Pete Rock & C.L. Smooth # All Souled Out

Su Pete Phillips e Corey Penn probabilmente si è già detto tutto. Sicuramente ci saranno pure delle monografie su di loro. Recensire un loro disco è un po' come scrivere di Paul Cézanne, "Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band", situazionismo, "Un Chien Andalou" o "Il Fu Mattia Pascal": è difficile aggiungere qualcosa di nuovo. Non mi resta che seguire la tracklist e scrivere qualche didascalia; e, come per le mostre, quello che conta sono le opere esposte e non il libro sull'esposizione, quindi Pete Rock, C.L. Smooth e 4,5 suggeriscono da soli l'ascolto. L'EP si apre e chiude con due differenti versioni di "Good Life", entrambe con produzioni tipiche dell'inizio dei '90 (a base di batterie secche e cuts chiassosi) e con un C.L. Smooth chill che è una meraviglia mentre trasmette un pizzico di saggezza elementare e la pace intellettuale che deriva dalla conoscenza. Dopodiché basta semplicemente sentire l'apertura di "Mecca & The Soul Brother" e, grazie a quei fiati e soprattutto a quella chitarra, si è subito immersi nel classicone-da-leggenda-reclina-teste: Pietro-Miliare con un beat da voce enciclopedica e C.L. Smooth di nome e di fatto. Segue "Go With The Flow", esemplare lezione di stile a base di flauto, rime e scratch, mentre in "The Creator" Pete Rock prende il controllo di tutto: sono sufficienti una linea di basso e una batteria efficaci per farlo scorrere spedito sul microfono con un testo semplicissimo e delle ottime vibrazioni. "All Souled Out" va semplicemente ascoltata: dire che è un fiume irresistibile di rimandi extra-testuali sopra delle musiche che sono l'espressione autentica della prima metà degli anni '90 afroamericani, non renderà mai giustizia. Scrivo la chiusura ma solo per formalità, e sarò scontato come non mai: Pete Rock e C.L. Smooth scrivono alcuni capitoli di uno tra i più bei libri che si possano conoscere. Buona lettura.