OMID - MONOLITH

Reviewed by Blema
VOTO
(da 1 a 5) : 5

Quanto fa "Beneath The Surface" + "Distant Drummer"? "Monolith"! Matematica a parte, Omid a distanza di soli quattro anni dalla prima e fortunata compilation ("Beneath The Surface" appunto) si è decisamente dato da fare. Dopo la grande soddisfazione del 1999, dopo l'esperimento ben riuscito di un cd prevalentemente strumentale ("Distant Drummer"), Omid decide che è ora di fondere le due cose. Facciamo half and half, metà strumentali e metà pezzi con dei rappers, che ne dite? Beh, la nostra risposta, quella del pubblico, è a dir poco entusiasta. "Monolith" non è affatto un titolo a caso, per quest'album: il blocco di pietra di partenza può essere l'Hip-Hop, oppure la musica...e in tutto quest'album ne seguiamo le evoluzioni, ciò che si può ricavare partendo da due blocchi così solidi e, in un certo senso, antichi. L'aggettivo più adatto per descrivere quest'album è innovativo. È pieno di rap e di beat che difficilmente si riescono ad affiancare ad altri artisti e in alcuni casi rimarrete perplessi dall'eclettismo di Omid: "Speakers Hot", "Ripple Study", "Shock & Awe", "Always Being Born" sono pezzi che non ci si aspetta di trovare in un album che si reputa rap! Contaminazioni rock, boogie anni '70, vecchio metal, reggae, jazz e blues... Ma non fraintendete, "Monolith" non è un album per soli cultori di generi underground (se siete appassionati di gangsta rap potete anche lasciar perdere quest'ultima affermazione), ci sono dei pezzi sui quali si è tutti d'accordo, indipendentemente dalle preferenze di beat e rap: "Live From Tokyo", "Sound Of The Sitar", "Double Header", "Research", "Myth Behind The Man" ed "I'm Just A Bill" sono pezzi classici che spaccano. Non potete dirmi di no. "Live From Tokyo" è l'unico brano in cui cantano più di due mc's, canzone divertente in cui tutti eccetto Murs si dimostrano contenti (di avere un beat di Omid, di rappare, di collaborare, più probabilmente di essere a Tokyo); in "Sound Of The Sitar" OD riprende temi naturalmente orientali come già fece in "Beneath The Surface" e come quattro anni prima crea un beat spesso che è oggi tra i suoi lavori più apprezzati e conosciuti. In "Double Header" c'è Buck 65 che offre una panoramica discutibile ma sarcastica del mondo femminile <<The women here are just like in magazines/stern/too precious/pissy/ferocious/blank/just so/bodies like twelve year old boys...>>, il tutto su un beat classico adatto al rap del noto mc. I pezzi che vi faranno un po' muovere, perché cose commercialotte, ballerecce vere e proprie qui non ce ne sono, sono "Myth Behind The Man", traccia arricchita dai flow dinamici di 2Mex e Abstract Rude, ed "I’m Just A Bill" con Spoon, mc degli Iodine che corre su un beat boogie a perdifiato. Per alcuni questo monolito è troppo sincretistico ed è diffusa la leggenda urbana che Omid non abbia un proprio stile. Dipende da che cosa ognuno di noi intende per bravo produttore. Per quanto mi riguarda, uno che è aperto mentalmente, che ha una cultura musicale enorme, che riesce a spaziare in più generi pur mantenendo le radici ben fisse in una cultura che sente propria, che fa musica e la sa fare bene...ha tutte le carte in regola per essere un produttore eccellente. Proprio come Omid.


TRACK LIST
Omid - Monolith (Mush 2003)
  1. Arrival/Departure
  2. Robert L. Ripley [Feat. Hymnal]
  3. Up
  4. Live From Tokyo [Feat. Luckyiam.PSC, Slug, Aceyalone, Murs and Dj Drez]
  5. Sound Of The Sitar
  6. Double Header [Feat. Buck 65]
  7. Research
  8. Myth Behind The Man [Feat. Abstract Rude and 2Mex]
  9. Speakers Hot
  10. I'm Just A Bill [Feat. Spoon]
  11. Ripple Study
  12. Shock And Awe [Feat. Busdriver]
  13. Always Being Born
  14. Club Apotheosis [Feat. Hymnal]
BEATZ
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