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BUCK 65 - SYNESTHESIA (LANGUAGE ARTS/PART 5)
Reviewed
by Bra
VOTO (da 1
a 5) : 4,5 (Endemik)/4 (Warner)
Due copertine, due tracklist, due dischi diversi, un solo titolo. Mi spiego meglio: fino a "Square" Buck 65 si era affidato ad etichette e distribuzioni di volta in volta differenti ed indipendenti dal circuito multinazionale delle major, poi ha firmato con la Warner, la quale ha provveduto a ristampare da capo la precedente discografia dell'mc canadese. Fatta eccezione se non sbaglio per "Weirdo Magnet" (il capitolo 0), tutte le altre language arts hanno vissuto una seconda uscita targata appunto Warner Canada: "Language Arts (Part One)", "Vertex", "Man Overboard" - inizialmente nel catalogo Anticon - "Square" e, dulcis in fundo, "Synesthesia". Il disco in esame è però l'unico ad aver subito notevoli modifiche, dato che le due versioni hanno solo poche tracce in comune sebbene i titoli in questione siano comunque diversi. Tra l'una e l'altra lo stile (ovvero l'atmosfera di fondo) non presenta differenze sostanziali, ma la copia della Endemik è a mio avviso superiore a quella successiva. L'estetica di tutte e cinque le language arts è unitaria sotto tutti i punti di vista, quella di Buck 65 è per certi versi una vera e propria poetica che nasce da una visione dell'Hip-Hop quale linguaggio artistico al pari di tanti altri (da qui il gradito leitmotiv rappresentato dal disegno astratto). Esprimere un concetto così lontano dal luccichio ribadito senza vergogna dagli esponenti più in vista significa però rompere uno schema consolidato e ritirarsi in eremitaggio, cosa che accade puntualmente in "Synesthesia", un mondo a sé stante fortificato attorno a produzioni scarne ed ipnotiche (le mura) e testi per lo più onirici che rasentano il vaneggio (il castello). Detto in altri termini, la "Language Arts" numero cinque prende sicuramente le distanze dal disco commercialotto che gira in radio ma non cerca neppure il campione funk grasso e potente o la rima facile del rapper cazzuto che ci racconta come se l'è cavata nel ghetto: Buck 65 è in entrambi i casi qualcos'altro. Escluso quindi di fatto ogni tipo di paragone l'unico modo per capire le differenze di cui sopra dipende dalla singola capacità di apprezzare l'Hip-Hop senza nessun tipo di preconcetto, tuttavia fatta salva la liberta di giudizio che ognuno di noi possiede mi sembra chiaro che dischi come "Synesthesia" difficilmente attraggono l'ascoltatore casuale alla ricerca della distrazione spicciola. A voi quindi scegliere da che parte stare. |
TRACK LIST |
Buck 65 -
Synesthesia (Language Arts/Part 5) (Endemik Music 2001/Warner
Canada 2002)
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BEATZ |
All tracks produced by Buck 65 |
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