M.O.P. - Street Certified

Reviewed by Moro
VOTO
(da 1 a 5)
: 2

Mi sembra doveroso fare un piccolo riassunto delle vicende legate alle etichette discografiche che hanno condizionato gli M.O.P. e che, quindi, sono state la loro vera e propria disgrazia. Fino al 2000, dunque a "Warriors", tutto bene: quattro monolitici album a cadenza regolare di due anni che hanno dato a Lil' Fame e Billy Danze la loro meritata fama e l'indiscussa street credibility che li accompagnerà anche nei momenti più cupi della carriera. Poi lo sfacelo: la Loud Records fallisce, i due si ritrovano senza contratto e firmano prima per la Roc-A-Fella Records e poi per la Dame Dash Music Group. Tranne dei mixtape e partecipazione in progetti non loro, sostanzilamente vengono parcheggiati per cinque anni. Stanchi della situazione, decidono di cadere dalla padella nella proverbiale brace: firmano per la G-Unit Records! Il copione è praticamente lo stesso, nessun album ufficiale, ma mixtape e poco altro. Perciò escono anche dalla G-Unit ed è il 2008. Forse abbattuti da nove anni di dimenticatoio, forse per scelte artistiche decisamente sbagliate, l'anno successivo esce "Foundation" per la E1 Music, una cocente delusione su tutti i fronti. E' il momento della Babygrande e in effetti con "Sparta" qualche miglioramento lo si sente, anche se oramai i due non sono più quelli di un tempo, manca proprio l'energia e la grinta che li aveva consacrati nella hall of fame dell'Hip-Hop. Ora, nel 2014, ci prova la Nature Sounds, ma neppure in questo caso si riesce a ravvivare una carriera che val la pena ritenersi definitivamente morta. "Street Certified" è un album modesto, che appunto non trasmette né energia, né fame, né tantomeno voglia di riscatto; ciò che, sinceramente, ci si dovrebbe aspettare. Rispetto a "Sparta", dove le produzioni erano affidate interamente agli Snowgoons (che, pur essendo un po' sotto tono, almeno percorrevano una strada netta e definita), in "Street Certified" ogni traccia è praticamente affidata a un produttore differente e, di conseguenza, è del tutto assente l'omogeneità del sound. Proprio non si capisce dove vogliano andare musicalmente a parare, seppure il produttore esecutivo sia Dj Premier. Non è proprio possibile evitare paragoni col passato: da Lil' Fame e Billy io voglio il puro hardcore e qui non si può certo dire che rappino male, ma sono molli e senza spina dorsale. Un po' di energia la troviamo in "Shake Em Up", ma a confronto con hit come "Ante Up" o "Cold As Ice" è come passare dalla batteria di un John Deere a una pila mini stilo! Non mi dispiace invece la titletrack, in compagnia dei Mobb Deep, resa opportunamente cupa da un organo ben azzeccato. Anche se fuori contesto, non sono così male "Welcome 2 Brooklyn" ed "Hustle", due belle ballate del ghetto. Oltre ciò, sento solo piattume che mi porta in un'anonima noia - e per fortuna sono solo nove tracce... Vi assicuro che non è divertente scrivere su un disco come questo, dove chi era sinonimo di garanzia ormai lo è di mediocrità. Ma almeno la loro garanzia è scaduta dopo sei anni e quattro ottimi lavori, qui in Italia dura solo due anni e spesso non vale neppure un cazzo!


TRACK LIST

M.O.P. - Street Certified (Nature Sounds 2014)
  1. Welcome 2 Brooklyn [Feat. Maino]
  2. Broad Daylight [Feat. Busta Rhymes]
  3. Hustle [Feat. Probz]
  4. Shake Em Up
  5. Heistmasters
  6. 187
  7. Street Certified [Feat. Mobb Deep]
  8. No Shame
  9. American Muscle
BEATZ
  • ChuckHeat: 1
  • I Fresh: 2, 7
  • Beat Butcha: 3
  • Jazi Moto: 4
  • Dj Skizz: 5
  • Fizzy Womack: 6
  • Phatboy: 8
  • Free Smith: 9