HELL RAZAH - HEAVEN RAZAH

Reviewed by Cazza
VOTO
(da 1 a 5)
: 3,5

Hell Razah è sempre stato, sin dai tempi dei Sunz Of Man in compagnia di Killah Priest, Shabazz The Disciple, Prodigal Sun e 60 Second Assassin, uno dei componenti di quello zoccolo duro che ha portato avanti, negli anni, il suono più underground e cupo del Clan. La sua carriera è costellata di buoni lavori, sempre al di sopra della sufficienza, ma mai così completi e rivoluzionari da apparire come pietre miliari o classici della storia Hip-Hop; non stupisce dunque se anche "Heaven Razah" si attesta un po' su quei medesimi livelli: un buon album, senza troppe pretese. A mio parere la parte del gigante la fa senz'altro lo stesso mc: dotato di una voce profonda, nitida, con un timbro vocale grave al punto giusto, snocciola rime con una notevolissima calma, risultando molto costante nel ritmo e soprattutto chiaro; sembra quasi strano, ma a volte porta con sé una sana dose di tranquillità e rilassatezza, favorendo la chiusura degli occhi dell'ascoltatore e aprendo nuove strade alla riflessione. Ne sono un chiaro esempio "Negro Angelitos", "Book Of Heaven Razah", "Cinematic" e "Selah", le quali, grazie anche all'apporto musicale molto soft, magari con sonorità orientaleggianti, ottengono un connubio perfetto. Ok, detto ciò non spaventatevi, per gli amanti del Rap nudo e crudo proveniente direttamente da Brooklyn c'è di che godere: è possibile infatti ascoltare una gran quantità di tracce dal sentore street, rese magiche dal lavoro sopraffino dei beatmaker selezionati. In tal senso c'è da leccarsi i baffi per "Medical Kush" prodotta da Bonze Nazareth e Kevlaar7, che abbinano una batteria semplice e lenta al campionamento di uno xilofono ed un giro di pianoforte, geniale! Anche il contributo di Allah Mathematics su "Raised In Hell" è ottimo, anche se diametralmente opposto rispetto al brano precedente. "Fear Of God" conferma le atmosfere sempre più tirate e mistiche, mentre "Return Of The Reinassance", composta da cassa, basso, giro di trombe e niente rullante, fa rivivere, grazie anche al featuring di R.A. The Rugged Man, i fasti di "Renaissance Child". "Kids In The Street" ed "A Brooklyn Tale" richiamano perfettamente il passato del nostro per le strade delle Red Hook Houses, mentre "My Testimony" ed "Heaven On Earth" escono un po' dal seminato a causa delle eccessive parti cantate, che lasciano il tempo che trovano senza amalgamarsi bene col resto dell'album. Fortunatamente ci pensa Havoc a chiudere in bellezza "Heaven Razah", grazie a un beat dal tipico mood dei primi Mobb Deep, realizzato con una cassa potentissima e un rullante secco. Insomma, una buona prova, da poter ascoltare in piena tranquillità oppure per ricreare quelle atmosfere newyorkesi che tanto ci piacciono.


TRACK LIST

Hell Razah - Heaven Razah (Nature Sounds 2010)
  1. The Arrival
  2. Negro Angelitos
  3. Book Of Heaven Razah
  4. Medical Kush
  5. Raised In Hell
  6. Fear Of God
  7. Return Of The Renaissance [Feat. R.A. The Rugged Man]
  8. Cinematic
  9. Kids In The Street
  10. A Brooklyn Tale [Feat. Shabazz The Disciple]
  11. Selah
  12. Dear Lord
  13. My Testimony [Feat. Darnell McClain]
  14. Heaven On Earth [Feat. Darnell McClain and Timbo King]
  15. Armageddon
BEATZ
  • Dev 1: 1, 2, 7, 12
  • Rainmayqha: 3
  • Bronze Nazareth and Kevlaar 7: 4
  • Allah Mathematics: 5
  • Jordan River Banks: 6
  • 4th Disciple: 8
  • Ayatollah: 9
  • Shroom: 10
  • St. Peter: 11
  • Blastah Beatz: 13, 14
  • Havoc: 15