Number That Matters Is Won" è sostanzialmente una delusione e ogni tentativo di renderlo simile al precedente "The Only Color That Matters Is Green" è inconsistente, a partire dal gioco di parole del titolo, imperniato sui nomi del rapper e del beatmaker componenti il duo. Ma andiamo con ordine. Pacewon dovrebbe essere noto ai più, trattandosi infatti di un veterano della scena Hip-Hop che, tra il lavoro svolto come membro degli Outsidaz e le innumerevoli collaborazioni con personaggi del calibro di Eminem e compagnia bella, si è ritagliato un posto di tutto rispetto nell'uderground newyorkese. Differente è la storia di Mr. Green, il quale è un giovane produttore proveniente dal New Jersey e lanciato proprio da Pace con il loro primo lavoro in comune datato duemiladieci, che meritatamente ha avuto un rapido successo all'interno del circuito underground conducendo a collaborazioni con Matlock e partecipazioni agli album di Blacastan, Jedi Mind Tricks e Vinnie Paz: non proprio roba da poco. Detto questo, ciò che balza subito all'orecchio, soprattutto per chi, come me, un paio d'anni fa è rimasto folgorato da "The Only Color...", è una sostanziale staticità dell'intero prodotto e una mancanza di progressione rispetto a quest'ultimo. Chiariamoci subito, non voglio dire che il risultato sia scandaloso o pessimo, ma quello che mi aspettavo era un'evoluzione sensibile e conscia dei due artisti. Le produzioni di Mr. Green, pur mantenendo quell'alone fortemente anni novanta che le hanno sempre contraddistinte, viaggiano sul filo della semplicità e, soprattutto, della ripetitività che a lungo andare rende tutto il pacchetto un po' stucchevole e ridondante; inoltre, devo ammettere che la registrazione e il missaggio, non essendo assolutamente degni di un prodotto di questo tipo, non fanno altro che abbassare il punteggio complessivo. Discorso simile va fatto anche per Pacewon, il quale è dotato di un Rap assolutamente particolare, in quanto risulta essere facilmente comprensibile da tutti - anche da chi non mastica perfettamente l'inglese, tanto più se ricco di slang - ma risulta essere identico da oramai più di quindici anni, senza che il tempo e l'esperienza abbiano plasmato il suo stile. Non vorrei essere troppo negativo, ma queste sono le sensazioni trasmesse sin dal primo rapido ascolto; tuttavia qualcosa di positivo c'è: anzitutto si tratta comunque di un discreto album Hip-Hop e pezzi come "Something To Say", "Ever Since", "Real Life", "Insecure" e "Lock Me Up" lo testimoniano, sia per quanto concerne i contenuti che per il mood generale, inoltre va menzionato il grosso impegno che i due mettono nella pubblicizzazione e diffusione del loro disco, girando e registrando un'innumerevole quantità di video ufficiali di piacevole qualità, che a mio parere, intesi così, sono una forma d'arte a sé troppo sottovalutata da altri gruppi. Il mio cruccio è perciò quello di aver parlato prima di "The Only Number..." e non del primo; ma non vi preoccupate, rimedierò al prossimo aggiornamento...