Jaylib # Champion Sound

Le collaborazioni tra gli artisti sono fenomeni piuttosto frequenti nel mondo Hip-Hop, ma difficilmente vanno oltre la semplice 'ospitata' per un paio di singoli al massimo (vedi il 99% delle colonne sonore americane, dove spesso ci si imbatte in vere e proprie "ammucchiate" di performers e producers su singole tracce, messe sù tanto per spingere le compile stesse con risultati raramente soddisfacenti). Figuriamoci arrivare a concepire e realizzare un intero album: un progetto quantomeno ambizioso e, aldilà della legittima curiosità che potrebbe destare un'operazione del genere, relativamente rischioso (e nel music business, oggi come oggi, chi sarebbe disposto a correre certi rischi?). Ma, come spesso succede, quando alla base già c'è una buona affinità di intenti e la voglia (oltre che la possiblità) di superare ogni restrizione di sorta, si raggiungono con buona probabilità risultati considerevoli. Tra emcee's il fenomeno è abbastanza comune (basti pensare all'exploit di Method Man & Redman); più sporadiche, invece, le collabo tra producers (mi vengono in mente Dan The Automator e Prince Paul per il progetto Handsome Boy Modeling School). Ora, in quest'ultima categoria, trova posto anche "Champion Sound", opera prima dell'inedita coppia Madlib/Jay Dee. L.A. e Detroit che si incontrano in un luogo immaginario della musica dove ogni cosa perde progressivamente il proprio contorno e si fonde con il resto: ragga, jazz cosmico, Bollywood, Spaghetti Western, easy-listening, cocktail parties, hydro, strip clubs, vita di strada... Troppo complicato? In realtà, è più semplice di quel che sembra, se pensate che tutto è cominciato da Madlib che si stava divertendo con delle strumentali che Jay Dee gli aveva prestato; quando si sono resi conto che la cosa poteva essere portata ad un nuovo livello, non si sono persi in chiacchiere e, con l'aiuto di Peanut Butter Wolf come produttore esecutivo, hanno chiamato qualche amico (Kweli, Frank-N-Dank, Percee P, Guilty Simpson e l'immancabile Quasimoto) e, sotto il marchio Jaylib, l'uno ha rappato sui beats dell'altro (e viceversa) ed hanno dato vita al sound da club del quarto millennio! Per carità, nulla di truzzo o di 'usa-e-getta': "Champion Sound" è un disco ipnotico ed intrigante, difficile da raccontare, eppure, ascolto dopo ascolto, sempre più facile da apprezzare. Immediato e sottilmente ossessivo, come quando ci si sveglia la mattina con una canzoncina in testa (che, magari, nemmeno ci fa impazzire) e ce la portiamo appresso per tutto il giorno. Sarà che l'alchimia tra Mad e J si attesta quasi sempre a livelli notevoli, ma l'evoluzione che tutti e due hanno subito nella fusione in Jaylib è davvero impressionante. Perché il punto di forza (nonché la parte più interessante) di "Champion Sound" sta proprio nell'originalità del suono (un suono che, per inciso, non è quello dei Lootpack o di Quasimoto, né quello degli Slum Village, sebbene sia il Beat Conductor che J Dilla mantengono grosso modo le caratteristiche che hanno reso celebri i loro rispettivi stili). Non aspettatevi prodezze liriche alla Rakim o Ras Kass o contenuti di elevato spessore: il buon flow che dispensano l'uno sulle strumentali dell'altro è già sufficiente a rendere ogni pezzo più accattivante. Non ha molto senso rilevare una traccia piuttosto che un'altra: "Champion Sound" è il sottofondo ideale per un viaggio (fisico o mentale, fate voi...), oltre che una valida alternativa ai soliti riempipista. Ma, soprattutto, è l’ennesima prova che l'unione (quasi sempre) fa la forza.