(The) Lords Of The Underground - Resurrection

Reviewed by Paolo HCM
VOTO
(da 1 a 5)
: 3 +

Rieccoli! Dopo cinque anni di assoluto silenzio, il gruppo del New Jersey torna con questo "Resurrection", titolo emblematico; ma chissà che avranno voluto dirci davvero con questo periodo di assenza... Scelgono però di tornare in studio in un momento non facile per il Rap, quando sta terminando ciò che rimane della golden age e stanno prendendo lentamente piede i suoni di una nuova, diciamo così, scuola. Forse il periodo sabbatico può suggerirci che ok, abbiamo fatto i primi due album bomba, ma adesso siamo un po' cambiati... Il lavoro sembra infatti fare un po' da tramite tra questi due momenti storici per l'Hip-Hop e il gruppo cerca di miscelare metriche e sonorità moderne con lo stile proveniente dal loro periodo di riferimento; non sempre riuscendoci al meglio, tuttavia. Diciassette tracce per un totale di un'oretta scarsa di musica e ai controlli troviamo ancora il vecchio K-Def, che li lanciò assieme a Marley Marl nel lontano '93, oltre allo stesso Lord Jazz. Il disco si apre con una folla che li acclama a gran voce, entusiasta per il loro ritorno, e subito in "Retaliate", una delle tracce più riuscite, viene ribadito il concetto: <<tought we was dead, but the dead has been resurected>>. La parte centrale del disco lascia però spazio a sonorità più Soul e R'n'B, come per "Earth, Wind, & Fire" con la voce di Joya, "Hennessey: Part. I" su un campione di Diana Ross e "One Day" con la partecipazione molto decisa di DaBrat. In tutti i pezzi i due mc's dimostrano grandi capacità liriche, ma non sempre s'incastrano al meglio con la parte musicale, nonostante DoItAll non lasci scampo con barre come <<down-fall never, I rhyme too clever>>, come a dirci qua non si discute! In realtà, pezzi più underground o hardcore non mancano, come nel caso di "Infinite", la mia preferita, classico pezzo da far muovere la testa; oppure "Take Dat", bassi potenti su un giro di piano molto minimale e tecnicamente quasi perfetti per il palco - i due, infatti, dopo le due strofe si scambiano il microfono per due ottave a testa. Qualche caduta di stile, invece, in "If You...", con un sample inascoltabile, "Haters", accompagnata da un ritornello da cestinare, e la seconda parte di "Hennessey", con suoni quasi Afro che ad ogni modo convincono proprio poco. Liricamente, i due mc's rimangono sempre molto underground e infatti, a livello contenutistico, vanno interpretati non fermandosi al primo ascolto, nota questa a mio parere positiva perché il duo non ha perso la carica di qualche anno prima. Un inciso sull'aspetto live: ho avuto la fortuna di ascoltare i LOTU ad Arnhem nella serata Illmatic Blockparty, che prevedeva anche Rasco e The Alkaholiks, sul palco il gruppo è davvero potente, trasmettendo un'energia incredibile e facendo saltare la folla (me compreso) per più di un'ora incessantemente. Non contenti, ce li siamo ritrovati di fianco sotto il palco durante l'esibizione degli Alka a ribaltare tutto. Capi! In conclusione, "Resurrection" è un lavoro uscito molto in sordina e forse, non avendo ricevuto le tante attenzioni del passato, ha potuto sperimentare nuove soluzioni in maniera più spontanea. Le qualità al microfono non si discutono e quindi lo consiglio, maggiormente però a chi non li conosce: i loro fan, avendo sicuramente ancora nelle orecchie "Here Come The Lords" e "Keepers Of The Funk", può darsi storceranno un po' il naso. In un titolo? A volte ritornano!


TRACK LIST

(The) Lords Of The Underground - Resurrection (Jersey Kidz 1999)
  1. Intro
  2. Retaliate
  3. If You...
  4. Take Dat
  5. Path Of The Righteous Man
  6. Earth, Wind, & Fire [Feat. Joya]
  7. Imposter
  8. One Day [Feat. DaBrat]
  9. Hennessey: Part I
  10. Funk For Ya Mama
  11. Haters
  12. Infinite [Feat. Lunatic Asylum and Joe Bananas]
  13. Blow Your Mind
  14. Nasty Natti
  15. Hennessey: Part II [Feat. Sah-B]
  16. Excuse Me
  17. Exodus
BEATZ
  • Lord Jazz: 2, 6, 8, 9, 11, 13, 15, 17
  • K-Def: 3
  • A Kid Called Roots: 4, 16
  • Govna Mattic: 12