HOUSE OF PAIN - SAME AS IT EVER WAS

Reviewed by Mistadave
VOTO
(da 1 a 5)
: 4

Dopo i fasti della gettonatissima "Jump Around" gli House Of Pain erano attesi ad una seconda prova che non sempre riesce a tenere fede alle alte attese che si generano attorno al seguito di un grande successo come "Fine Malt Lyrics", con il serio pericolo di sfornare quello che spesso si rivela essere un sequel dell'originale piuttosto che una prova a sé stante. Pericolo scongiurato: alcuni dei principi sonori di quel primo disco sono rimasti attaccati anche a "Same As It Ever Was", dotato di suoni oscuri, trombe spezzate e rielaborate, campioni ripetitivi in pieno stile Soul Assassins (Dj Muggs è meno presente, ma decisivo) ma fioriscono contemporaneamente maggiori personalizzazioni da parte di Dj Lethal, che proprio da qui comincia a delineare uno stile produttivo di gusto Blues/Jazz che avrebbe avuto la sua apoteosi in "Truth Crushed To Earth Shall Rise Again". Il giusto compromesso tra il mantenimento di una parte del vecchio stile e l'innovazione è stata la chiave del successo di questo secondo sforzo, nel quale il sodalizio tra l'oscurità dei suoni e le rime di Everlast (Danny Boy è sempre marginale) è ancora forte e sfocia nella realizzazione di nuovi classici (rimasti però underground) come "On Point", ancora oggi una delle migliori prestazioni al microfono del sempre minaccioso rapper, "I'm A Swing It", linea di basso killer ed un campione azzeccatissimo che arriva in crescendo, "It Ain't A Crime", intelligente rielaborazione del beat di "This Is Compton" dei CMW che ci regala un Everlast in veste (allora) inedita di storyteller, la grandiosa "Who's The Man", già presente nella colonna sonora dell'omonimo film qui giustamente inclusa, al contrario dell'ottima "Legend", estromessa e rimasta inspiegabilmente un singolo a parte. Ottima la scelta di prendere una produzione esterna per variare il risultato finale, con un Diamond D in forma smagliante a regalare una gemma come "Word Is Bond", come anche l'idea di pescare suoni diversi dal passato con l'interlude "All That" e "Where I'm From", nelle quali corde pizzicate e fiati la fanno da padroni. Per ascoltare questo disco al meglio è necessario avere un impianto che tenga bene i bassi, pena il rischio di non riuscire ad apprezzare le linee pesanti di "Keep It Comin'", "Over There Shit" e dell'introduttiva "Back From The Dead", la quale avverte in maniera simbolica che gli House Of Pain, dati per morti dopo il successone, sono qui per restare. Un lavoro dunque ben riuscito, che prevedibilmente non ha bissato i successi commerciali dell'esordio ma che ha potenziato l'immagine onesta ed il rispetto nei confronti degli House Of Pain all'interno di un movimento molto difficile da penetrare per tre ragazzi bianchi, che solo un paio d'anni prima avevano fatto saltare tutto il pianeta Terra.


TRACK LIST

House Of Pain - Same As It Ever Was (Tommy Boy 1994)
  1. Back From The Dead
  2. I'm A Swing It
  3. All That
  4. On Point
  5. Runnin' Up On Ya
  6. Over There Shit
  7. Word Is Bond [Feat. Diamond D]
  8. Keep It Comin'
  9. Interlude
  10. Same As It Ever Was
  11. It Ain't A Crime
  12. Where I'm From
  13. Still Got A Lotta Love
  14. Who's The Man
  15. On Point (Lethal Dose Remix)
BEATZ
  • Dj Muggs and The Baka Boys: 1
  • Dj Lethal: 2, 3, 4, 9, 12, 13, 14, 15
  • Dj Muggs: 5, 6, 8, 10
  • Diamond D: 7
  • Dj Lethal and Dj Muggs: 11
SCRATCH
All scratches by Dj Lethal