Neek The Exotic and Large Professor # Still On The Hustle

La curiosità di recensire "Still On The Hustle" nasce dall'esigenza di sentire, diciotto anni dopo, cosa poteva scaturire da una nuova collaborazione tra Neek The Exotic e il mitico Large Professor, i quali avevano già abbinato i loro nomi a quella "Fakin' The Funk" di diritto etichettata come una delle migliori tracce mai sentite, qualsiasi sia l'epoca Hip-Hop presa in esame. Più che un featuring fu una breve apparizione quella di Neek, presa nel contesto parve più una mossa di lealtà di Large Pro nei confronti di un amico d'infanzia di cui avrebbe, in qualche modo, dovuto lanciare la carriera, non fosse che l'esotico si fece rinchiudere di lì a poco in cella per gran parte della Golden Era, lasciando sul tavolo chissà quante opportunità. Veniamo ad oggi e ci ritroviamo con undici tracce per una metà abbondante prodotte dall'ex Main Source in persona, il quale fa una manciata di capatine anche davanti al microfono e contribuisce a realizzare, forse non casualmente, i migliori episodi dell'album. I due singoli, "Still On The Hustle" e "Guess Who", nonché il brano di chiusura, "Toast Tonite", offrono atmosfere rilassate catturate attraverso la giusta combinazione di pianoforte, campioni di suoni e voci che pescano dal Soul e batterie ben ritmate, in ciascuna di esse emerge una differenza qualitativa tra i due rappers che rende ingombrante l'ombra di Large Pro - seppure non intenzionalmente - e chi dovrebbe ritrovarsi in primo piano finisce inevitabilmente sul sedile posteriore. Oggi come allora. Neek The Exotic fa del suo meglio con gli strumenti che ha a disposizione, non è certo una cima nel comporre i ritornelli, alcuni dei quali suonano estremamente elementari, si avvale di metafore e riferimenti spesso già sentiti e dimostra una tecnica nella media che di tanto in tanto inciampa, come nella prima strofa di "My Own Line", con una manciata di linee che vengono fatte suonare in rima utilizzando spesso la stessa parola e dove parti di frasi vengono addirittura ripetute più volte. Proprio la traccia appena citata è firmata da uno smagliante Marco Polo, che confeziona due autentiche bombe combinando per l'occasione la precisione della batteria a un loop di chitarra acustica e campanelli, e quindi andando a rallentare la battuta per una "Personal Freak" adagiata su pianoforte e violini, atmosfera azzeccata per attirare le ladies. Quando il flow si fa più scorrevole e i testi meno ripetitivi, capita che sia invece la produzione a tradire, con Lord Finesse a fornire uno dei suoi peggiori beat di sempre per "Main Event" e un Carnage inconsistente, incapace di lasciare il segno nelle sue due prove. Gli argomenti girano spesso attorno al fatto che Neek sia cosciente di aver perso delle occasioni importanti per farsi un nome, ma che non sia mai troppo tardi per provarci, spesso ci si riferisce al darsi da fare per strada citando automaticamente un passato burrascoso nei confronti della legge, il tutto cercando di dare di sé l'immagine di un mc reale, di un hustler leale nei confronti della strada, che si è dovuto sudare ogni cosa guadagnata. Mettendo tutto quanto sul piatto ne viene fuori un disco riuscito solo in parte, la cui qualità soffre di eccessivi alti e bassi che portano ad affezionarsi ai quattro/cinque pezzi che valgono davvero e a dimenticarsi presto del resto, considerazione in aggiunta alla quale va detto che le sole tre apparizioni al microfono di Large Professor lasciano una sensazione di incompiuto, il che non è propriamente un complimento per l'mc protagonista.