MHz – MHz Legacy

Voto: 3/3,5

MHzLegacy500Le ragioni che rendevano poco preventivabile un ritorno dei MHz a undici anni di distanza da “Table Scraps” si sprecano: anzitutto, è evidente, la morte di Camu Tao, poi il progressivo allontanamento di RJD2 dal beatmaking Hip-Hop in senso stretto, l’uscita di scena di Tage Proto (o Tage Future che dir si voglia) e, volendo aggiungere un tema meno circostanziato, la fine insindacabile di quell’epoca; non a caso, “Accidentally On Purpose” chiarisce subito con una certa lucidità: <<this is the album that wasn’t supposed to even happen/even after mastering, we couldn’t believe the rappin’/a story about moving out the house/from a crew with a name nobody knew how to pronounce>>.

Diciamoci la verità, nella maggior parte dei casi questo genere di operazioni racimola risultati abbastanza magri per motivi che qui non occorre neppure indagare, la prima domanda cui dare una risposta secca è perciò la seguente: “MHz Legacy” è un progetto che conserva inalterato lo spirito e il carattere dei MHz? A tratti, secondo me, sì. Nell’energia travolgente di “Hindsight (1998)”, ad esempio, o in “Gone”, devastante nella prima strofa, si riconosce la medesima irruenza che animava “Absotively Posolutely” e “World Premier”, analogia da non intendere però come una rigida corrispondenza, perché “MHz Legacy” presenta una discreta dotazione di collaborazioni (sia al microfono che alle macchine) e un mood meno lineare del previsto.

Proprio quest’ultimo aspetto, tuttavia, circoscrive i limiti di un’uscita poco equilibrata, laddove un brano come “Mechanical Me” ricorre a combinazioni che poco si accordano all’indole del gruppo, discorso che vale pure per i refrain cantati di “Accidentally On Purpose” e “Mass Temple” o per il sound un po’ accomodante di “Spaceship”, “Y’all Don’t Know” e “Somewhere (2099)“. Meglio, allora, ricorrere alle armi di cui i MHz dispongono già, con Copywrite e Tage nella quasi totalità delle diciassette tracce (ma il primo è una spanna avanti), Jakki Da Motamouth e Camu Tao soltanto in tre (verrebbe quindi da pensare che il disco fosse in lavorazione da diverso tempo) e il quartetto di mc’s schierato al gran completo in “Columbus Diss Patch”: “Hindsight”, come detto, è un egregio biglietto da visita e RJD2 sfiora evidenti similitudini con l’El-P di “The Cold Vein”, “Outta Room” (solo per Tage Future) picchia di santa ragione e il minuto di cut tra seconda e terza strofa è una vera goduria, “Addictionary” e “Yellow & Blue” si aggiudicano i featuring migliori, rispettivamente Ill Bill e Slaine (coppia collaudatissima) e Blu, “Obituaries” mette a segno un interessante duetto tra Copywrite e Marco Polo (non sbaglia un beat!).

Tematicamente, tocca dirlo, l’eccezione più significativa è l’immancabile dedica a Camu (“Tero Smith”), la parte rimanente di “MHz Legacy” ruota invece attorno all’autocelebrazione, con tutti gli annessi e connessi del caso, riducendo al minimo gli scostamenti ma premiando, forse, il valore effettivo della crew. Se la tracklist fosse stata spogliata fino a otto/dieci pezzi (un bell’EP, insomma) il risultato sarebbe stato più tondo; l’auspicio, perciò, è che la reunion dei MHz non si sia esaurita in un rapido back in the days ma prosegua, seppure con una formazione oramai accorciata.

Tracklist

MHz – MHz Legacy (Man Bites Dog Records 2012)

  1. Accidentally On Purpose
  2. Hindsight (1998) [Feat. Playdough]
  3. Four Player Mode
  4. Outta Room
  5. Spaceship [Feat. Danny Brown]
  6. Soul Train (Of Thought) [Feat. Oh No The Disrupt]
  7. Addictionary [Feat. Ill Bill and Slaine]
  8. Gone
  9. Obituaries
  10. Columbus Diss Patch [Feat. Dom]
  11. Mass Temple
  12. Y’all Don’t Know
  13. Yellow & Blue [Feat. Blu]
  14. Satisfaction [Feat. Slug]
  15. Tero Smith [Feat. Aaron Livingston]
  16. Somewhere (2099)
  17. Mechanical Me

Beatz

  • Rob Stern: 1
  • RJD2: 2, 3, 4, 14, 15, 16
  • Harry Fraud: 5
  • !llmind: 6
  • Stu Bangas: 7
  • Surock: 8, 13
  • Marco Polo: 9
  • J Rawls: 10
  • Jason Rose: 11, 17
  • D1: 12