Freestyle Fellowship # The Promise

Come avrete capito dalle mie recenti recensioni, in questo periodo sono parecchio preso dai Freestyle Fellowship e con tutto quello che viene o è stato elaborato dalle menti superiori di Aceyalone, Myka 9, Self Jupiter, P.E.A.C.E. e Dj Kiilu Grand; perciò non potevo mancare con la puntuale recensione del loro recente album, "The Promise". Ogni volta resto basito e interdetto dall'incredibile carica creativa di questo gruppo proveniente dall'assolata e rilassante California, per non parlare dell'originalità che, a distanza di ventun'anni dall'album "To Whom It May Cocern...", riescono ancora a diffondere in qualsiasi luogo la loro musica venga diffusa. Non esagero se affermo che il passare del tempo ha affinato le capacità del gruppo, limando anche quelle peculiarità a volte troppo fastidiose e ricercate del passato, che spesso hanno reso i loro lavori borderline, un Rap troppo snaturato e non sempre ben definito. In "The Promise", invece, si respira davvero l'atmosfera di un album Rap, ma condito dalla genialità di artisti che da sempre navigano per la loro rotta, fregandosene della moda, delle vendite e del comune pensiero di critica e falsi intellettuali Hip-Hop. L'ultima fatica dei Freestyle si contraddistingue ancora una volta per una varietà sonora invidiabile, in cui produttori del calibro di Omid, Eligh, Exile, Black Milk e, ovviamente, lo stesso Myka 9 lasciano la loro impronta decisiva e straripante di classe. In ogni singola traccia è possibile scovare sonorità ricercate e perfettamente amalgamate per farcire efficacemente l'album: si passa dai campioni spiccatamente elettronici e meccanici di "This Write Here" ed "Ambassadors", alle sonorità più morbide e mistiche di "We Are" e "Introspective", senza mai abbandonare quell'aurea di sperimentazione e voglia di stupire che da sempre identifica la personalità del gruppo californiano. La scelta e l'unione dei campioni è poi sapientemente sostenuta dalla selezione impeccabile dei beat, i quali, come da buona tradizione Freestyle Fellowship, seguono il più classicheggiante boom-cha tipico della costa mancina, ricco di battiti lenti e scarni, così come la filosofia del chillin' insegna. La parte che però mi ha più stupito e che, secondo me, fa svettare "The Promise" sopra tutta la passata discografia di Aceyalone e soci, sta in ciò che i rapper fanno con in mano il microfono; finalmente, su tutte le tracce, si rappa. I fantasiosi e a volte insulsi pezzi cantati sono quasi del tutto eliminati e a farla da padrone è la rima sputata in modo aggressivo. Non che l'attitudine dei Nostri sia la più classica che abbiate mai sentito, ma per una volta ciò che conta è il puro e semplice flow; in tal senso vorrei che tutti ascoltassero la prima strofa di "This Write Here" performata da Myka 9: il 90% dei rapper in voga nei giorni nostri potrebbero strozzarsi nel tentare di riprodurla. A costo di ripetermi, sollecito tutti a farsi una cultura riguardo i Freestyle Fellowship; non ve ne pentire, è una promessa.