Bigg Jus - Machines That Make Civilization Fun

Reviewed by Jonathan
VOTO
(da 1 a 5)
: n.g.

Di solito faccio l'esatto contrario, ma per "Machines That Make Civilization Fun" comincio dal dirvi a chi non è indicato quest'album: se cercate un disco semplicemente Hip-Hop avete sbagliato recensione. Con ciò non voglio dire che il disco semplicemente Hip-Hop sia migliore o peggiore, voglio solo sottolineare la totale estraneità a qualsiasi catalogazione della musica realizzata da Bigg Jus (serve davvero dirvi chi è costui? Di quale formazione ha fatto parte? Partite dall'esordio di uno strano gruppetto che s'intitolava "Funcrusher Plus", dovrebbero essere i Circoletto del Flow o qualcosa del genere...). In ogni caso, dimenticate il tortuoso e labirintico flow di quest'ultimo e non tenete eccessivamente in considerazione neppure quanto fatto da solista prima di "Machines...". Ora, se pensassimo che Bigg Jus sia una persona media con difetti medi potremmo dire che il suo è soltanto un disco creato per lasciare l'ascoltatore privo di alcun punto di riferimento, una sorta di vezzo autoreferenziale. E invece no. Noi sappiamo che il signor Jus è una persona dalle esigenze espressive sconfinate e un mero beat su cui rappare in maniera regolare lo renderebbe simile a un animale in gabbia, anzi, già il fare del mero Rap lo castrerebbe. Così, Bigg Jus dimostra di essere praticamente un intero genere musicale, il suo, fatto di urla lancinanti, strofe schizofreniche, ritmi che sono soprattutto rumore, rime a volte pronunciate in maniera incomprensibile e altre il cui significato è impenetrabile, concetti impegnativi e a volte un utilizzo di una lingua che quasi neologistica. Non vi sto facendo un'analisi traccia per traccia e non vi sto dicendo neppure in quali emerge questo o quell'aspetto, perché sarebbe come influenzarvi in un viaggio che va intrapreso da soli, liberi di perdervi e di guardarvi attorno perplessi. Metafore a parte, seriamente, questo è un progetto che va ascoltato tante, tante volte, con sottobraccio un dizionario d'inglese (probabilmente vi servirà anche se siete dei madrelingua) e i testi (tutti reperibili sulla pagina della Mush Records) per essere compreso appieno. Altro discorso è invece quello che riguarda l'apprezzamento dell'album. Il consiglio che posso darvi è di non farvelo piacere per forza, in molti episodi Jus risulta semplicemente eccessivo, come nella titletrack (dannazione, avevo promesso di non farlo!) ma non solo lì, spezzettando i suoi versi fino al punto da renderli l'uno slegato dall'altro, facendo un uso un po' approssimativo della sezione effetti e lasciando, insomma, interdetto l'ascoltatore meno preparato. Restano in primo piano e non si discutono le sue doti, al microfono e soprattutto in sede di scrittura, con qualche sforzo metrico in meno e molto più lavoro sul collocamento di un registro poetico (prendete con le pinze questo termine) all'interno di tutte e tredici le tracce. Sospendo il giudizio per farvi un piacere, ascoltate "Machines That Make Civilization Fun" e dategli il vostro voto, ma partite dal presupposto che si tratta di un album che inizierà con rumori apocalittici e versi costruiti con la declamazione di titoli di videogiochi, giusto per darvi un'idea...


TRACK LIST

Bigg Jus - Machines That Make Civilization Fun (Mush Records 2012)
  1. Crossing The Line
  2. Game Boy Predator
  3. Black Roses
  4. Advanced Lightbody Activation
  5. Empire Is A Bitch (Fake Arab Spring Mix)
  6. Food For Thought (Shit Sandwiches)
  7. Hard Times For New Lovers
  8. Machines That Make Civilization Fun
  9. Polymathmatics (Restore Balance Out Think A Savage Trick)
  10. Redemption Sound Dub
  11. Samson Op-Ed
  12. Kush Star Catalog
  13. Respective Of F1 Dub
BEATZ
All tracks produced by Bigg Jus