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Voglio essere retorico: quando ho cominciato ad ascoltare Hip-Hop, ovvero tanti anni fa, un demo era già un punto di arrivo, più che di partenza. Oggi invece sembra che chiunque, con un microfono e un PC, sia un mc pronto al salto di qualità, al fantomatico disco. Risultato? Uscite come "(Dis)onore alla bandiera" sono, mi dispiace dirlo, pessime sotto tutti i punti di vista. Il Rap, a prescindere dai gusti e dal genere affrontato, è una disciplina, ma le nuove leve sembrano spesso non accorgersene: bisogna studiare, scrivere, limare, crescere; non è sufficiente mettere due rime in croce e $hark ce lo dimostra. Flow congestionatissimo, rigido, elementare, soluzioni estetiche molto approssimative (il refrain di "S.U.D." è inascoltabile), tematiche prive di uno sviluppo adulto (impossibile non citare "Un Angelo va via", racconto dei fatti di Avetrana che assume quasi i contorni di una cronistoria, più un articolo giornalistico che un brano Hip-Hop), emulazioni ed iperboli sentite già migliaia di volte ("Contro lo Stato"). Per non parlare della registrazione, dei volumi sfasati, della (diciamo così) grafica. Cosa salvare di "(Dis)onore alla bandiera"? Non molto. Di certo non la tecnica, a dir poco acerba. Idem per il modo di porsi, un po' troppo grezzo (non è così complicato trovare un amico che se la cava con Photoshop). La voglia di fare musica, quella sì, di farla in maniera schietta e genuina; ma da sola non basta, sia chiaro. |
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(Bra) |
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TRACKLIST |
NOME $hark TITOLO DISCO RUOLO PROVENIENZA CONTATTI |
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